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TRISKELIS: NELLA MENTE DEL COMPOSITORE
Triskelis non è di quelle esperienze che sentiamo tutti i giorni e che sappiamo dove vanno a parare dopo le prime quattro battute. Tutt’altro. I primi due album (Orior, uscito a fine aprile del 2020, e Malicon, in uscita in questi giorni) dell’avventura solista di Sergio Vinci sono qualcosa di diverso non-per-il-gusto-di -esserlo e nascono, per dirla con l’autore, « dalla necessità di non sentire ancora bocche che parlano, dettano regole e cercano di allontanare il nostro pensiero autentico in favore di uno comune e standardizzato ».
La parola al padrone di casa.
Ciao, Sergio,
Benvenuto sulle pagine di Heavy Metal Webzine. Innanzitutto, ci tengo a dirti che sono stata colpita da entrambi i tuoi lavori. So che le recensioni su HMW non hanno conseguito voti molto alti, ma credo che le parole contino più del numero che le riassume. C’è qualche concetto con cui vorresti iniziare la nostra conversazione?
“ Ciao a tutti e in particolare a te e alla redazione di Heavy Metal Webzine! Comincio col ringraziare tutti voi per il supporto che mi state dando, nel senso che avete recensito entrambi i miei lavori e al giorno d’oggi non è scontato avere una recensione. Riguardo ai voti delle mie recensioni, non li guardo molto, ma mi interessa ciò che il recensore dice. Comunque direi che non è andata nemmeno così male, come media siamo oltre la sufficienza e, credimi, quando ho iniziato questo mio progetto ero molto scettico sul come la gente avrebbe assorbito la musica di Triskelis. Insomma, non è facile recensire, tanto per fare un esempio, un classico lavoro in ambito heavy fatto con voce, batteria, basso e chitarra e poi passare a Triskelis. Il mio progetto si basa sul basso – non ci sono chitarre, non ci sono assoli, non c’è voce – e quindi è normale che possa suscitare reazioni contrastanti e anche creare sia interesse sia domande sul perché di queste scelte musicali non convenzionali. Tu sei riuscita comunque a capire la natura criptica dei due dischi e a inquadrarli abbastanza bene, nonostante, come accennavi in sede di recensione di Malicon, il lavoro che svolgo è un qualcosa che affronto in modo intimo, secondo una mia personalissima logica, e cerco di applicare alla mia musica un concetto che è più votato a togliere il più possibile (voce assente, chitarre idem ecc.) ma cercando di offrire un viaggio stralunato, storto e oscuro all’ascoltatore; con pochi strumenti. ”
La cosa che più mi interessa è la genesi dei brani. Puoi farci alcuni esempi di come nascono le tue creazioni?
“ I brani nascono a volte da schemi di batteria e a volte da riff [di basso – N.d.R.] che registro mentre mi esercito. Ci tengo a precisare che affronto la costruzione dei brani di Triskelis in maniera totalmente diversa dal passato. Ricerco in Triskelis qualcosa che descriva il mondo attuale. Il disfacimento che abbiamo avuto nell’ultimo anno è ciò che Triskelis vuole narrare attraverso la sua musica scarna, darkeggiante e apparentemente distaccata. I brani quindi nascono prima di tutto da un preciso stato d’animo e poco importa se nasca prima un giro di basso o uno di batteria. Usare poi il basso distorto è la ciliegina sulla torta per avere un suono duro, compatto e impenetrabile. Una cosa importante da dire è che i giri di basso sono sempre stratificati e a volte uso distorsioni diverse e li sovrappongo per avere un risultato più compatto. Gli arrangiamenti sono fatti con altre linee di basso o tastiera, cercando sempre il giusto suono per quel determinato brano. Insomma, il mio intento è non proporre qualcosa che sentiamo tutti i giorni. Poi a volte riesco meglio e a volte peggio, ma tutto è sempre molto sincero e con una innata voglia di sperimentare, anche se le strutture dei brani appaiono tutto sommato semplici. ”
I titoli dei brani di Orior hanno qualche significato che ti senti di condividere? Stessa domanda per quanto riguarda il titolo dell’album. Se sì, come sono legati i titoli alla musica della relativa composizione?
“ I brani di Orior sono stati registrati durante il primo fermo nazionale causato dalla pandemia di covid-19 e i titoli, così come il nome Triskelis e il titolo del disco, rimandano proprio al covid-19, ma sotto un aspetto filosofico e che sarebbe lungo spiegare. Proverò ugualmente a fornirne qualche cenno. Non voglio sviscerare esattamente il significato di quei numeri romani nei titoli delle canzoni, che molti hanno pensato siano stati messi a casaccio perché non seguono una numerazione standard dal numero 1 in poi. Posso però dire che i titoli dei brani, uniti al titolo dell’album (Orior, appunto, che deriva dal latino e significa, in sintesi, “cominciare, aver inizio, sorgere”), si collegano poi al nome stesso di Triskelis (“il Passato, il Presente e il Futuro riuniti al centro in un unico Grande ed Eterno Ciclo chiamato Continuo Infinito Presente, in cui tutto esiste allo stesso momento. Nella festa celtica di Samhain del 1º novembre gli uomini potevano incontrare non solo i loro antenati defunti, ma anche i loro discendenti ancora a venire”). Tutto in un certo senso nasce e muore, ma tutto è interconnesso in un continuo equilibrio tra opposti: passato e futuro, vivi e defunti, inizio e fine. ”
I titoli dei brani di Malicon hanno qualche significato che ti senti di condividere? Stessa domanda per quanto riguarda il titolo dell’album (in questo caso c’è un’omonimia, ma tant’è). Se sì, come sono legati i titoli alla musica della relativa composizione?
“ Come avrai notato, i titoli dei brani sono molto particolari. Ho usato parole che non esistono in nessuna lingua. Dopo un primo album connesso con la realtà, e nello specifico con il covid-19 e le sue conseguenze, allo stato attuale Triskelis vuole creare un mondo a parte che porti lontano da tutte le menzogne e la frenesia in cui siamo stati catapultati già da prima della pandemia. Un linguaggio nuovo, una musica nuova e diversa, assenza di voce dettata dalla necessità di non sentire ancora bocche che parlano, dettano regole e cercano di allontanare il nostro pensiero autentico in favore di uno comune e standardizzato. In ogni caso, i titoli dei pezzi dell’album hanno una vaga attinenza con la lingua italiana, ma sono parole storpiate, troncate, rovesciate e rese in un certo senso musicali quando le si pronuncia – o almeno spero. Malicon deriva da « malinconia » e quindi capisci da questo esempio ciò che stavo dicendo riguardo ai titoli dei brani. Ogni titolo cerca di rappresentare il contenuto musicale del brano, ma Triskelis è un progetto musicale che sta cercando di staccarsi da tutto ciò che diamo per scontato. Vorrei che inducesse la gente a rientrare in sé stessa e ragionare su tante cose della società moderna. Per questo Triskelis appare quasi scarno nella sua proposta musicale: perché voglio veicolare anche il messaggio che a volte abbiamo troppe cose di cui non ci facciamo nulla. ”
[Ringrazio Sergio per avere, con questa esauriente risposta, corrette alcune mie errate supposizioni in sede di recensione – N.d.R.]
Ho avuto l’impressione che gli ultimi due brani di Malicon inizino un discorso nuovo, che andrà magari continuato sui prossimi lavori. Acqua o fuoco?
“ Se ti riferisci al brano omonimo dell’album, ovvero Malicon, che è l’unica traccia acustica del lotto, non saprei che dirti, ma avevo questo riff da parte che era molto malinconico e mi è sembrato logico registrarlo senza distorsioni, anche per vedere che impatto poteva avere un brano col basso non distorto ma completamente acustico. Nel brano il giro portante si ripete molte volte per poi arrivare ad un finale nel quale intervengono le tastiere e si apre un piccolo spiraglio di luce. Il concetto di ripetitività è presente in altri brani del disco e permea un po’ l’intero album, ed è voluto. Mi piace pensare che la musica di Triskelis, attraverso la sua ripetitività, crei una specie di ipnosi nell’ascoltatore, ma credo che sia una formula che va bene solo per alcuni brani, non per tutti. Ancora due cenni sull’ultima traccia, Ruatt, che è nata come tante altre e non credo apra nuovi scenari. In generale, non credo che queste due tracce aprano particolari nuovi scenari; non era quella l’intenzione almeno. Nel prossimo album credo che delle cose cambieranno ma non so ancora dirti di preciso in che direzione. Ogni album è figlio del momento in cui è concepito e così sarà in futuro. ”
Trovi che le tue composizioni traggano ispirazione da un’immagine o che sia la composizione a trasmettere la sensazione di un’immagine? Dilungati quanto vuoi sull’argomento.
Ci parleresti della copertina di Malicon?
“ Quell’uomo da solo con l’ombrello rappresenta un po’ il senso di solitudine e malinconia che tante volte ognuno di noi porta dentro, magari fingendo che non sia presente, nascondendosi dietro qualcosa. In questo caso è un ombrello a nascondere tutto ciò. L’ombrello tante volte non ripara solo dalla pioggia. Quindi in questo caso è una metafora. ”
I brani di Malicon sono nati insieme a quelli di Orior? Se no, quando sono nati?
“ No, sono nati dopo. I brani di Orior sono stati composti e registrati tra aprile e maggio 2020. Quelli di Malicon sono nati all’incirca verso settembre 2020 e sono stati incisi pian piano, pezzettino per pezzettino, nei mesi successivi. La differenza tra i due album è questa: Orior è nato di getto, Malicon ha avuto una gestazione più lunga. ”
“ Per ora il disco uscirà solo in formato digitale e vedrò se stamparlo fisicamente in futuro. Amo il formato fisico e sono ancora un acquirente del formato fisico, ma in ambito underground le vendite dei CD sono quasi pari a zero e quindi mi sto un po’ adeguando ai tempi… Ed essendo da solo devo ponderare bene se spendere dei soldi che poi non torneranno mai indietro, nemmeno in minima parte. Se sei un gruppo che fa parecchi concerti, allora qualche copia la venderai. Diversamente, no. Io non faccio concerti da anni, con o senza pandemie. Detto questo, Broken Bones Records è di mia proprietà, mentre Ghost Record Label e Crashsound Distribution sono le etichette che mi dànno una mano nella diffusione digitale dell’album sulle principali piattaforme di flusso diretto (il cosiddetto streaming) e di vendita digitale. ”
Cosa pensi della scena musicale moderna? Sii libero di parlare di qualunque genere tu ritenga opportuno.
È importante supportare le scene locali e indipendenti, comprare ecc., ma anche far sentire il calore agli artisti, altrimenti tante realtà continueranno a morire prima ancora di poter dire tutto quello che avrebbero potuto dire in un’altra situazione. E questo discorso non riguarda solo gli spettacoli, perché il supporto ai concerti tante volte è al contrario, in quanto gli spettacoli più piccoli vanno per lo più deserti. Il supporto è fare tutto quello che io ho fatto per quasi trent’anni per la musica dura: comprare, scrivere ai gruppi, condividere opinioni. Ma mi rendo conto che il mondo è andato avanti e che la musica metal e quella alternativa stanno diventando un passatempo come tanti altri. Chi l’avrebbe mai immaginato trenta anni fa? Eppure nella maggior parte dei casi è così oggigiorno. ”
Conosci un po’ di musica elettronica degli anni Settanta o Ottanta e, se sì, ci dici semplicemente quali sono alcuni degli artisti che apprezzi, se ce ne sono?
“ Joy Division, The Cure, Depeche Mode, The Smiths, Kraftwerk [su questi andiamo parecchio d’accordo – N.d.R.]. Questi i gruppi che più apprezzo del periodo dark e new wave degli anni Settanta e Ottanta. Per quanto riguarda lo stato attuale dei miei ascolti, sono fondamentalmente sempre un metallaro che ascolta un po’ tutti i sottogeneri del metal e che trae da ciascuno il meglio. A parte il dark, Triskelis è molto influenzato dallo stoner e dal doom e credo che gruppi come gli Electric Wizard abbiano attecchito su di me più di altri. Mi piacciono poi gruppi sperimentali quali Morkobot, che usano due bassi e sono geniali, e attualmente apprezzo moltissimo un artista italiano che si chiama Words And Actions, che fa darkwave (o coldwave) e lo fa davvero bene! Ho poi molto apprezzato anche l’ultimo album di Tying Tiffany [ancora complimenti – N.d.R.], una ragazza anch’essa italiana che resta sempre nell’ambito del dark et similia, che è davvero brava anche lei. Per il resto, ripeto, rimango il solito metallaro, ma che ama molto i Nirvana e un po’ tutta la scena grunge/alternativa degli anni Novanta e la suddetta scena dark/wave, di cui parlavo in apertura. Tutto questo credo mi abbia influenzato, nessuno escluso, anche perché prima di Triskelis ho registrato molti album con un gruppo metal, i Lilyum, e portato avanti tanti altri progetti che andavano dal rock alterntaivo al death metal. Un saluto a tutti e grazie ancora per questa intervista. Ascoltate Malicon appena sarà disponibile sulle piattaforme digitali (20 gennaio 2021) e fatemi sapere se vi è piaciuto o meno. Alla prossima! ”