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“Mother’s Day” è il titolo del disco d’esordio degli Alta Reign, progetto capitanato e voluto dal batterista Jeff Plate (TSO, ex Metal Church, Savatage), e che raccoglie materiale scritto, pensato e sviluppato dal musicista americano (in alcuni casi con il chitarrista Matt Leff, prematuramente scomparso nel 2019) negli ultimi 30 e più anni.
Insieme a Plate importante la presenza nella line up di Jane Mangini (tastierista nella TSO) così come le guest appearances dei chitarristi – sempre TSO- Joel Hoekstra nella title track e Chris Caffery nella conclusiva “Rise”, quest’ultima con sonorità che rimandano, specialmente nel cantato, ma non solo, agli Scorpions.
Il lungo periodo di composizione ha sicuramente influito sul contenuto del disco che raccoglie 12 brani spesso differenti fra loro e che denotano spesso nella loro anima più Hard Rock -AOR una forte influenza degli ’80 (anche se mi sarei aspettato una maggior influenza dai ‘tage).
Queste diverse sfaccettature potranno far storcere il naso ai puristi che potrebbero tacciare questo lavoro come un collage di idee sparse: penso invece che album versatili e poliedrici abbiamo spesso una marcia in più, risultando meno scontati e ripetitivi.
Da un lato il substrato prog è molto presente (in particolare nella strumentale “Escape”) e accompagna la maggior parte del disco che però non tralascia sonorità più consone all’heavy classico (ad esempio “Thin red Line” e“Never say Never”) e all’heavy-hard rock (“Let’s Go!” e “Immortal”), ottenendo come risultato l’alleggerimento dell’ascolto.
Il risultato è, a mio avviso, molto interessante anche se devo ammettere che ho dovuto ascoltare questo disco alcune volte prima di “sentirlo proprio”: effettivamente non è un lavoro “diretto”, nonostante molte delle canzoni presenti siano piuttosto orecchiabili – come la opening track “Shine”, “Immortal” o “Never say Never” dal ritornello catchy (e che in alcuni passaggi mi ricorda i Circle II Circle) – ma una volta che si entra in sintonia con le sue sonorità e il suo messaggio riesce a colpire e piacere.
Interessante il lavoro su voci e cori e la ricerca delle melodie vocali: se da un lato queste risultano molto classiche, dall’altro sono decisamente il punto di forza di tutto il disco. Questa caratteristica viene evidenziata in particolare nella unica e delicata ballad “Always”, fra le mie preferite.
Nonostante in questo “Mother’s Day” non ci sia nulla che ci faccia restare a bocca aperta a livello di songwriting o innovazione, tutto sommato lo trovo un lavoro decisamente piacevole, con alti e medi (bassi avrebbe una connotazione troppo negativa), con una produzione più che discreta (anche se, ogni tanto, le tastiere/piano risultano al limite dall’essere invadenti).
Attendo quindi con curiosità il prossimo lavoro che Plate ha già dichiarato di voler realizzare.
Consigliato principalmente, ma non solo, a nostalgici e curiosi.
Tracce:
01. Shine
02. Witness
03. Thin Red Line
04. Never Say Never
05. Mother’s Day (FT Joel Hoekstra)
06. ESC (Escape)
07. Come Out and Play
08. Let’s Go! (I’m In Charge Now)
09. Always
10. Immortal
11. Passage
12. Rise (FT Chris Caffery)
13. Always (Acoustic Version) (Bonus Track)
Formazione:
Jeff Plate – batteria
Jane Mangini – tastiere
Tommy Cook – chitarra, voce
Kevin McCarthy – basso, voce
Collin Holloway – chitarra, voce
Zach Hamilton – tastiere, chitarra, voce
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