Visualizzazioni post:552
La sigla intitolata all’architetto costruttivista Яков Георгиевич Чернихов consente da qualche tempo al duo italo-belga composto da Marco Mazzucchelli e David Gutman di cimentarsi in tessiture ambient scarne e criptiche – prive dell’elemento dark e diffidate di chi sostenga altrimenti. Manipolazioni sonore spoglie di dinamismo e sgocciolate di armonia.
A seguito dell’esordio, Cernichov, prodotto pochi mesi prima dalla minuscola Cathedral Transmission (casa dedita ai CD-R dal 2009), la selezionata per The Mold Legacy è ora la Dornwald, etichetta marchigiana in attività dal 2017 e specializzata in materiale di questo angolo stilistico. L’ambientazione proposta nei sei brani può dirsi simile a quella della citata opera prima; ma più pulsante. Di vita. Una vita esposta – da sonorità intrinsecamente descrittive della subordinazione umana a creazioni primordiali di indicibile superiorità – e sottoposta – alla cieca e straziante tirannide antropica. Le muffe si inerpicano e discendono lungo le scale di grigio dei pallori architetturali. Le muffe mormorano lungo venature marmoree.
Avanzano a singulti; su strutture umide, ossidate. Si moltiplicano. Lo stantio e l’odore del dimenticato. Fotogramma dopo fotogramma. Con l’imperturbabile sicurezza di chi oppone resistenza, si abbraccia la pugna – con sdrucciolevolezza. Due fazioni: di là dalla ragione, il pallido e inasportabile conglomerato canceroso, cocciutamente sganciato dalla catena della vita. Mentre le piccole creature godono il proprio nuovo universo.
Mentre The Mold Legacy si reimpossessa della pietra.