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Ария (ARIA) – I russi di Ulitza Roz
Gli Ария (Aria) sono una delle band Heavy Metal russe più rinomate tanto da essere definiti gli Iron Maiden russi. Potreste già aver avuto occasione di leggere qualcosa su di loro nelle pagine di HMW. Abbiamo sempre cercato di seguirli e di dare spazio ad una band sottovalutata per tanti motivi, a partire dai testi in lingua madre, ai tempi ancora troppo poco maturi per un mercato che non fosse quello interno ai Paesi di lingua russa. Abbiamo voluto incontrare 3 di loro per questa chiacchierata che ci porterà a conoscere meglio quanto ci sia dietro una formazione così grossa, quanto umile nel loro modo di interfacciarsi dopo così tanti anni al mercato internazionale. Per l’occasione abbiamo deciso inoltre di tradurre l’intervista in russo, italiano e inglese. Buona lettura a tutti ! ! !
Ciao e benvenuti sulle pagine di Heavy Metal Webzine. Per noi è un onore. Partiamo a parlare della vostra ultima mossa. Avete ri-suonato gli ultimi due dischi che mancavano all’appello e ora abbiamo l’opportunità di avere tutta la vostra discografia sulle piattaforme online. Come è stato risuonare queste vecchie canzoni e cosa rappresenta per voi il periodo di questi due dischi?
Sergey Popov: E’ stata una esperienza molto interessante – molti brani li abbiamo suonati tanto tempo fa, certi anche l’ultima volta durante la registrazione. Tante parti, particolarmente gli assoli, li volevamo riprendere letteralmente dalle registrazioni vecchie, perchè a volte non mi ricordavo neanche come suonavo questi pezzi. Dovevo tornare me stesso, ma il me stesso di 15-20 anni fa. Il periodo di questi due album lo chiamerei più romantico di questa nuova storia della band, e ne caratterizza un rinnovamento. Nuovi membri, nuove emozioni, nuove canzoni…
È difficile suonare di questi tempi. State pensando a un nuovo concerto streaming per raccogliere il pubblico internazionale?
Michail Zitnjakov : La Pandemia ci sta spingendo a pensare molto di questo argomento. Uno dei modi di sopravvivenza nelle circostanze di questo genere è lavorare on-line e realizzare dei contenuti per mezzi di piattaforme dello streaming. Nel 2020 abbiamo suonato un paio di concerti on-line. Oggi gli Aria hanno pubblicato quasi tutti i dischi su diversi servizi streaming, che possono raggiungere il pubblico di diversi paesi più facilmente.
Parliamo del vostro ultimo impressionante spettacolo dal vivo. Come è nata l’idea e cosa potete dirmi di quella notte?
Michail Zitnjakov : E’ stata un’idea di Uriy Sokolov – regista dei nostri show piu grandi . Dopo che ha ascoltato il nostro album “Проклятье Морей» (“Damnation of the Seas”), Sokolov ha proposto di fare lo show concettuale basato sul tema pirata-marinesco. E’ stata costruita una scena di 3 piani a forma di Galeone. La grande quantità di luci, dei suoni, di decorazioni, costumi, effetti pirotecnici, meccanismi, forzavano noi musicisti a muoverci in modo sconnesso su questo palco e hanno fatto di questo spettacolo qualcosa di indimenticabile. Abbiamo fatto tante prove prima dello show, perchè era importante non dimenticare niente per realizzare tutte le nostre idee. E’ stato impiegato tanto personale, tante attrezzature di suoni e luci, e di altri meccanismi. Certo che molto dipendeva dalla interazione con il pubblico. Tutti erano preoccupati, ma alla fine siamo stati soddisfati dei risultati.
Avete un disco uscito nel 2018, Проклятье морей da cui avete suonato molte canzoni sul palco. Come sono state le vendite e come è stato accolto l’album in Russia o all’estero?
Michail Zitnjakov : come ogni nuovo album, “Проклятье Морей» (Damnation of the Seas) è stato discusso attivamente nei social media. I voti e la critica naturalmente era molto divisa, ma in generali è stato ben accetto. E’ stata particolarmente soddisfacente la grande quantità di recensioni positive dall’estero.
A proposito di Paesi stranieri, non siete mai stati in grado di entrare in un mercato estero. Avete mai pensato di affrontare il problema della lingua inglese o avete paura di perdere i vostri fan in Russia?
Sergey Popov: La ragione principiale secondo me è l’assenza della promozione delle etichette che lavorano per il mercato internazionale e per noi professionalmente non è facile avere promozione fuori dalla Russia. Per esempio come era successo con i Gorky Park. Naturalmente la lingua inglese è sicuramente più qualificata della nostra a livello globale.
Torniamo indietro nel tempo, al 1985. Com’era la scena metal in Russia e cosa ricordi di quei giorni?
Vladimir Holstinin: ai tempi del CCCP era quasi impossibile suonare la propria musica sulla scena mondiale. Soprattutto nello stile Heavy Metal. Noi siamo stati fortunati che i nostri primi passi siano coincisi con il periodo della “Perestroika”, con l’inizio dei cambiamenti nella vita politica del paese. I nostri album erano diffusi solo su audio cassette, il nostro primo vinile è uscito solo dopo 3 anni dal primo album. “Rock-Panorama 86” fu il primo grande festival per gli Aria. Forse eravamo la band piu giovane di tutti e sconosciuta a gran parte degli spettatori. Dopo lo spettacolo abbiamo sentito tante diverse opinioni sulla nostra creazione. Certi dicevano che era totalmente nuova musica che non esisteva ancora nel CCCP, altri dicevano di dover “sbattere fuori dalla scena con la scopa, questa sporca musica”.
Sergey Popov: la scena metal sovietica nel 1985 subiva una crescita enorme, sulla onde della “perestroika” alle rock band è stato permesso di fare concerti in posti piu grandi, è diventato interessante e insolitamente anche per gli spettatori che non avevano visto mai niente del genere prima. Ai concerti si usava andare più volte e anche se non si era rockettari. Per questi tempi era evento comune fare spettacoli di fila per un paio di giorni nello stesso Palazzetto dello Sport. In questo tempo suonavo nei “Master” e il nostro record fu di 18 concerti di fila nella stessa citta’, di quale 2 show nella stessa giornata.
E dopo l’Unione Sovietica? Quanto tutto è cambiato, sempre in campo musicale e soprattutto nella scena metal?
Vladimir Holstinin: Alla fine dei conti abbiamo finito di dipendere dal Ministero della Cultura. Nessuno ci proibiva più di suonare la nostra musica, incidere vinili e fare tour di concerti. Niente più censura.
Quali altre band sono molto affermate in Russia, ma non pensi che abbiano il giusto riconoscimento all’estero?
Sergey Popov: Veramente non c’era riconoscimento fuori del paese per nessuna band russa eccetto i Gorky Park. Tante band sono riuscite ad andare fuori dal Paese per dei tour, ma non hanno ottenuto riconoscimento globale. Ai tempi del CCCP erano tante le band di successo – Ария (Aria), Мастер (Master), Круиз (Kruiz), Чёрный Кофе (Chorny Kofe) tra i nomi che posso dirti.
Quali sono le vostre considerazioni tra ieri e oggi?
Vladimir Holstinin: in passato la popolarità cambiava – un giorno avevamo stadi pieni, un giorno suonavamo nei club. Il Paese subiva tempi duri dopo la caduta del CCCP, l’economia subiva cambiamenti, cambiava la moda e per questo in 25 anni abbiamo passato un percorso difficile in Russia e speriamo che siamo diventati in qualche modo anche noi parte della storia.
Sergey Popov: Certo la popolarità totale degli anni 80 non esiste più e le nuove generazione ascoltano altra musica. Ma ci sono rimasti tanti fan fedeli, e ne arrivano anche tanti nuovi. Fa piacere quando ci sono i giovani ascoltatori che si approcciano a questa musica.
Ci sono gruppi di cui avete fatto cover completamente in russo come i Manowar o i White Lion. Vi siete mai incontrati e confrontati sul vostro eccellente lavoro?
Sergey Popov: purtroppo non abbiamo avuto questa possibilità. Sarebbe stato bello poter collaborare o fare un tour assieme.
Qual è il vostro rapporto con Udo dopo la collaborazione su Штиль (Steel)?
Vladimir Holstinin: all’inizio degli anni 2000 noi siamo andati in tour insieme e abbiamo coltivato una bella amicizia! Purtroppo adesso ci vediamo molto piu raramente, ma a volte ci incontriamo ai Rock Festival in Russia ed è sempre un piacere.
Avete mai pensato a un tour con gli Scorpions? Sono molto legati alla Russia e forse sarebbe una buona idea unirsi a loro per farvi finalmente conoscere da tutti in Europa!
Sergey Popov: Si puo pensare di tutto, ma quando non ci sono le proposte concrete, tutto questo rimane come un sogno. Sicuramente il tour con ogni band di livello mondiale non ha fatto mai male a nessuno.
In Russia siete una vera istituzione. Tutti vi conoscono. Com’è essere una rock star in un Paese come il vostro?
Michail Zitnjakov: Anche se gli Aria sono una band piuttosto popolare in Russia, noi stessi non ci consideriamo delle star. Non figuriamo spesso sulla TV, per questo possiamo girare liberalmente e non essere riconosciuti più di tanto.
Sergey Popov: Non mi considero’ una star, ogni tanto mi riconoscono sulla strada e chiedono di fare una foto. Niente di così speciale. Invece l’altro lato della medaglia della fama – è tanta critica e negatività, fondamentalmente nei social networks. Qualunque cosa fai ci sarà sempre qualcuno a chi non piace. E questo tocca la band, i musicisti e anche etichetta, studio di registrazione e tecnici della luce o del suono. Insomma tutti.
So che in passato avete fatto alcune date in Europa (Bulgaria, Francia, Lituania, Polonia, Germania) e anche negli Stati Uniti e in Canada. Come siete stati accolti?
Sergey Popov: Siamo stati accolti molto bene ovunque sia dagli emigranti russi così come dalla gente del posto. Dopo ogni viaggio troviamo nuovi conoscenti e nuovi fan.
Michail Zitnjakov: Siamo stati accolti molto bene. Siamo rimasti piacevolmente sorpresi quando scoprivamo che ai nostri concerti venivano non solo le persone che parlano russo, ma anche altri che non capiscono la nostra lingua. E ci ha sorpreso anche la quantità dei vinili da autografare che portava la gente, così come le parole degli stranieri, di quanto nel loro Paese siano amati gli Aria e quanto siano seguiti. Uno dei nostri fan dal Messico ha imparato la lingua russa per capire di che cosa parlano i testi delle nostre canzoni.
Qual è il vostro rapporto con i membri della formazione originale ancora molto apprezzati dai fan come Kipelov o Mavrin?
Sergey Popov: Non ci sono relazioni che uniscono, ognuno vive la sua vita in modo diverso. In generale abbiamo relazioni comunque amichevoli.
Quali sono i vostri prossimi passi per il futuro?
Sergey Popov: Adesso i musicisti di tutto il mondo hanno solo un desiderio – che finiscano le restrizioni Covid e che tutti riescano a tornare alla vita normale – I tour, i festivals, le registrazioni in studio. Questo e’ il piano principale.
Michail Zitnjakov: Nel 2020 avevamo pianificato di festeggiare 35 anni di Aria con un tour per l’anniversario. Ma la situazione con il Coronavirus ha forzato a spostare la grande quantità di concerti nel 2021. Concerti dal vivo – e’ una cosa che manca tanto a musicisti e ai fan. Adesso questo è la cosa piu importante.