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La brava Anette Olzon ha messo definitivamente alle spalle la sua negativa esperienza nei Nightwish, convincendosi di avere ancora un’altra possibilità all’interno della marea di band e cantanti metal internazionali. Prima con il suo debutto solista, “Shine”, del 2014, poi con i The Dark Element e infine con questa freschissima uscita intitolata “Strong”, sempre per l’italiana Frontiers Music, che nel frattempo ha fatto pure collaborare la bella Svedese nel 2020 con il grandissimo Russell Allen nel disco intitolato “Worlds Apart”. Le undici canzoni di melodic metal con venature pop di questa nuova uscita sono ben costruite, coinvolgenti e a tratti persino irresistibili.
Dopo la velenosa separazione dai finnici Nightwish, avvenuta nel 2012, l’affascinante cantante si è allontanata dal metal debuttando con un lavoro solista di folk pop rock troppo morbido e lontano dal suo glorioso passato, deludendo così i suoi tantissimi fan. La rinascita artistica è ripartita però con i The Dark Element, grazie alla collaborazione con l’ex chitarrista dei Sonata Arctica, Jani Liimatainen, che l’ha riportata di nuovo protagonista nel metal che conta. Oggi siamo di fronte alla seconda uscita solista, orientata ad un rock più pesante e veloce rispetto all’esordio e con tante parti sinfoniche, ma senza mai allontanarsi dai crismi dell’heavy metal tradizionale. La riuscita di quest’opera sta anche nel fatto che è stata scritta e composta insieme all’ottimo chitarrista e produttore svedese Magnus Karlsson: l’unione dei due vichinghi ha prodotto delle song interessantissime che mostrano la grande estensione vocale della Olzen accompagnata dalla potenza della sei corde di Karlsson.
La cantante ha dichiarato: “Musicalmente volevo un album molto più pesante ma con melodie forti e mi sono ispirata a gruppi che mi piacciono come Dimmu Borgir e In Flames”.
Le tracce della scaletta sono robuste, ma sempre melodiche e moderne con l’ottima produzione affidata a Jacob Hansen (Pretty Maids, Volbeat, The Dark Element), come nell’apripista symphonic metal “Bye Bye Bye”, che sembra uscita dalla mente degli acerrimi nemici Nightwish: il testo, inequivocabile sull’improvviso allontanamento dalla vecchia band, e i ringhi del bassista Johan Husgafvel sono la ciliegina sulla torta che rende la composizione rude e possente. Buon inizio per la scandinava, che non si risparmia nella voce dimostrando ancora una volta tutta la sua classe.
Il prosieguo è un accerchiamento di grandi cori e bei refrain, dove le corde vocali della cantante sono sempre sugli scudi con parti acute e basse ben eseguite come nel singolo pop rock “Sick Of You”, pezzo dalla grande melodia e un pizzico di dark rock che la rende seducente ai timpani, stampandosi dritta nel cervello. Le successive e carismatiche “I Need To Stay” e “Sad Lullaby” sono un miscuglio di armonie pesanti e meravigliose di Karlsson, sostenute da una sezione ritmica perfetta e dalla grande ugola della Olzon. La prima è decisamente epica con cori e sintetizzatori in evidenza che aiutano i riff di chitarra, ma il brano è penalizzato da una batteria non all’altezza nel suono e nel ritmo. La seconda è più soave e malinconica con in evidenza sempre l’imponente voce da mezzosoprano della nordica e il meraviglioso assolo di Magnus in un contesto melodico da brividi.
“Parasite” è un pezzo adrenalinico dal ritmo vorticoso e coinvolgente, con una martellante batteria e l’efficace voce di Anette attorniata da buoni cori e da un ossessionante ritornello. Segnalo la carina “Strong”, molto simile ai suoni di band come Within Temptation, Delain ed Amaranthe, ma con il marchio indistinguibile della voce della scandinava. “Fantastic Fanatic” delude perché basata troppo sui freddi sintetizzatori a discapito della chitarra e per via di un ritornello che non decolla. La piacevole e orecchiabile “Who Can Save Them” riporta in parte in carreggiata il disco con il ritorno dei grugniti del marito della cantante e un superlativo assolo di chitarra.
Si continua verso la fine con un calo di energia evidenziato dalla semplice e commerciale “Catcher Of My Dreams”, un hard rock ottantiano dal ritmo cadenzato, e dalla penultima, “Hear Them Roar”, dall’introduzione indovinata di pianoforte e chitarra elettrica. Qui le tastiere a tratti prendono il sopravvento ma in generale si dimostrano molto prevedibili nel prosieguo. La conclusione è invece affidata ad un brano intenso di epic power metal intitolato “Roll The Dice”, ricco di emozioni e tristezza, che chiude bene una raccolta partita in quarta ma che, verso la fine, mostra qualche cedimento per via del poco coraggio di osare della brava Olzon. “Strong” è una miscela di metal, symphonic e rock dalle sottili venature pop, capace di riportare in auge un’artista incantevole e con ancora tante cose da dire nella musica. Il maestro Magnus Karlsson non ha bisogno di aggettivi a complemento della sua presentazione perché è sempre una garanzia e anche questa volta riesce a cucire le sue melodiose armonie su misura alla connazionale e meravigliosa Anette.