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Oltre alla casa discografica, è stata la copertina ad attrarmi. Mi ha ricordato un vecchio lavoro dal nome di The Death Of The Sun – metà Dust To Dearth e metà Lysergene. L’associazione ideale tra la morte del sole, l’uscita di Ecos in un momento di calura già pressante (era l’undici di giugno) e il comune soggetto grafico dei corpi spolpati dagli elementi, poi, ha allineato l’asse ottico della suggestione.
Distribuito lungo sei componimenti di durata tra gli otto e i tredici minuti, è death doom metal passionale e un po’ tragico ed è il secondo ellepì di Ornamentos Del Miedo – alter ego del tuttofare castiglianoleonese Ángel Chicote.
Risultando in ciò fedele a certi tracciati proprî dei vecchi maestri inglesi, chitarra e tastiera si producono in fraseggi guida abili nell’irradiare quel senso di luminosa apertura che, se pensiamo ai colori mentali suscitati istintivamente dal genere, risulta oggi come allora un contrasto quasi assurdo. “Omega” (molto bello il breve contrappunto folk), “Ecos” ed “Inexorable” sono i brani in cui tale aspetto è riscontrabile più evidentemente. Da quel tracciato si discostano invece “Animal Que Reza”, dalle pennate moderne e i tempi più sostenuti, e “Para Que Nada Nos Separe”, che stira la tensione in un parziale abbraccio al sotto-genere “funeral”.
Nota di merito: alla libertà. Di rinunciare alla perfezione informatica in post-produzione prima e all’indigeribile anglomania linguistica poi.
Addolorati di tutto il mondo, riunitevi.
P. S.
Il video proposto di seguito è l’estratto di un pezzo (“Tiempo”) del nuovo lavoro, il mini-album Destrierro.