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Evento: JETHRO TULL
Luogo: Teatro di Varese Mario Apollonio
Data: 05-02-2022
Dopo numerosi rinvii causati dalla pandemia da COVID-19, parte finalmente la tournée italiana del “The Prog Years Tour” del gruppo britannico capitanato dal menestrello scozzese: Ian Anderson. Il Teatro di Varese si presenta in classico tutto esaurito (naturalmente, in relazione alle normative vigenti) e con tutti i controlli relativi al contenimento dell’infezione effettuati perfettamente. Il senso di attesa è palpabile e i dubbi riguardano soprattutto la resa vocale di Anderson che, come sappiamo, ha qualche problema di salute. Dubbi leciti ma fugati fin da subito quando si attacca con il primo brano. Tratto da Stand Up, album datato 1969 (il loro secondo), “Nothing Is Easy” è l’incipit perfetto per ri-presentarsi sul palco. Il polistrumentista scozzese salta, danza e dispensa sorrisi con una vitalità stupefacente. La voce si rivela all’altezza; certo, non ha la brillantezza di un tempo, ma viene oggi usata con maestria e parsimonia. Che non significa risparmiarsi, quanto piuttosto farne un nuovo e sapiente uso.
Si prosegue con “Love Story” e quindi con una versione, diciamo così, compatta, di “Thick As A brick”. Anderson pare veramente tarantolato e, mentre sul fondale passano filmati di repertorio, lui con fare teatrale imbonisce gli spettatori. La prima parte dello spettacolo termina con due brani che sono vere chicche della discografia dell’inventore della moderna agricoltura (Jethro Tull è il nome dell’agronomo, vissuto a cavallo tra il 1600 ed il 1700, al quale si deve l’invenzione della prima seminatrice meccanica), ovvero “Black Sunday” e “My God”.
Il nostro intrattenitore ci invita quindi ad una pausa rifocillante, nell’attesa del ritorno sul palco per il prosieguo della pièce teatral-musicale. Quindici minuti circa di attesa e si ritorna ad aprire il sipario. A rompere gli indugi è “The Clasp”, brano del 1982, seguito da “Wicked Windows” e quindi da “The Zealot Game”, sicuramente la canzone più attesa, essendo colei che intitola il nuovo album – appena licenziato. La seconda parte dello spettacolo si conclude poi con “Aqualung”, salutata dall’ovazione degli astanti.
I due bis consistono in una versione serratissima di “Locomotive Breath”, durante la quale l’entusiasmo del pubblico vola ancora una volta alle stelle, e “The Dambusters March”.
I saluti e gli inchini di ringraziamento di rito sono sottolineati dalle note di “Cheerio” diffuse in sala, mentre un’ovazione pubblica ricambia affettuosamente il saluto dei musicisti dal palco.
Di seguito, l’intera scaletta.
PRIMA PARTE
Nothing is easy
Love story
Thick as a brick
Living in the past
Hunt by numbers
Bourrée in E minor
Black Sunday
My God
SEDCONDA PARTE
The Clasp
Wicked windows
The zealot gene
Pavane in F-sharp minor
Songs from the wood
Aqualung
BIS
Locomotive breath
The dumbsters march
SALUTI
Cheerio