GREYHAWK – Call Of The Hawk

Titolo: Call Of The Hawk
Autore: Greyhawk
Nazione: Stati Uniti d'America
Genere: Heavy Metal
Anno: 2022
Etichetta: Fighter Records

Formazione:

Rev Taylor – voce
Jacquelynn Ziel – chitarra
Jesse Berlin – chitarra
Darin Wall – basso
Nate Butler – batteria


Tracce:

1. Steelbound
2. Call Of The Hawk
3. Demon Star
4. Shattered Heart
5. Take The Throne


Voto del redattore HMW: 7/10
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Un paio di anni addietro, gli americani Greyhawk avevano attirato la mia attenzione grazie alla release di Keepers Of The Flame, valido debut album che acquistai quasi subito – poco tempo dopo venne il turno anche del precedente EP Ride Out, datato 2018 – e che fu pubblicato dall’iberica Fighter Records: oggi, a distanza di due anni dal full length, il quintetto a stelle e strisce torna tra noi per mezzo del nuovo EP Call Of The Hawk, ancora sotto l’egida dell’etichetta spagnola.

Registrato lo scorso autunno, Call Of The Hawk tiene a battesimo su disco la nuova lineup a seguito dell’ingresso nei ranghi della band della chitarrista Jacquelynn Ziel, annunciato ufficialmente ad aprile 2021: praticamente l’unica novità in casa Greyhawk dato che, in termini di direzione sonora, la compagine americana realizza cinque nuovi brani piuttosto allineati a quanto ascoltato su Keepers.., ovvero un heavy metal tradizionale (Saxon e Judas Priest sono le prime band che mi vengono in mente) dal sottofondo evocativo in cui si può avvertire anche qualche spunto power.

Complessivamente, i Greyhawk propongono un heavy metal dagli sviluppi talvolta disorientanti, ben caratterizzato da un songwriting brillante che amalgama efficacemente, ai già accennati elementi tradizionali su cui poggiano i pezzi, la voce versatile e particolare del bravo Rev Taylor – potrebbe ricordare Jake Rogers dei grandi Visigoth – ed il travolgente e piacevole shredding degli assoli di chitarra, oltre ad un gran gusto per le melodie di rapida assimilazione.

Molto buona la resa alle casse, con suoni caldi e definiti quanto basta per permettere di apprezzare non solo tutte le sfumature delle canzoni, ma anche l’apporto degli strumenti (che bello il basso così ben udibile su ogni brano!): davvero un bell’EP questo Call Of The Hawk, composto da pezzi abbastanza eterogenei tra loro come la scorrevole ed incisiva opener “Steelbound”, la più serrata titletrack con il suo ritornello che si stampa in testa, la galoppante “Demon Star” con un breve quanto spiazzante duetto vocale d’estrazione operistica, la solida “Shattered Heart” e la conclusiva “Take The Throne”, forse il brano più articolato del lotto e quello capace di generare il maggior tasso evocativo.

Al netto degli ascolti di Call Of The Hawk, non posso che ritenermi soddisfatto da questa nuova fatica marchiata Greyhawk: se già conoscete la musica della band non rimarrete delusi da questo EP, se li scoprite solo ora non ascoltate Call Of The Hawk frettolosamente, concedetegli il tempo di rivelarsi per quello che è, ovvero un valido lavoro!

 

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