LANA LANE – Neptune Blue

Titolo: Neptune Blue
Autore: Lana Lane
Nazione: Stati Uniti D'America
Genere: AOR
Anno: 2021
Etichetta: Frontiers Records

Formazione:

Lana Lane – voce principale
Erik Norlander – tastiera, voce

con
Jeff Kollman – chitarra
Mark McCrite – chitarra, basso, voce
Don Schiff – Stick
Greg Ellis – batteria e percussioni
John Payne – voce


Tracce:

01. Remember Me
02. Under The Big Sky
03. Really Actually
04. Come Lift Me Up
05. Bring It On Home
06. Don’t Disturb The Occupants
07. Lady Mondegreen (She’s So Misunderstood)
08. Miss California
09. Someone Like You (Psych Version)
10. Far From Home
11. Neptune Blue


Voto del redattore HMW: 7/10
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Lana Lane è una cantante rock che ebbe un momento di gloria alla metà degli anni ’90, decennio durante il quale incontrò l’attuale marito, il compositore, tastierista e produttore Erik Norlander (Dukes Of The Orient, Rocket Scientists, Asia con John Payne). Di recente, dopo dieci anni da El Dorado Hotel, ha pubblicato finalmente un suo nuovo album in studio (è nel frattempo apparsa sull’uscita del 2014 dei Rocket Scientists, l’album Refuel, e sul disco del marito, Surreal, del 2016). Neptune Blue è stato prodotto dal Norlander, che pure suona (la tastiera) insieme a Jeff Kollman (chitarra elettrica), Mark McCrite (chitarra ritmica, chitarra acustica, basso e cori), Don Schiff (Stick NS) e Greg Ellis (batteria).

Si sente subito un suono prevalentemente orientato verso l’AOR e con venature prog leggere – cosa che in passato era invece la base dello stile della Lane, considerata artista invero versatile e in grado di passare dal jazz al puro prog rock. I fan di vecchia data quindi rimarranno un po’ spiazzati pensando a Love Is An Illusion (1995), album che condusse alla firma con la Marquee Belle Antique (etichetta che intravvide il potenziale nella musica e nella voce di Lana). Curious Goods uscì nel 1996, dopodiché la cantante passò alla Avalon e diede alla luce il terzo, trionfale Garden Of The Moon. Dopo alcune tournée in Giappone, sfornò altri tre dischi (Ballad Collection, Queen Of The Ocean e Secrets Of Astrology) ed intraprese ulteriori avventure internazionali a loro supporto.

La Lane ha ancora una voce forte, rimasta intatta nel tempo. Nell’introduzione di “Remember Me”, Erik inizia con un tranquillo organo tradizionale, un’armonia ecclesiastica, prima che il pezzo si trasformi in qualcosa dalla grande atmosfera retrò, tipica degli anni ’80 e ‘90. Un bel ritmo cadenzato trova spazio nella successiva “Under The Big Sky”, caratterizzata anche da un grande ritornello e da un arrangiamento soft rock. Tutto è coordinato in modo impeccabile a partire dagli assoli di chitarra fino ai riempimenti di batteria, più o meno robusti, alla convincente ugola di Lana e alla tastiera super melodica di Norlander. Questa compattezza si sente anche nell’AOR britannico di “Really Actually”, brano dall’ottimo tocco rock; interessanti i sintetizzatori psichedelici sullo sfondo.

In “Come Lift Me Up” prevale l’amore per i Beatles e il rinfrescante suono acustico della sei corde di Kollman che è la base di questa romantica ballata che offre anche un ritornello orecchiabile, un bel coro e un buon assolo chitarristico alla fine. Uno dei momenti clou è il funk-rock di “Bring It On Home”, che esalta le intense linee vocali e l’abilità dei chitarristi, che offrono un ritmo martellante e ipnotico. Delude per poca ispirazione e poca originalità “Don’t Disturb The Occupants”, che riesce comunque a sviluppare un buon ritornello di pop melodico, eseguito in modo profondo ed emotivo ed accompagnato dalla bella linea di basso di Mark McCrite. “Lady Mondegreen”, dallo stile settantiano alla Deep Purple, è trascinante e rock quanto basta per innamorarsene. L’allegro rock, melodico e commerciale, di “Miss California” è un omaggio alla terra di Lana e la ballata pop blues “Someone Like You” dona con la sua intensità un tocco in più all’opera. In quest’ultima traccia Erik Norlander e John Payne forniscono ognuno il proprio contributo, rispettivamente alle tastiera e alle armonie vocali del coro. La penultima e frenetica “Far From Home” trascina i timpani e il cuore con giri sostenuti, una fantastica linea melodica e i preziosi tocchi di Erik. “Neptune Blue” si basa quasi interamente sull’armonia vocale e melodica dell’incredibile cantante, che ancora una volta dimostra tutto il suo innato valore, accompagnata da un malinconico pianoforte e una soave chitarra elettrica: peccato per il minutaggio eccessivo che non dà nulla in più ad una canzone di prog rock solo sufficiente.

La Lane si conferma una delle migliori cantanti in circolazione e ha la fortuna di goder del supporto di musicisti esperti e talentuosi, che l’accompagnano in sonorità più melodiche rispetto ai suoi standard benché sempre influenzate dal rock progressivo. Per chi ancora non la conosce e adora l’AOR, questo nuovo lavoro discografico è sicuramente un buon punto di partenza.

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