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Nasson Prudant, polistrumentista cileno, debuttò nel 2007 con l’album Dying Tears, cui fece seguito nel 2010 Reflejo. Da allora, esperienze con Inferis, Resilience, Chaos Magic e Sinner’s Blood. Il suo lavoro da produttore gli aprì le porte della Frontiers, che ha di recente pubblicato il suo terzo lavoro da solista. Lo stile è un hard rock melodico, a tratti anche heavy, diviso tra classico e moderno. Il Sudamericano si è occupato di cantato principale, chitarre, basso, pianoforte, sintetizzatori e produzione. Suoi collaboratori, i turnisti Rodrigo Leiva alla batteria e Caterina Nix (Chaos Magic) ai cori, più gli ospiti Gui Oliver (Landfall, Mayank), Mizuho Lin (Semblant, The Erinyes), James Robledo (Sinner’s Blood), Alessandro Del Vecchio (per un duetto vocale in “When It Rains”), Mistheria ai sintetizzatori e Ignacio Torres alla chitarra solista in alcuni brani.
Nasson dimostra subito la sua abilità vocale in “Not Today”, canzone di buon ritmo, effetti epici dalla chitarra e ritornello affascinante. Il tutto è avvolto da un ritmo pesante e da passaggi vocali molto leggeri. La successiva “Room 108” sembra uscita da un disco degli svedesi Dynazty e si allontana dagli abbellimenti sinfonici e cinematografici della prima perché punta su un hard rock melodico più sfrontato. La dolcezza pare apparire sul pianoforte e sui sintetizzatori iniziali del metal sinfonico di “Mother Moon” e nel metal melodico di “Bringer Of Sorrow”, dove troviamo alla sei corde lo scatenato Torres. Il cammino prosegue con “Runaway”, che ricorda di più gli ultimi lavori dei danesi Pretty Maids, per via del ritornello e dei cori. Dopo l’heavy metal melodico mischiato al metal sinfonico e all’hard rock classico, troviamo la semi-ballata “On The Other Side”, dal gusto gotico ma sempre infarcita di un hard rock melodico, trascinante ed emozionante. Il pianoforte è abbinato ad una buona sezione ritmica e alla voce del Cileno, il quale conferma tutto il suo talento vocale in una interpretazione spettacolare. In generale, tutti i pezzi hanno un ritmo solido e Nasson riesce a dirigere le note delle composizioni su linee molto melodiche. Un altro esempio ne è “King Of Lies”, brano di robusto hard rock melodico e sinfonico, dagli ottimi cori e graffianti riff di chitarra. Il clou dell’album è forse la ballata “When It Rains” con ospite Del Vecchio in duetto vocale. Un hard rock melodico simile allo stile degli Edge Of Forever: i due cantanti sono in più che buona sintonia.
La sinfonica “We Are The Army” è il secondo singolo di “Scars” e, con un arrangiamento per più voci (Nix, Oliver, Lin e Robledo), ha una certa forza armonica; gode inoltre di una martellante chitarra elettrica e una sezione ritmica corposa. Il brano non fa però impazzire: il ritornello è mediocre e le linee vocali eccessive. “Rising” chiude con le sue atmosfere sognanti e la voce acutissima del Cileno avvolta in una melodia leggera e coinvolgente che si stampa facilmente in mente.
L’artista sudamericano non si discosta da ciò che ha proposto di recente coi Sinner’s Blood in “The Mirror Star”, mantenendo uno stile basato sull’heavy metal moderno ma anche classico, con venature settantiane che sfiorano anche il metal sinfonico. Le melodie sono energiche, robuste e sviluppate su generi diversi, contenenti a volte delle linee oscure che evitano alle canzoni di essere troppo caramellose.
“Senza dubbio il mio lavoro musicale si è evoluto enormemente grazie al fatto di non aver mai smesso di lavorare con artisti diversi. Ogni canzone o album su cui ho lavorato lascia un po’ di apprendimento”, afferma Nasson.