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E pure i Reckless Love sono arrivati al quinto album, dopo aver esordito nel 2010 con la buona pubblicità dovuta alla militanza del cantante Olli Herman nei Crashdïet tra il 2007 e il 2008.
Alfieri da sempre di un divertente e patinato synth-hard rock, i quattro anche questa volta riescono a centrare l’obiettivo di offrire poco più di una mezz’oretta di svago. Tutto l’album (copertina compresa) è un sincero tributo agli anni ’80 e pure la cover proposta, una “Bark At The Moon” in versione quasi rock-dance, risale a quegli anni.
Difficile indicare i pezzi più riusciti ma vi basti sapere che lo stesso “Turborider” ha un tiro micidiale e un ritornello che non vi toglierete più dalla testa, “Eyes Of A Maniacs” amoreggia col pop moderno e presenta un altro ritornello memorabile, e “Kids Of Arcade” e “For The Love Of Good Times” sono semplicemente irresistibili.
Il gruppo riesce a coniugare il miglior hard-rock nordeuropeo con le melodie del pop anni ’80 e, anche se “’89 Sparkle” sembra uscire da un album di Bruno Mars, lo perdoniamo per questo unico scivolone in virtù di altre nove tracce perfette.
Turborider quindi potrebbe rappresentare l’ideale colonna sonora tra una partita ad Out Run (ops, ma c’è proprio un pezzo dallo stesso nome!) e una a Super Mario Bros, tra un album dei Poison e uno degli Human League, mentre in TV c’è un’altra puntata dell’A-Team.