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Siete persone serie e ascoltate solo prog-metal cervellotico intriso di testi filosofici? Allora piantate qui la lettura della presente recensione e andate a giocare a scacchi contro voi stessi (la vittoria sarà quantomeno certa). Falloppio, già voce delle Trombe Di Falloppio, tra un tour mondiale e l’altro del suo gruppo ha deciso, come già prima di lui fecero colleghi quali Bruce Dickinson, Ronnie James Dio, Ozzy Osbourne e Nick Luciani, di intraprendere una carriera solista.
Il presente EP racchiude soli quattro pezzi, dall’ascolto dei quali però si evince immediatamente una maturazione tecnico-esecutiva che ha dell’incredibile. Falloppio sfodera una prova vocale eccellente, su un tessuto armonico che risente tanto della musica contemporanea mitteleuropea quanto dell’hard-bop, virando, in certi frangenti, pure su sonorità più sperimentali, senza dimenticare il free jazz punk inglese e la musica nera africana.
Anche a livello di testi il nostro richiama la letteratura inglese di fine ‘800 come istanze più moderne, riadattando passi hegeliani, seppur qui maggiormente pregni di tauromachia aneddotica. Nel sottotesto di “Lasagna Si Fredda” si intravvede un riferimento velato al naturalismo francese di Zola, sapientemente filtrato dalla spiccata sensibilità dell’artista in un contesto para-gastronomico mentre, a livello squisitamente musicale, il pezzo rammenta tanto il serialismo formale di Webern quanto la musique concrète di Schaeffer, anche se nel complesso ricorda molto, molto vagamente una celebre sonata di popular music del 1993 della big-band capitanata da Carlo Benante.
“Stage Diving”, seppur riportante un titolo in idioma anglosassone, non è scevra da richiami ai drammi pastorali italiani del diciassettesimo secolo (in particolare, l’ispirazione agli scritti di Batista Guarini è qui indubbiamente inequivocabile); lo stile musicale, invece, ci riconduce verso sonorità wagneriane, inframezzate da richiami al grind-core senegalese di matrice induista.
Analizzando “Fogna”, già dal titolo si evince una weltanschauung parossistica, attraverso la quale il nostro riflette un’idiosincrasia elitaria dell’afflato umanistico odierno. Anche qui, le citazioni musicali sono colte e variegate, seppur riconducibili alla musica contemporanea danese.
Infine “Hai Mai Pensato Di Cambiare Le Mutande” cita allo stesso tempo Sturm Und Drang e futurismo, compiendo un’insperata taumaturgia; anche qui, come pure in “Stage Diving”, si odono vaghissimi riferimenti musicali a quelli di uno dei più celebri clan della zona della Baia.
Album del millennio.
Felice che sia passato il messaggio dello Sturm und Drang come evoluzione dell’Illuminismo tedesco. Scusate, mi suona il telefono. “Si, chi parla? Carlo? Si ma Carlo chi? Ah, Carlo Benante. Scusa sto scrivendo sull’internet, ti chiamo dopo”. Portate pazienza ma mi stanno rompendo un sacco di musicisti che chiedono si suonare con me. Vabbeh ascoltate Falloppio Srl a volume sostenuto e ricordatevi di cambiare le mutande.