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« Una compilation volta a celebrare il sodalizio tra due popoli, quello russo e quello italiano. / Il terremoto di Messina del 1908 fu uno degli eventi più disastrosi del XX secolo, […] colpì le città di Messina e Reggio Calabria causando la morte di metà della popolazione della prima ed un terzo della seconda. / Tra il caos generale, i primi soccorritori stranieri che corsero in aiuto della popolazione devastata furono proprio i marinai russi alla fonda ad Augusta, che con sei navi si diressero a tutta forza verso Messina per il primo soccorso e per sedare gli atti di sciacalaggio in atto in quel momento. / Agli eroici russi venne assegnata una speciale medaglia di benemerenza, che campeggia sul bianco della copertina del disco. / Ai marinai fu dedicato anche un monumento a Messina, visibile ancora oggi nel “Largo dei Marinai Russi”, la cui forte e possente figura sarà fregio del CD stesso. ». Questa l’epigrafe firmata L. Nobili circa il codice [DW001] della sua nascente produzione, al centodiciottesimo anniversario del sisma jonico.
Fu esordio dal tema curioso; e onorevole. Tema relegato all’antichità e strappato alla sparuta memoria-coscienza collettiva odierna, irrimediabilmente traghettata verso un futuro a tutti i costi, stretta in una cultura U.S.A. e getta afflitta da amnesia storica indotta.
Una museale collaborazione più-italo-che-sovietica, tra rappresentanti a vario titolo e della musica tradizionale e della musica industriale, con la prima appannaggio quasi completo del fronte oltrecarpatico e la seconda di quello mediterraneo.
Difficile (e probabilmente poco nobile) determinare uno o più vincitori in un lavoro che inneggia alla collaborazione e non alla competizione, tuttavia è illuminante citare almeno i ruoli al power electronics di Svart1, alla schizofrenia elendiana dei J Orphic, all’inaspettata rilettura di “Солдаты группы “Центр”” (Владимир Высоцкий, 1965) dei Moon Far Away, al dark ambient crudele di Valerio Orlandini, alla musica etnica dei siberiani Nytt Land e alla reinterpretazione di una canzone incisa nel 1935 (Enzo Fusco, 10″ su Fonotecnica) di Corazzata Valdemone. Curioso ravvisare il furto/tributo di progressione armonica da “October” degli U2 (1981, al tempo gente seria) da parte di Kratong. Non ce ne vogliano gli altri partecipanti: la compilazione mostra pochissimi cali di tensione (per aiutarvi a decidere, qui sotto si trova il video della presentazione) e vale tutti i soldi che vorrete spendere nella vostra copia personale.
Se non volete farlo per finanziare una piccola etichetta, fatelo almeno per onorare il passato. Nel bene e nel male, tutto ciò che siete dipende da esso.