Visualizzazioni post:247
È dura se non impossibile tenere il passo con le uscite Svart, per lo più abili ed agili nell’innescare un sentimento di benevolenza che si pone in qualche punto di una rosa che parte dalla simpatia e arriva all’idolatria. Neppure a dirlo, proprio in questi giorni esce, tra i tanti altri, un ulteriore monumento dei Messa (il periodo vede poi rincorrersi le leccornìe più recenti di Kuolemanlaakso, 40 Watt Sun e Deathbell, per far solo tre nomi). Non sono sicura che i Seremonia siano partiti imbracciando lo stile in cui suonano attualmente; so però che il loro rock psichedelico fa venire voglia di sballo non solo auricolare e che questo gruppo è la quattrocentoottantaseiesima dimostrazione che, priva della schiavitù linguistica di cui ben sappiamo, la musica si riappropria di olezzi e colori sorprendenti: l’idioma finnico imprime un sigillo che è fin banale definire come unico.
Scandito dal passo di questa straordinaria organizzazione fonetica, la lancetta di Neonlusifer oscilla lievemente tra garage indiavolato (“Tuolle Puolen Auringon”) e a volte persino quasi duro (“Neonlusifer”), fatture psichedeliche (“Naamiot”, ad esempio) e momenti più pacati (“Raskasta Vettä” su tutti). Qui hanno tirato fuori ghigni di approvazione “Kaivon Pohjalla”, con il suo pungente sapore di primi Banshees – la partenza dà un brivido – e la ferma determinazione di “Väärä Valinta”.
Neonlusifer presenta la stessa formazione che il gruppo ha dal 2013, dura poco più di trentacinque minuti e segue tre singoli a quarantacinque giri, quattro ellepì e una presa in giro mono-canzone. Tutti col sigillo di una casa discografica che vien voglia di encomiare sulla stampa nazionale. Ave, o Satana.