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Terzo lavoro per il gruppo finlandese di death doom Kuolemanlaakso, guidato da Mikko Kotamäki (Swallow The Sun). Dopo ben otto anni arriva questo Kuusumu ma del resto, come hanno dichiarato, « la pausa di registrazione si è allungata imperdonabilmente, ma nel doom non c’è fretta ». I testi di Kuusumu sono basati sull’improvviso raffreddamento globale iniziato nel 535 e che portò ad un inverno lungo dieci anni, alla perdita dei raccolti, alla carestia e alla morte di massa del bestiame e di altri animali. Il cambiamento climatico fu molto probabilmente causato da massicce eruzioni vulcaniche, la cui nebbia oscurò il sole per un anno e mezzo e portò a perdita di luce e a freddo intollerabile. Inoltre, la peste bubbonica che iniziò nell’Impero Bizantino nel 541 travolse l’Europa, uccidendo decine di milioni di persone durante la crisi climatica.
Con queste premesse, l’ascolto del disco inizia con una certa ansia e le prime note di “Pimeys Laski” al pianoforte non fanno che accrescere questa sensazione; ma il brano si trasforma e diventa lento e pesante, con gli arrangiamenti e i passaggi di tastiere a supportare la voce pulita e straziante di Kotamäki. L’inserimento di parti vocali sporche rende ancora più particolare questo lavoro che, nonostante sia definibile come death-doom, riesce ad essere in realtà un insieme di generi che va dal death metal al gothic metal. Anche se la dose di pesantezza è molta, le melodie vengono fatte risaltare e a volte è la voce, altre il piano, altre la chitarra a proporre delle linee sotto al cantato sporco. Non posso evitare di citare gli Amorphis come esempio di questa maniera di costruire i brani, anche per via di certi passaggi e sonorità delle tastiere. In “Kuohuista Tulisten Koskien” sembra di fare un tuffo negli anni d’oro del death metal melodico e non siamo assolutamente sulle velocità del classico pezzo doom. Anche in “Pedon Vaisto” si parte belli decisi, per passare ad una strofa lenta con voce più vicina al black metal: un brano che fa del cambio di stile il proprio punto di forza, senza mai tradire le sonorità generali. La conclusiva “Tulessakävelijä”, un pezzo dal tempo medio, inserisce echi quasi bizantini, con le orchestrazioni molto avanti nel mix e le sempre presenti chitarre che potrebbero ricordare i Therion.
Lavoro decisamente interessante, forse piuttosto inglobato in un nuovo stile che Swallow The Sun e compari stanno facendo diventare lo standard in questo genere. Nonostante ciò, i brani sono godibili e non resta il classico amaro in bocca che segue un disco troppo simile ad altri. Inoltre, il gruppo non sforna certo album ogni anno. Un album invernale, in cui si avvertono le sensazioni che i Kuolemanlaakso vogliono trasmettere: dolore e miseria. Kuusumu è stato co-prodotto, registrato, missato e masterizzato dal chitarrista dei Triptykon e Dark Fortress, V. Santura (che ha lavorato su tutte le altre loro uscite). Una copertina che resta impressa anche senza scritte o altro, musica che entra nell’anima per non uscirne più.
Non perdetevi questo disco.