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Sotto l’egida della nostrana Scarlet, sempre attenta sul fronte dei migliori gruppi della scena metal underground a livello italiano ma anche europeo, i finlandesi Thy Kingdom Will Burn pubblicano il secondo album dopo nemmeno un anno dal precedente e omonimo – disco di buon livello ma forse ancora un po’ acerbo.
Oggi, con The Void And The Vengeance, il gruppo dimostra di aver sfruttato appieno il tempo a sua disposizione nel processo creativo, riuscendo a comporre nove brani di valore, apprezzabili soprattutto da chi nella propria personale lista di ascolti preferiti può annoverare In Flames, Amon Amarth e Children Of Bodom. Insomma… se vi piace il death metal melodico…
Difatti, nei circa quarantacinque minuti di durata dell’opera si viene investiti da una buona attitudine e, alle peculiarità death (abbastanza edulcorate, a dire il vero, ma le basi di partenza del genere suonato dai finnici oggi sono diverse rispetto a quelle di un paio di decenni fa), si unisce la tipica pratica di ottenere melodie coinvolgenti e riuscite, come in “Disbelief“, “Siren Of Doom” o nel singolo “Fortress Of Solitude“, grazie al lavoro eterogeneo ma affiatato delle due chitarre di Sami Kujala ed Esa Virén. Alcuni degli episodi, come l’iniziale “Between Two Word” e la veloce “Serpents“, sono particolarmente spinti e mostrano il lato più ruvido, reso più compiuto da una minore presenza di voci pulite all’interno delle singole parti di strofa o ritornello rispetto all’esordio.
Segnalo nello specifico due canzoni che mi sono entrate in testa con facilità e che ho avuto modo di ascoltare con piacere nei giorni precedenti questa recensione: “Nothing Remains“, condotta da un riff veramente divertente e ben strutturato, e la conclusiva “Through The Broken Lens“, nella quale un delicato pianoforte posto ad introduzione apre la strada ai quattro verso un brano appassionato e condito di elementi sinfonici non poco apprezzabili.
I Thy Kingdom Will Burn hanno dimostrato di essere una delle realtà più interessanti in ambito al genere di riferimento e la pubblicazione di due album in solo un anno ne certifica la passione e la volontà di mettersi in gioco. Di questo passo, non mi stupirei se nelle scalette dei prossimi festival continentali dovessi leggere il loro nome. Bel lavoro!