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Oltre alle gambe (e al resto del fisico) di Ana Nikolić e di Nevena Branković, rispettivamente cantante e tastierista, c’è di più … e lo si sente in tutti i solchi di questo debutto dei neonati The Big Deal, First Bite. Il gruppo è completato dal polistrumentista Alessandro Del Vecchio e da due membri degli Alogia, Srdjan Branković (chitarra) e Marko Milojević (batteria). A parte Alessandro, la truppa proviene dalla Serbia e suona un energico rock melodico dal forte impatto. Influenzato da gruppi hard rock degli anni Ottanta e anche moderni, le loro cover di Europe, Abba e Nightwish (pubblicate qualche mese fa su You Tube) spiegano quali sono i gruppi che li hanno più influenzati.
Dice Srdjan Branković: « Sono lieto di poter dire che abbiamo firmato un accordo con l’etichetta rock e metal Frontiers e sono entusiasta del fatto che la mia priorità negli anni a venire sarà la cooperazione con loro. Penso di aver trovato non solo una casa ma il posto migliore nell’universo per la mia musica, dal momento che credo che la Frontiers sia una delle etichette con le idee migliori. Hanno in catalogo progetti e pubblicazioni fantastici, che hanno reso la scena rock molto più bella e potente. Accanto al sottoscritto alla chitarra, c’è una formazione interessante. Abbiamo Nevena, una virtuosa del pianoforte che pure canta e che definirei un’apparizione originale sulla scena rock internazionale, e c’è poi un’altra signora del rock coinvolta come cantante: si chiama Ana ed è un’amante del r’n’r, in possesso di una voce molto originale e molto bella. Marko si occupa della batteria, mentre Alessandro si occupa di tutte le linee di basso. Inutile dire che siamo tutti su di giri. »
First Bite inizia subito con una canzone melodica e trascinante, “Never Say Never”, singolo hard rock ben riuscito soprattutto per l’interessante intreccio di chitarra, sintetizzatore e cori; chiude la composizione il pianoforte della Nevena, che dimostra di essere uno degli elementi fondamentali della formazione. Lo stesso si può dire per le furenti sei corde di Branković abbinate all’assolo tastieristico della moglie.
Il gruppo infiamma poi con l’incisivo pop/AOR di “I Need You Here Tonight”, dalla maestosa introduzione di tastiera che strizza l’occhio al metal sinfonico, guidato da sintetizzatori particolari, che avvolgono il bel ritornello del brano. Qui la voce di Ana è fenomenale e si espande nell’atmosfera di rock melodico di cui è fortemente impregnato il pezzo. La canzone successiva, “Sensational”, che ricorda decisamente gli Abba, è un altro singolo attraente, in cui le due cantanti duettano splendidamente: Ana fa ricorso a tonalità basse mentre l’amica si occupa di quelle alte. Il leggero piano e le melodiche e ritmate sei corde di Srdjan fanno il resto, risultando convincenti e rilassanti quanto basta per cadere in estasi anche mentre le linee martellanti di basso sembrerebbero portare in un’altra direzione. Dopo questo momento di calma apparente, entra in gioco la veloce “Top Heaven”, brano hard rock dal ritornello mieloso e i cori concitati, influenzato dagli anni ‘80. Con il rock di “Wake The Fire” i ragazzi rallentano il tempo di esecuzione ma non diminuiscono la melodia, grazie ad un refrain molto orecchiabile. Oltre alla dolce armonia, si ascolta qui un sunto delle tracce precedenti: robustezza, tecnica e un eccezionale assolo di chitarra.
Altro pezzo a tempo medio è il ritmato “In The Dead Of The Night”, nel quale tastiera e cori la fanno da padroni e risultano in un hard rock con elementi sinfonici, che rallegra dal primo ascolto. L’AOR di stampo americano fa capolino invece nella piacevole “Rebel Lady”, dal gusto sempre ottantiano. Nonostante questa leggera variazione nel suono, la forza e l’orecchiabilità del disco rimangono invariati e sempre buoni.
Le sorprese non finiscono. Il prosieguo con “Power On” è qualcosa di incredibile e sinceramente inaspettato: pezzo di heavy metal tradizionale alla Iron Maiden, ruggente ed eseguito ad alta velocità, che scuote il corpo e l’anima in cui la melodia per un momento viene messa da parte, sopraffatta dagli urli delle due serbe. “Bad Times, Good times” è un altro mid tempo di buon AOR, caratterizzato dalle ottime prestazioni delle due cantanti, che affrontano molto bene un’eccellente melodia guidata dall’elettrica. Se la penultima “Fallen” sa di un hard rock già sentito, lo stesso non si può dire per l’ultima in scaletta, “Lady Of The night”, dalla forte carica emotiva e che strizza l’occhio al metal melodico scandinavo, con una battente sezione ritmica, tastiere sempre in primo piano e una chitarra spagnoleggiante nel bel mezzo della canzone.
In definitiva, First Bite è un album moderno e ben riuscito, largamente influenzato dagli stili del decennio più volte citato, pur non contenendo nemmeno un lento. Brani sì elettrizzanti ma non memorabili. Certo che, se i cinque continuano con questo spirito, potremmo vederne delle belle: il gruppo si dimostra infatti una fucina di talenti e ce n’è a sufficienza per farsi conoscere e apprezzare a livello internazionale.