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Esce nella primavera del 2022 Virtual Eyes, il quarto disco dei Perpetual Fire. Pubblicato da Wanikiya Records questo lavoro arriva dopo un po’ di anni dal precedente Bleeding Hands, uscito nel 2017, sia per questioni organizzative (il chitarrista Steve è spesso in tour con Pino Scotto) che per problemi legati al periodo Covid-19; in effetti questo disco era già pronto ma la formazione ha preferito aspettare tempi migliori per programmarne l’uscita.
Il genere che propongono i Perpetual Fire è, senza ombra di dubbio, power metal…o forse no? Dalla fine degli anni novanta ne è passata molta di acqua sotto i ponti, come dal primo disco pubblicato nel 2006. La musica si è evoluta diventando più personale, più particolare e meno legata alle sacre regole del Libro dell’Heavy Metal (cit.). Questo è un male? Assolutamente no, i brani sono meno grezzi dagli esordi ed ascoltando il disco risulta chiaro che, nonostante le differenze tra alcuni dei brani presenti, si tratta sempre della stessa band.
La prima “Never Fall” resta ferma sul classico power metal veloce, ma basta andare avanti ed ecco “Stop”, un gran bel brano che strizza l’occhiolino ad un certo hard rock melodico del Nord Europa. Ma non fatevi ingannare dalle linee vocali accattivanti, la struttura e la parte musicale è tutt’altro che una canzoncina. Ottimi arrangiamenti e utilizzo mirato delle risorse che hanno a disposizione, i Perpetual Fire inseriscono tastiere melodiche, ritmiche dinamiche, riff cattivi e tecnici alternati a linee chitarristiche facilmente memorizzabili. Stile moderno con sintetizzatore e ritmiche decise per “Virtual Eyes”, morbida e melodica “A Place in Heaven” con il suo ritornello bomba (e molto bello il videoclip), la botta heavy di “Trust Yourself”; ogni brano è nel posto giusto al momento giusto. Delicatissima sul finale “Dunes” dove voce e chitarra acustica tolgono spazio al metal per un brano dal sapore ottantiano. Da segnalare anche la potentissima “Sirio”, un pezzo strumentale che farà la gioia degli amanti della chitarra.
Un disco pieno di espressività che punta su canzoni spesso differenti tra loro, che non annoia e si fa ascoltare facilmente. Ma non bisogna fermarsi alle apparenze, la qualità tecnica dei testi e della musica è alta ed i Perpetual Fire sanno fare alla grande il loro mestiere. Un disco che può piacere a molti, anche a chi abitualmente non ascolta un certo settore preoccupato dai “dischi fotocopiati”; questo è dotato di un gran carattere e lo ascolterete molte volte.