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Signore e signori, let the raid begin. E mai frase fu più azzeccata per introdurre, degnamente, l’ultima fatica discografica degli svedesi Amon Amarth, una delle più conosciute icone del viking metal. I nostri guerrieri sono riusciti a regalarci l’ennesimo capolavoro che riesce a miscelare il puro e semplice genere “viking” ad influenze heavy e persino death melodiche. Infatti quest’ultima fatica è l’ennesima dimostrazione dell’evoluzione delle sonorità della formazione scandinava. Per farsene una chiara idea, basta ascoltare gemme del calibro di “Heidrun”, “Find A Way Or Make One”, “Dawn Of Norsemen”, “Get In The Ring” e, vero e proprio tributo all’invasione vichinga della Gran Bretagna, “The Great Heathen Army”. Una citazione a parte meritano sicuramente “Oden Owns You All”, un ottimo brano dai ritmi molto cadenzati che in alcuni punti rievocano lo stile estremo degli esordi, “Saxons And Vikings” che, manco a dirlo, è impreziosito dalla presenza di sua maestosità Biff Byford dei Saxon stessi, “Skagul Rides With Me” una mazzata nei denti che non fa prigionieri e “The Serpent’s Trail”, incentrato su temi esoterici legati al folclore vichingo e caratterizzato da sonorità oscure e sulfuree.
Siamo dinnanzi ad un album che, pur non essendo un capolavoro, riesce comunque ad essere godibile e a scorrere tranquillamente. La speranza è quella di poterli rivedere quanto prima dal vivo per lasciarci trascinare dalla loro potenza e dalla loro energia.