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Chi di questi tempi, offre suoni più leggeri e melodiosi non è ben accolto tra i puritani e gli ortodossi del puro metal, ma a volte ci sono band che meritano attenzione per la bravura, le emozioni emanate, gli ottimi arrangiamenti e le interessanti idee uditive proposte. Ebbene i neonati Ginevra capeggiati dal biondo cantante svedese Kristian Fyhr rientrano in questa casistica. Il cantante aveva già impressionato con i Seventh Crystal in Delirium del 2021, uno dei migliori dischi di rock melodico di quell’anno e da quel momento lo svedese è stato utilizzato dalla Frontiers Records in altri progetti, come cantante e nella scrittura dei testi di alcune composizioni. A quanto pare una canzone in particolare, tra quelle da lui composte, ha colpito l’immaginazione del Presidente della label, Serafino Perugino, che ha creato ancora una volta a un nuovo progetto partendo proprio dalla bellissima, “My Rock ‘N’ Roll”, per poi sviluppare un sound un po’ più robusto e più orientato ai riff di chitarra rispetto al classico AOR.
Il cerchio si è quindi chiuso con la chiamata, in seno al gruppo, di Magnus Karlsson (Allen/Lande, Primal Fear, The Ferrymen) alla chitarra e alla tastiera, di Jimmy Jay (H.E.A.T.) al basso e di Magnus Ulfstedt alle pelli (ex Nordic Union, ex Eclipse). Naturalmente il tutto sotto la supervisione del produttore e musicista Alessandro del Vecchio che ha messo qui tutta la sua esperienza e il suo estro artistico. La musica è molto melodica e a tratti tende ad appesantirsi, specialmente nel finale dell’opera, grazie alla sei corde elettrica dell’abile Magnus Karlsson, influenzato dalle sue formazioni di provenienza.
L’ottimo Fyhr dimostra invece di essere in grado di cantare facilmente qualsiasi cosa, anche se nel complesso le armonie non sono poi molto lontane dai suoi Seventh Crystal e molto influenzate dalla musica degli anni ’80, come quella dei Survivor. “Siren’s Calling”, è il brano che apre l’album We Belong To The Stars e che avvolge, con il suo ipnotico ritornello melodico l’anima dell’ascoltatore. Le coinvolgenti tastiere e la chitarra vanno diligentemente a braccetto su un buon ritmo rock guidato dalla calda e pulita ugola dell’egregio Fyhr. Il talento compositivo di Khristian e Karlsson continuano sia nella seconda “Unbreakable” e sia nella terza “Apologise”, incentrate entrambe su un grande e brillante lavoro chitarristico e tastieristico. In particolare, la prima è caratterizzata da alcuni affabili intermezzi di pianoforte mescolati al ritornello, chiudendo poi con un sofisticato assolo di chitarra di Magnus. Il sentimentale “Masquerade” è un lento con un inizio acustico, dove emerge l’esuberante voce rock della cantante britannica Chez Kane in duetto con quella altrettanto speciale di Kristian Fyhr. Canzone magica e romantica, che si accende di fervore però solo con l’epico assolo della chitarra elettrica del vichingo Karlsson.
Proseguendo, ci si risveglia dal momentaneo torpore emotivo con la veloce “Break The Silence”, pezzo AOR dal grande ritmo e dall’orecchiabile refrain. Qui Alessandro Del Vecchio è fondamentale negli arazzi di tastiera che avvolgono i riff spigolosi e melodici della chitarra. L’intro ottantiano di “Brokenhearted” riporta indietro nel tempo ma con classe e una pulizia del suono fresca e moderna. Il ritmo cadenzato del brano è poi sostenuto dalla cavalcata vocale del cantante e dai veloci e dirompenti assoli della melodicissima e ruggente chitarra dell’esperto scandinavo.
La base più pesante dell’intero album si ode nel pezzo “We Belong To The Stars”, dove si sente finalmente un po’ di metal con una sezione ritmica possente grazie alle scivolose linee di basso di Jay e ai ritmi percussivi di Ulfstedt. Anche qui il ritornello è molto melodico ma l’arrangiamento è indurito anche da una spigolosa chitarra che trascina dall’inizio alla fine tutti gli strumenti. Per fortuna da qui alla fine le tracce diventano più dure e massicce. È il caso di “I’ll Be Around” e di “Falling To Pieces”, dove basso e batteria spingono il ritmo mentre Magnus pigia un po’ di più sull’acceleratore della sua fedele chitarra e Fyhr rafforza le sue vellutate e melodiose corde vocali, dimostrando tutta la sua potenza vocale. La penultima traccia hard rock, “The Fight”, chiude questa robusta parentesi con un super ritornello melodico e accattivante che si stampa subito in mente.
Infine, la già citata e accattivante ballata “My Rock’n’roll”, con le sue raffinate e ruffiane chitarre acustiche fa venire i brividi e chiude bene in generale un bel platter, forse troppo riflessivo e poco audace dati gli interpreti ma nel complesso piacevole. L’opera è interessante e a tratti riuscita per via degli intricati riff di chitarra e di batteria, ma soprattutto i brani spiccano per la vibrante performance vocale dell’ottimo Kristian, uno dei migliori cantanti rock in circolazione.