CANDLEMASS – Sweet Evil Sun

Titolo: Sweet Evil Sun
Autore: Candlemass
Nazione: Svezia
Genere: Epic Doom Metal
Anno: 2022
Etichetta: Napalm Records

Formazione:

Leif Edling – basso
Mats Mappe Björkman – chitarra ritmica
Johan Längqvist – voce
Lars Johansson – chitarra solista
Jan Lindh – batteria


Tracce:

1. Wizard Of The Vortex
2. Sweet Evil Sun
3. Angel Battle
4. Black Butterfly
5. When Death Sighs
6. Scandinavian Gods
7. Devil Voodoo
8. Crucified
9. Goddess
10. A Cup Of Coffin (Outro)


Voto del redattore HMW: 9/10
Voto dei lettori: 6.4/10
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Arriva finalmente l’attesissimo nuovo lavoro di una delle formazioni più influenti nel panorama doom. Sweet Evil Sun: così si intitola il tredicesimo album degli svedesi Candlemass, gruppo che, sono sicuro, non ha bisogno di presentazioni.

Esce a tre anni dall’interessante The Door To Doom, album che aveva segnato il ritorno in studio di Johan Längqvist, voce nel leggendario Epicus Doomicus Metallicus (1986). Devo dire che già in The Door To Doom ero rimasto ben impressionato da Johan, nonostante quel disco non fosse stato scritto pensando alla sua voce. Ora non posso che dichiararmi entusiasta del suo ritorno. Certo, come molti non mancano di sottolineare, non è Messiah. Questo non vuol dire che Johan non si sia (ri)guadagnato il posto che merita: ha un suo stile, decisamente più aggressivo, senza però dimenticarsi della melodia (ad esempio in “Scandinavian Gods”), che non manca certamente di personalità e, a suo modo, di teatralità.

Il nuovo corso dei Candlemass sembra essere caratterizzato da un nuovo affiatamento. Fermo restando che tutto passa per Leif,  questo disco sembra riflettere una formazione che si è divertita a suonare insieme e a registrare il disco, senza svolgere semplicemente i compiti di casa. Per questo motivo mi piace e mi piace parecchio.

Leif e soci ancora una volta hanno fatto centro sfornando un piccolo gioiello. Da un lato abbiamo tutto ciò che possiamo aspettarci da un disco dei Candlemass: canzoni epiche, ritmi ossessivi e lenti alternati a sfuriate, melodie accattivanti. Dall’altro ci sono piccoli particolari che portano freschezza, ad esempio il ritornello di “Sweet Evil Sun”, ha un sapore anni ’70 che permane lungo il disco grazie alla presenza dell’organo, che ha fatto raggiungere alle composizioni un nuovo livello. Tutto questo può essere ben riassunto nella apertura con “Wizard Of The Vortex”, fra i migliori pezzi del disco. Anche se, a dirla tutta, non trovo un punto debole. Ogni singolo pezzo ha qualcosa che lo rende interessante. Da quelli più “classici” come “Black Butterfly”, “Goddess” e “When Death Sighs” (incantevole il ritornello che vede come ospite Jennie-Ann Smith degli Avatarium) a “Devil Voodoo”, che con i suoi sette minuti e mezzo è il pezzo più lungo, caratterizzato da una chitarra che per certi versi mi ricorda alcuni lavori degli austriaci Stygma IV, tutto si bilancia e ci offre un disco memorabile. Insomma, una chiara dimostrazione che il quintetto ha ancora molto da offrire.

Fra i miei pezzi preferiti sicuramente “Angel Battle” che, dopo una introduzione caratterizzata da una ritmica super groovy,  esplode in un pezzo spacca-collo, gioia per tutti gli headbanger; e “Crucified”, dopo un’introduzione di chitarra melodica – la cui melodia è ripresaa metà del brano – che ricorda molto i Cradle Of Filth, si apre in un pezzo decisamente energico (e dove ancora una volta alcuni parti di chitarra mi rimandano, come sonorità, agli Stygma IV) per poi tornare a ritmi angoscianti, ripetitivi e lenti sul finale. Come è giusto che sia.

La sezione ritmica solida, le parti soliste – come sempre impeccabili – e l’ottima prestazione vocale sono arricchite da una produzione chiara, essenziale, genuina e senza bisogno di fronzoli.

La conclusiva “A Cup Of Coffin” dura pochi secondi, sufficienti per lasciarci con la voglia di ricominciare ad ascoltare il disco.

Un consiglio: mettetelo a ripetizione e fatevi trascinare nelle profondità della vostra anima; non lottate, abbandonatevi alla sua epicità, alla sua angoscia, alla sua terribile bellezza. “Top album”.

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