ELDER – Innate Passage

Titolo: Innate Passage
Autore: Elder
Nazione: Stati Uniti D'America
Genere: Progressive/Stoner Rock
Anno: 2022
Etichetta: Stickman Records

Formazione:

Nick DiSalvo – Voce e chitarra
Jack Donovan – Basso
Mike Risberg – Chitarra e tastiere
Georg Edert – Batteria


Tracce:

01. Catastasis
02. Endless Return
03. Coalescence
04. Merged In Dreams – Ne Plus Ultra
05. The Purpose


Voto del redattore HMW: 7,5/10
Voto dei lettori: 8.0/10
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C’è un momento nella vita di chiunque che rappresenta la vera prova di fedeltà nei confronti delle persone alle quali vogliamo bene. Un attimo in cui anche le più profonde certezze decadono e la codardia, la volontà di fuggire senza lasciar traccia e la grettezza prendono il sopravvento sui nostri più virtuosi spiriti. Può avvenire una volta sola ma è più probabile che avvenga molte volte, anche in concomitanza una con l’altra. Potrei descrivere iperbolicamente questo momento che differenzia l’uomo dalla bestia e ci consente di vivere in società basate sull’armonia e il rispetto reciproco ma mi limiterò a presentarlo con la sentenza che lo genera e seguente caduta nel degrado:

“SEI STATO AGGIUNTO AL GRUPPO “COMPLEANNO DI ALBERTO””
“Bella raga, che gli facciamo a sto disgraziato come regalo?”
“Ma di nuovo? non glielo abbiamo già fatto il regalo?”
“Si ma era l’anno scorso, scemo”
“Eh beh che c’entra”
“va beh pigliamo 4 o 5 set di corde e la facciamo finita lì”
“Ma sei pazzo, quello suona con le Elixir, ci parte un capitale”
“Azz, va beh… ho visto che esce il nuovo degli Elder, magari posso richiederlo al capo supremo Ivan e farmi un’idea se acquistare il vinile che sicuro ha una copertina splendida. Mal che vada avrà un tagliere di classe”

Gli Elder sono, senza timore di esagerare, una delle formazioni di maggior valore e interesse artistico del nuovo millennio, in grado di presentarsi come assoluti astri del panorama stoner rock/metal già dall’esordio omonimo datato 2008 e tracciare una parabola espressiva cangiante e progressivamente sempre più elaborata e ricca di elementi in grado di farli apprezzare da un pubblico tanto vasto quanto eterogeneo.

Il sottoscritto ebbe la fortuna di vederli dal vivo in una bollente serata di metà Giugno nella location dello Spazio 211 di Torino, proprio su consiglio di quell’Alberto che tanto ha fatto tremare i nostri principi di amicizia sul famelico gruppo Whatsapp. Che spettacolo fu quello, signori! Un evento passato totalmente in sordina e con un’affluenza di pubblico relegata ai fan dichiarati e a pochi altri curiosi. Un grande peccato, soprattutto per chi si è perso tale show ed una così elevata e “nobile dimostrazione di potenza”, parafrasando i Pantera (un po’ carucci per quanto riguarda la data felsinea ma attendiamo di vedere l’evolversi della scaletta di giornata).

La tappa finale di questo viaggio ormai in corso da quasi 15 anni è il nuovo “Innate Passage”, un ottimo compendio di canzoni della durata media di 10 minuti per un totale di circa 50 minuti di musica. Devo dire che, soprattutto in considerazione delle opere precedenti dove la matrice più “corposa” e massiccia derivante dallo Stoner era ben presente in tutte le tracce, questo disco non mi ha subito colpito. Anzi. Addirittura mi ha lasciato mal disposto, non tanto per le 5 canzoni in sé, quanto per la sensazione di “già sentito” che derivava da molti passaggi che condiscono i brani.

Le chitarre gemelle che si sfidano a ricamare arabeschi, le armonizzazioni, la chitarra ritmica e il basso di  tambureggianti e sincopati, gli arpeggi delicati e le esplosioni sonore. Tutto bello ma… ehi mi sembra di capire troppo facilmente la prossima mossa! Va beh, c’è un regalo da fare e il tempo stringe, rimetti su l’album e valuta una volta per tutte.

Improvvisamente quel mero tecnicismo presente in “Endless Return” è diventato un assolo di così grande gusto e coinvolgimento da rimanere ancorato alla memoria. E che dire di quel cambio di passo cavalcante poco dopo l’inizio della suite “Merged In Dreams – Ne Plus Ultra” con le sue linee vocali così significative e leggere? E poi, esattamente al minuto 06:02 della conclusiva “The Purpose”, avviene qualcosa di speciale: dopo un climax di voce e chitarra che si chiude su un fraseggio molto piacevole ecco che con un solo “banale” bending di chitarra unito al concomitante attacco degli altri strumenti, il tempo fisico sembra accellerare a MAC 3 benchè la dinamica non cambi e non vi siano reali aumenti di BPM. L’ho risentito almeno 30 volte e ancora non capisco come sia possibile una cosa del genere. Da brividi sulla schiena. Una cosa che risulta ulteriormente godibile è l’inserimento delle tastiere portato dal chitarrista Mike Risberg, disseminate tra i brani a conferire nuove possibilità alle grandi capacità di tutti quanti oltre che ad essere di  supporto anche alla voce di Nick DiSalvo.

Risulterebbe un po’ fine a sé stesso tentare di descrivere oltre la musica degli Elder contenuta in “Innate Passage” ma possiamo tentare di definirla se proprio vogliamo e sicuramente il termine “Progressive” può giungerci in soccorso. E’ meglio essere espliciti invece sul fatto che questo disco va ascoltato a prescindere dalla conoscenza dei precedenti (che però invito caldamente a recuperare, ne varrà la pena!).

“Oh bestie, mi è arrivato il disco, alla fine non è male, l’avrò ascoltato 10 volte minimo”
“Grande! Ma il compleanno non era il 20 di Novembre? Siamo a Dicembre”
“Allora la prossima volta pigliamo le Elixir ma poi non voglio sentire lamentele che ci parte un capitale”

Auguri Alberto, ti voglio bene fratello.

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