ELECTRIC MOB – 2 Make U Cry & Dance

Titolo: 2 Make U Cry & Dance
Autore: Electric Mob
Nazione: Brasile
Genere: Hard Rock
Anno: 2023
Etichetta: Frontiers Records

Formazione:

Renan Zonta: voce
Ben Hur Auwarter: chitarra
Yuri Elero: basso
Andrè Leister: batteria


Tracce:

01. Sun Is Falling Down
02. Will Shine
03. It’s Gonna Hurt
04. By The Name Of (nanana)
05. Soul Stealer
06. 4 Letters
07. Locked n Loaded
08. Saddest Funk Ever
09. Thy Kingdom Come
10. Love Cage
11. Watch Me (I’m Today’s News)

 


Voto del redattore HMW: 7,5/10
Voto dei lettori: 10.0/10
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Gli Electric Mob sono una elettrizzante e giovane realtà brasiliana, composta dal cantante Renan Zonta, dal chitarrista Ben Hur Auwarter, dal bassista Yuri Elero e dal batterista Andre’ Jeister.  Il combo ritorna con il secondo album dal titolo 2 Make U Cry And Dance, dopo tre anni dal debutto intitolato Discharge, pubblicato sempre per Frontiers Records. Il bravissimo Zonta è stato comunque molto impegnato in questo lungo periodo di pandemia perché, nonostante il fermo dei concerti, ha cantato negli album degli Skills, dei Restless Spirits, di Jani Liimatainen e dei connazionali Brother Against Brother.

La sonorità di questa nuova opera non presenta novità in quanto il quartetto ripropone un classico hard rock dalle venature metal, a tratti moderno, avvicinandosi al genere alternative, impreziosito da passaggi blueseggianti che rendono il tutto particolare e variegato. L’unico brano che alterna la chitarra acustica a quella elettrica è “4 Letters”, dove il chitarrista Ben Hur Auwarter e Zonta offrono atmosfere tranquille, e allo stesso tempo energiche. Qui emerge lo stile vocale versatile, grezzo ma anche armonioso in un contesto sonoro arricchito da un bel ritornello. La forza dei carioca è anche la chitarra elettrica di Auwarter che sprigiona riff graffianti e impressionanti assoli di chitarra come in “Locked n Loaded” dal ritmo incisivo e costante, ma sempre mantenendo un accessibile armonia di fondo. Dall’inizio, con “Sun Is Falling Down”, gli Electric Mob mettono subito le carte in tavola presentando un pezzo pesante ma con una melodia trascinante che risalta la formidabile e profonda estensione vocale di Renan circondato da un ritmo violento e infernale.

Questo riuscitissimo miscuglio di robustezza sonora, di note sdolcinate e abbastanza armoniche appare prevalentemente in tutto il platter. Sulla stessa falsa riga del pezzo precedente occorre citare la spigolosa “Love Cage”, dal connubio robusto tra la mostruosa voce del cantante e la chitarra ossessiva della sei corde elettrica. La canzone porta indietro nel tempo ai suoni tipici del secolo scorso per via della fusione tra elementi di rock classico e di puro hardcore. In “Will Shine”, i tocchi di chitarra sono più luridi e polverosi (basta ascoltare il fragoroso assolo di Ben Hur), sostenendo comunque uno dei migliori ritornelli orecchiabili del disco. Zonta con le sue corde vocali è l’anello di congiunzione del quartetto. Auwarter è una furia della natura, ma sa diligentemente quando premere l’acceleratore senza strafare. André Leister fracassa le sue pelli a ritmi elevati e battenti spingendo i suoi compagni a dare il massimo. Colpisce il funky rock cadenzato e settantiano di “Saddest Funk Ever”, una delle migliori composizioni della scaletta, dal refrain melodicissimo e dal ritornello super canticchiabile. Prende il via con una bella linea di basso del bassista Yuri Elero e poi decolla in una jam funk/rock da urlo, con riff distorti e farinosi.

Sembra di essere proprio negli anni ’70 o addirittura all’interno del gruppo degli Inglorious di Nathan James, compagni di scuderia in casa Frontiers. La sezione ritmica non sta a guardare, ma trascina senza sforzo tutti i pezzi come nella terza in scaletta, la corale e ruvida “It’s Gonna Hurt”, dalle atmosfere psichedeliche e blues con l’ugola del vocalist dannatamente simile a quella del collega britannico Nathan James. Il singolo rock and blues, “By The Name (nanana)”, dalle sonorità tipicamente americane alla Mr Big spicca per il bel ritornello orecchiabile che si stampa direttamente in mente senza uscirne più. Delude un po’ “Soul Stealer” per la poca personalità e originalità, nonostante abbia un sound grintoso e scorrevole grazie ad una sdolcinata e ruffiana melodia.  Un altro intro di chitarra acustica avvia la riflessiva e pacata “Thy Kingdom Come”, interrotta da spaventose urla e acuti isterici di Zonta e con un suono che continua ad aumentare sorprendentemente per poi arrivare a qualcosa di più veloce, ma sempre super orecchiabile e piacevole.

L’ultima “Watch Me (I’m Today’s News)” porta ad un aspetto più fresco, moderno, psichedelico e alternativo, ma guarda caso non convince più di tanto perché gli Electric Mob convincono principalmente nel classico e tradizionale del metal settantiano e ottantiano.

Renan Zonta ha una di quelle voci esplosive e senza tempo, che si distingue nell’ampio panorama rock e che funge da ciliegina sulla torta per una formazione cresciuta in maturità e consapevolezza. Gli Electric Mob, per concludere, sono una delle migliori band hard rock emergenti che merita un palcoscenico più grande. Ascoltare per credere!

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