NEMESIS SOPOR – Firmament

Titolo: Firmament
Autore: Nemesis Sopor
Nazione: Germania
Genere: Atmospheric Black Metal
Anno: 2023
Etichetta: Indipendente

Formazione:

RS – chitarra e voce
AB – chitarra
XM – basso
FK – batteria


Tracce:

01 – Detritus (12:39)
02 – Argus (07:17)
03 – Apsis (09:57)
04 – Paresis (05:04)
05 – Monument (07:13)
06 – Wall (07:46)

Durata totale: 50:00


Voto del redattore HMW: 7,5/10
Voto dei lettori: 8.0/10
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Nemesis Sopor è il nome di questo collettivo sorto nel 2008 e autore di ben quattro pubblicazioni maggiori, tra le quali ritroviamo Firmament, ultima fatica del quartetto di Dresda, in Germania. La proposta è ascrivibile ad una delle aree più intriganti del black metal, ovvero l’atmospheric black.

Sebbene una tale definizione sia piuttosto generica, a mio modo di vedere, consente di inquadrare la musica che sgorga dalle sei tracce di Firmament strutturandone la comprensione per lo meno a livello concettuale. Già, perché il livello sonoro invece esula dalla superficialità del nome conferitole, riuscendo a ideare in cinquanta minuti un percorso espressivo piacevole e nient’affatto scontato, indice della capacità creativa e compositiva di questi quattro artisti.

La suggestiva copertina rende giustizia innanzitutto al tema concettuale che riveste il disco, filosofico e meditativo: è possibile tracciare una linea nel cielo (o nel Firmamento che dà il nome all’opera) che ci consegni un limite tra la nostra realtà concreta ed una “celestiale” dove contenere i nostri fervori, le nostre idee, i nostri sogni? Le dimensioni che ognuno di noi è in grado di definire sono una corretta rappresentazione della nostra essenza e di quanto possiamo spingerci lontano con la mente nella valutazione dell’esistenza nella quale ci muoviamo. Tema affascinante e che ben si confà al contenuto musicale per certi versi “mistico” e sognante.

L’apertura è affidata al brano più lungo, “Detritus”, scelta che già di per sé identifica un certo tipo di attitudine quasi sfidante all’ascoltatore, che lungo i dodici minuti presentati può rendersi conto delle principali caratteristiche dei Nemesis Sopor. Si trovano qui ben tre impostazioni vocali, una pulita, una sporca tendente alle tonalità acute ed una corale, in grado di comunicare emozioni tra loro tanto contrastanti quanto simili. Difatti tutto l’album è pervaso da un approccio emotivo molto forte, con le canzoni a fungere da semplice mezzo espressivo e non da fine comunicativo, il quale invece è racchiuso nei testi – in lingua tedesca, funzionale alla narrazione e musicale a proprio modo. Per lo meno, questa è l’interpretazione che è possibile dare dagli stralci di testi trovati nell’etere, dato che ancora persiste il grave difetto di non allegare anche le parole delle proprie canzoni all’invio del materiale.

Incomprensione a parte, rigettandosi all’ascolto delle seguenti “Argus” e “Apsis”, siamo accolti da una miscela di elementi più classici del black, come i furiosi blastbeat, con altri di stampo progressivo e d’ambiente che in più occasioni si avvicinano ad influenze blackgaze grazie al lavoro melodico delle due chitarre. Si arriva persino all’inclusione di elementi rock, come è facile verificare nella conclusiva “Wall”, sorretta da giri di accordi aperti e che aiutano a donare sfaccettature uniche al brano.

Per quanto riguarda la produzione, i suoni sono ben definiti. D’altronde non vi sarebbe necessità di aggiungere maggior “sporcizia” ad una pubblicazione del genere, fatta anche di fraseggi chitarristici effettati con delay lunghi e riverberati, volti alla comunicazione di sensazioni e sentimenti sognanti più che rabbia e nichilismo.

Firmament è un prodotto valido e che può essere goduto da ogni ascoltatore, dato che al minutaggio elevato dei singoli brani non si frappone il rischio di affaticamento grazie ad atmosfere cangianti e ben costruite. Simbolo di una preparazione non solo tecnica, ma fortemente concettuale e tipica di chi crede nei propri mezzi e nelle proprie idee.

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