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Recensione scritta da Fabio Perf.
Il rumore di gocce che cadono, delicati arpeggi di chitarra, note di piano, una voce dapprima sussurrata… sono gli elementi che, in maniera assolutamente solenne, ci introducono a questo Storming The Walls, fatica prima dei greci Triumpher. La quiete prima della tempesta… tempesta metallica che risponde al nome di “The Thunderer”. Lo so, molti penseranno « Ehi, ma questi sono i Manowar! ». Sì, è vero, Joey e soci (quelli più epici degli esordi) sono sicuramente un’influenza presente ed inequivocabile per i Triumpher, ma non c’è solo questo. La band greca non ha paura di nascondere le proprie ispirazioni ma nemmeno di mostrare la propria personalità: già con il brano che dà il titolo all’album, un’epica marcia da battaglia, possiamo percepire anche un lato emotivo notevole, velato di una certa malinconia e drammaticità.
Prima di proseguire con l’analisi di questo disco, vorrei spendere due parole sul cantante Mars Triumph (Antonis Vailas), dotato di una voce possente che, fortuna nostra, non si limita solo a strillare ma canta (e lo fa dannatamente bene!), alternando momenti totalmente metallici a vocalizzi pregni di pathos e interpretazione.
Come avrete potuto intuire, ci troviamo di fronte a un heavy metal puro, marcatamente epico, che non lascia spazio a troppe ambiguità; ma i Triumpher non si limitano solo a questo. Prendete la traccia “Divus De Mortuus”: il riff d’apertura sembra provenire dal metal più nero ma, a poco a poco, si trasforma in una cavalcata epica, con delle parti vocali agguerrite che aprono ad una melodia maestosa nel coro (cantato che ricorda da vicino il buon Eric Adams). Ma non è tutto: quando l’irruenza pare voglia affievolirsi per un attimo, ecco che le chitarre irrompono con delle parti soliste evidentemente devote al verbo metallico. Una vera goduria!
E poi? Poi ancora una parte più oscura, cori lugubri e solenni, vocal che sconfinano nel growl, una cavalcata nera… il tutto miscelato in maniera credibile e convincente. D’altro canto, pur restando in territori chiaramente legati al metal più classico e tradizionale, la dinamicità e la trasversalità sono, a mio avviso, la via da seguire se si vuole emergere in un panorama decisamente affollato. Sembrano averlo capito bene i Triumpher che, tra accelerazioni, ripartenze e sapori decisamente oscuri (“The Tomb”), tessono le loro trame con chitarre talvolta classiche, talvolta affilate come rasoi. Un lavoro di batteria assolutamente dinamico e sorprendente non è semplicemente un contorno, ma una freccia in più all’arco dei nostri.
La chiusura è nuovamente metal epico (“The Blazing Circle”), con un Mars Triumph protagonista che sfodera una prestazione stellare.
Questo Storming The Walls è il classico fulmine a ciel sereno, che, quando meno te lo aspetti, arriva a colpirti dritto al cuore! Onestamente non credevo che oggigiorno una band praticamente sconosciuta (anche se alcuni dei componenti provengono dai “vecchi” Saboter) potesse tirar fuori dal cilindro un esordio così prorompente! Se siete degli ascoltatori attenti, che non gravitano attorno sempre ai soliti nomi, dovete dare assolutamente un ascolto a questo disco, per il sottoscritto, al momento, la bomba del 2023. Hail Triumpher!