MECCA – Everlasting

Titolo: Everlasting
Autore: Mecca
Nazione: Stati Uniti D'America
Genere: AOR
Anno: 2023
Etichetta: Frontiers Records

Formazione:

Joe Vana: voce
Joey Vana: voce
Sven Larsson: chitarra
Mitia Maccaferri: basso
Alessandro Del Vecchio: tastiera
Mirko De Maoi: batteria

Musicisti ospiti:
Tommy Denander, Christopher Börjars, Stefano Lionetti, Vivien Lalu, Stefano Mainini, Pete Alpenborg – Tastiere aggiuntive


Tracce:

01. And Now The Magic Is Gone
02. The Rules Of The Heart
03. I Won’t Walk Away
04. The Mistakes We Make
05. These Times Are For Heroes
06. Your Walls Are Crumbling Down
07. Everlasting
08. Falling
09. Endless Days
10. Living In Fear
11. Your Way


Voto del redattore HMW: 8/10
Voto dei lettori: 10.0/10
Please wait...

Visualizzazioni post:414

Se c’è un gruppo che tiene ancora alta la bandiera dell’AOR ottantiano e internazionale, questo è sicuramente quello dei sottovalutati Mecca, creatura del cantante americano Joe Vana capace ancora oggi, con la sua vellutata voce, di regalare emozioni e profondi sentimenti. Tornati in Frontiers l’anno scorso, hanno pubblicato una compilation, intitolata 20 Years con tutti i loro primi tre album. Everlasting è il quarto album in studio, dopo tanti anni di attesa, in cui il combo statunitense cerca di eguagliare il fenomenale debutto dell’omonimo album del 2002, che comprendeva all’interno della band: David Hungate (ex Toto) al basso, Shannon Forrest alla batteria, Fergie Frederiksen (ex Toto) e Joe alla voce, Mike Aquino alle chitarre e Jimmy Nichols alle tastiere, con il supporto e l’aiuto dell’amico e famosissimo musicista Jim Peterik (Survivor, Pride Of Lions).

Questo nuovo lavoro in studio esce sempre per l’italiana Frontiers, ma con la novità assoluta che dietro la tastiera e alla impeccabile produzione siede il conosciutissimo compositore e musicista Alessandro Del Vecchio. Cosa c’entra l’inserimento del talentuoso artista italiano? Innanzitutto, da parte Frontiers, è importante affidare suoni e arrangiamenti alla supervisione di una costola dell’etichetta in modo da dare più brio e robustezza alle undici composizioni del platter e poi in seconda istanza, cercare di ottenere i consensi del popolo rock europeo in modo da lanciare definitivamente la formazione statunitense sull’appetibile mercato europeo. Onestamente, a livello artistico, il gruppo di Joe e Joey Vana, rispettivamente padre e figlio con quest’ultimo conosciuto come chitarrista è che qui si esibisce egregiamente dietro al microfono, perde quella naturalezza e quella semplicità che li aveva contraddistinti fino ad ora. A tal proposito basta ascoltare la pomposa scaletta e la ballata “Everlasting”. Un lento a due voci, molto emozionante, trascinato malinconicamente da un pianoforte e da un refrain orecchiabile che punta su un arrangiamento perfetto ma ripetitivo e dal minutaggio purtroppo esagerato.

A parte Del vecchio alla tastiera e alla produzione, troviamo nella formazione: Sven Larsson (Street Talk) alla chitarra, Mitia Maccafferri al basso e Mirko De Maio alla batteria. A questi si aggiungono degli ospiti: il chitarrista svedese Tommy Denander (Radioactive), il chitarrista italiano Stefano Lionetti (Lionville), il compositore francese Vivien Lalu, il chitarrista e tastierista svedese Pete Alpenborg (Arctic Rain), il cantautore svedese Chistofher Börjars e il musicista italiano Stefano Mainini. Insomma, tutti musicisti capaci di aiutare Del Vecchio a dirottare le sonorità dei Mecca verso la lontana Europa. Everlasting è comunque un gran bel disco che scorre liscio come l’olio durante un viaggio in auto o sdraiati su una spiaggia a prendersi il sole.  La famiglia Vana canta splendidamente e il chitarrista Sven Larsson suona e strimpella talentuosamente la chitarra elettrica, come nel veloce e possente hard rock “The Mistakes We Make”, dal ritornello super orecchiabile che non lascia assolutamente indifferenti, grazie anche agli arazzi e ai folli assoli di tastiera, che si affiancano a quelli chitarristici, fondendosi in un tutt’uno. La tastiera è qui un elemento trainante e non può essere diversamente anche in “These Times Are For Heroes”, dal ritmo veloce e con una battente sezione ritmica che guida superlativamente tutti gli strumenti e soprattutto le pacate ugole dei due cantanti.

Colpisce in positivo l’apri pista “And Now The Magic Is Gone”, titolo pessimista per una canzone invece dirompente e molto vivace. Questo album promette bene già dall’inizio con le morbide tastiere di Alessandro, le intermittenti electric guitar che si scontrano in cori decadenti e incisivi come si può ben ascoltare nella seconda “The Rules Of The Heart”, song dalla melodia e dalle atmosfere tipiche dei mitici Journey. Il marchio di fabbrica della band si ode nel bellissimo e avvolgente singolo “I Will Not Walk Away”, dove la sei corde di Larsson è la protagonista assoluta del ruffiano tocco AOR di cui è infarcita tutta la composizione. I due Vana cantano divinamente aiutati da un ritornello orecchiabilissimo e facile da ricordare per lungo tempo. La riflessiva semi ballata “Your Walls Are Crumbling Down”, è un altro pezzo AOR riuscitissimo cantato e suonato con calma e nostalgia, che ricorda in parte il rock melodico di stampo britannico dei lontani eighties. In “Falling”, si sente forte il tocco melodico europeo suggerito e mixato dal maestro Alessandro Del Vecchio ed eseguito da Pete Alpenborg con i suoi ammalianti ed efficaci synth. Qui Joe Vana supera sé stesso nell’interpretazione e nell’intonazione vocale, così come gli esperti cori e l’armonioso refrain che ricordano i vecchi Survivor o i recenti Pride Of Lions dell’amico fraterno Jim Peterik. La terz’ultima e sfarzosa “Endless Day”, trasmette gioia ed emozioni pilotate degnamente dal solito cantato di Vana, da un vivace pianoforte e soprattutto dai prolungati e melodiosi assoli di chitarra.

Con “Living In Fear”, Alessandro e Larsson ritornano alla carica facendoci respirare la fragranza del puro AOR internazionale che raggiunge l’apice nell’ultima in scaletta: “Your way” dal portentoso inizio strumentale che poi sfocia in una ritmata e classica armonia, tipica del genere. A questo punto la domanda nasce spontanea.

I Mecca, con l’apporto di Alessandro Del Vecchio e dei musicisti targati Frontiers intervenuti nell’opera, hanno cambiato in meglio il loro suono? Se paragoniamo questo disco con i capolavori precedenti probabilmente no ma se vogliamo essere realisti credo che qualcosa andasse fatta per modernizzare il sound e catapultare ad una maggiore attenzione di pubblico la band statunitense. Non tutte le canzoni sono dei capolavori assoluti ma in generale i pezzi piacciono perché molto ispirati, eleganti, sofisticati ed eseguiti con un alto livello tecnico strumentale. In più spicca la bella voce di Joey Vana, che stando così è una bella scoperta. Album consigliatissimo!!

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.