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Bosco Sacro è un quartetto nato in Italia nel 2020 da elementi di spicco della scena underground: Paolo Monti (The Star Pillow, DAIMON), Giulia Parin Zecchin (Julinko), Luca Scotti (Tristan da Cunha) e Francesco Vara (Tristan da Cunha, Altaj). L’album d’esordio Gem è stato pubblicato il 10 febbraio scorso per Avantgarde Music; ritengo che spesso sia necessario distaccarsi dal vortice della vita per poter assimilare ed elaborare un ascolto di un disco del genere.
Un eremitismo che si concilia con l’eccelsa ispirazione di raggiungere un contatto puro con la natura e i suoi paesaggi, unita al comporre musica come forma di liberazione. Questi sono gli elementi alla fonte di Gem, registrato in un’unica sessione nei primi giorni di ottobre 2021 presso gli studi AMM Monteggiori, una situazione pacifica immersa nei boschi delle colline toscane.
Le sonorità nascono dalle esperienze musicali di ogni membro in una nuova forma: dalla ricerca di influenze doom – trip hop veicolate da atmosfere cupe e misteriose, incise sui vocalizzi di Giulia Parin Zecchin e dalla compattezza della batteria di Luca Scotti come in “Be Dust” e “Fountain Of Wealth”, quest’ultimo brano, emblema di Gem. Una presenza vocale, quella della Zecchin, spesso paragonata a quella di artiste come Chelsea Wolfe e Kate Bush, ma in realtà singolare nella sua unicità.
Passaggi sognanti fluiscono sin dal primo brano, “Ice Was Pure”, ma sembrano come sospesi nel tempo prima di raggiungere l’apice compositivo in una sorta di apertura temporale con il brano “Emerald Blood”, per riassopirsi poi nei successivi. Gem è un percorso sublime, il cui accostarvisi diverge in base al proprio approccio personale, una ricerca sonora che non si esaurisce al primo ascolto bensì si consolida con quelli successivi per poter soddisfare le proprie aspettative.