ROBLEDO – Broken Soul

Titolo: Broken Soul
Autore: Robledo
Nazione: Cile
Genere: Hard Rock
Anno: 2023
Etichetta: Frontiers Records

Formazione:

James Robledo: voce
Nasson: chitarra
Alessandro Del Vecchio: tastiera e cori
Alex Jansen: basso
Jacopo Martignoni: batteria


Tracce:

01. Broken Soul
02. Real World
03. Right Now, Right Here
04. Fire
05. Over
06. Every Day
07. My Own Hope
08. Victims With No Crime
09. Dead City Lights
10. Run And Hide
11. To The End

 


Voto del redattore HMW: 7,5/10
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Broken Soul è il secondo album solista del cantante cileno James Robledo, e segue il debutto Wanted Man pubblicato nel 2021.  Il vocalist è dotato di una voce potente e melodica molto apprezzata e simile a quella dell’idolo Ronnie James Dio e del famoso connazionale Ronnie Romero, per intenderci. Il suo curriculum è di tutto rispetto, perché proviene da una famiglia di importanti musicisti cileni. Da giovane nasce la sua passione per il metal e il rock in generale, che lo porta ad entrare, nel 2004, nella band cilena Alternancia, ottenendo nel 2008 il primo posto al Talento Crudo Festival (TVN Televisión Nacional de Chile). Nel 2011 entra a far parte della Banda Argentina Thabu, con la quale pubblica due album. Nel 2016, James, dopo aver lasciato i Thabu, partecipa al popolare programma televisivo The Voice Chile 2, dove genera interesse e scalpore per via delle sue eccezionali performance vocali. All’inizio del 2017 il cantante si inserisce nei Renegade, con i quali incide un album che include un duetto con il famoso cantante cileno Ronnie Romero (Lords Of Black, Sunstorm, Rainbow).

Nel 2019 arriva la grande occasione con la chiamata da parte dell’etichetta italiana Frontiers Records, che lo piazza nella nuova band dei Sinner’s Blood, di cui fa parte anche il famoso produttore, cantautore e musicista Nasson (Chaos Magic). James ha delle eccezionali capacità vocali e senza ombra di dubbio, dopo questi due dischi solisti, si ripropone come una delle nuove voci dell’hard rock/metal del Sud America e non solo. Infatti, la label italica lo inserisce nei Demons Down, nuova creatura rock composta dal chitarrista Francesco Savino (False Memories), dall’esperto Jimi Bell (House Of Lords, Autograph), dal batterista Ken Mary (House of Lords, Alice Cooper, Fifth Angel) e dal bassista Chuck Wright (Quiet Riot, ex House of Lords); il risultato finale è un bel disco di hard rock intitolato “I Stand”. Per capire il sound di quest’opera e le influenze musicali di Robledo bisogna unire i suoni dei Sinner’s Blood, dei Demons Down e di gruppi fondamentali per il genere come gli Helloween, i Masterplan e gli Edguy, arricchiti poi da una produzione moderna gestita dall’infallibile Alessandro Del Vecchio.

Il filo conduttore è quindi la fusione tra l’hard rock e il metal melodico con piccolissime venature AOR, ma robusto e possente quando serve. L’asso nella manica è comunque la presenza, in questa nuova raccolta, dell’amico Nasson, che con la chitarra elettrica è eccezionale in tutti i solchi del disco. Basti ascoltare l’elettrizzante title track “Broken Soul”, carica di intensi e furiosi riff e arricchita dall’ugola pungente del sudamericano. Il ritornello melodico è il contorno di un sound di genuino hard rock melodico che trova il suo apice nell’assolo di chitarra elettrica e nella battente sezione ritmica che detta legge dall’inizio alla fine. Si prosegue con la stessa energia con la veloce “Real World”,  un mid-tempo ottantiano dalle linee più metal e pesanti con qualche tocco rock ma sempre prodotto con uno stile contemporaneo, dove il basso di Alex Jansen e la batteria di Jacopo Martignoni sono messe in buona evidenza. Il culmine dell’energia si raggiunge poi con la terza in scaletta, la diretta “Right Now, Right Here”, traccia frenetica e incontrollata nei riff chitarristici e soprattutto martellante nella batteria, ma sempre armonica e piacevole nel ritornello, grazie alla voce prodigiosa e calorosa di Robledo.

I tocchi leggeri di chitarra e di tastiera immettono invece  in “Fire”, rilassandoci per qualche secondo prima che l’intensità e la forza del pezzo crescano e infiammino l’anima per via delle possenti corde vocali di James e di una chitarra elettrica a corrente alternata. Puro e classico hard rock melodico sostenuto dalla chitarra di Nasson e dalla penetrante tastiera di Del Vecchio, che con l’orecchiabile ritornello e i magnifici cori la rendono una delle song più belle dell’album. Con la cadenzata “Over” la band cambia le carte in tavola, alzando ancora il pedale dall’acceleratore e diventando, in certi momenti, più atmosferica e riflessiva, grazie anche ai campionatori di Del Vecchio. Qui Robledo si butta nell’hard rock melodico di stampo europeo con il compagno Nasson sempre capace di trasmettere, con la sua sei corde, forza e potenza. Del Vecchio è bravo nel direzionare le canzoni verso armonie trascinanti e più soft, come nel caso della ritmata “Victim With No Crime”, dove la tastiera è alla base della composizione creando ambientazioni particolari e nostalgiche.

A questo contribuiscono anche le brillanti e acute corde vocali di Robledo, che si esaltano soprattutto durante il bel ritornello del brano. Se la pomposa e scontata “Every Day” non entusiasma più di tanto, la successiva e istintiva “My Own Hope” piace di più per la scarica positiva che trasmette grazie ad un coinvolgente ritornello e a una massiccia sezione ritmica, accompagnate da un prolungato assolo. Le cose funzionano ancor meglio quando i quattro si calano nelle sonorità anni ’80, come nella super ritmata e orecchiabile “Dead City Nights”, dove i soliti tamburi di Martignoni, i tocchi di Alessandro e la robusta sei corde di Nasson dettano legge. Naturalmente Robledo è sempre all’altezza e capace di cantare con tonalità altissime che fanno venire i brividi.

La penultima “Run And Hide” continua su questa scia ma è impreziosita da piccoli e decisi tocchi di tastiera, da raffinati riff chitarristici e da una sezione ritmica che offrono ottimi momenti di tecnica collettiva. “To The End” è un hard rock fuso al metal melodico, trascinato da superbe melodie, da una grande interpretazione vocale del cantante cileno e dal guitar hero Nesson, che si sbizzarrisce in un assolo tagliente e micidiale. Ottima chiusura per un bel disco che alza l’asticella sulla proposta artistica di Robledo, circondato da un vero e proprio super gruppo di musicisti che suonano divinamente e con passione.

 

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