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I Withering Scorn sono la nuova sorpresa musicale in casa Frontiers perché all’interno di questa neonata band di puro heavy metal troviamo insieme i fratelli Glen (King Diamond) e Shawn Drover (Act Of Defiance) nella loro prima collaborazione post-Megadeth insieme al bassista dei Fates Warning Joe DiBiase e al cantante tedesco Henning Basse (ex Metalium, Firewind, Mayan). Il sound racchiude qualcosa in più del classico heavy metal in quanto Prophets Of Demise è pure un tuffo nel passato artistico dei due Drower, quando ai tempi degli Eidolon (primi anni ’90) i due suonavano un tenebroso e inquietante power-thrash metal. Questa potente unione tra artisti provenienti da generi diversi dà vita ad un disco heavy metal diretto e senza compromessi.
“Noi quattro siamo stati musicisti per gran parte della nostra vita. A questo punto, siamo abbastanza chiari su ciò che volevamo fare musicalmente, ovvero creare un disco heavy metal al 100% senza compromessi, che è esattamente quello che abbiamo fatto. Nessun pugno tirato, nessuna esclusione di colpi… solo HEAVY METAL!!! Siamo estremamente orgogliosi del nostro primo disco, Prophets Of Demise e abbiamo lavorato duramente su questo disco per quasi tre anni. Credo che i risultati parleranno da soli. Speriamo che il disco vi piaccia tanto quanto noi lo abbiamo creato”, dice il batterista e co-fondatore della band Shawn Drover.
I Withering Scorn sono soprattutto un miscuglio di violenza, combattività, brutalità ma condita quasi sempre anche da un pizzico di melodia che non guasta. Già la title track, “Prophets Of Demise”, nella sua forma più schietta e sfrontata è un pezzo maestoso e dall’inizio tenebroso grazie alla diabolica sei corde elettrica di Glen che dopo qualche secondo comincia a seminare riff schiaccianti sostenuti da una martellante sezione ritmica. L’assolo di chitarra è devastante come del resto la voce mostruosa e demoniaca di Basse. Con la successiva, “Vision”, si cambia registro e ritmo perché dal tradizionale metal passiamo ad un brano più power e trash. Lo stesso vale per la devastante e veloce, “Pick Up The Pieces”, dove il vocalist tedesco canta a squarciagola e quasi in modo gutturale devastando i timpani metallici degli ascoltatori. Qui siamo di frante ad un suono thrash estremo e distruttivo per via di un basso e una batteria battenti e indemoniate. Anche “Dark Reflection” non scherza, con influenze trash alla Megadeth ma anche vicine allo stile moderno degli attuali Lamb Of God, per potenza mettendo in evidenza come il camaleontico Henning riesca sempre a cantare in modo diverso e in questo caso melodicamente ma anche furiosamente, come se si trovasse in una vera e propria band di death metal. L’epica e cadenzata, “Ancient Desire”, è il punto più alto del platter riuscendo ad unire seducenti atmosfere a soffocanti e angoscianti riff metal. Si sente il puro e possente metal americano senza fronzoli che negli ultimi anni hanno abbracciato ottimamente i componenti statunitensi degli Stryper. Se, la levigata “Dethroned”, è un miscuglio violento e ben riuscito di ciò che si è ascoltato prima, la seguente “Never Again” rallenta in parte la cattiveria della band perché cresce energicamente secondo dopo secondo, fino ad arrivare con la distorsione della chitarra elettrica a prolungati e ossessionanti assoli chitarristici. Si ode pure un ritornello nei limiti più armonico e tranquillo rispetto all’intera set list. Ancora meglio è l’ultima in scaletta, “Eternal Screams”: una semi ballata di otto minuti dalla bella ed efficace introduzione acustica che poi evolve in un ritmato trash metal ottantiano molto oscuro, minaccioso e caratterizzato da tanti cambi di tempo melodiosi che ricordano i migliori Metallica degli anni ’80. Quindi, ricapitolando se amate i Metallica, i Metal Church, i Megadeth e i vecchi Eidolon questo disco e questo supergruppo fanno al caso vostro. Pochissima originalità ma tantissima attitudine e passione rendono questo debutto interessante ed intrigante soprattutto a livello esecutivo.