In The Best Tradition Festival Vol.0 – WITCHUNTER / SIGN OF THE JACKAL / KONQUEST / STONEWALL
 / SLEAZER



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EVENTO: IN THE BEST TRADITION FESTIVAL VOL.0

 

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GRUPPI: WITCHUNTER / SIGN OF THE JACKAL / KONQUEST / STONEWALL
 / SLEAZER
LUOGO: Villa Rosa di Martinsicuro (TE)
DATA: 16.09.2023

Live Report scritto da Fabio Perf.

Come avrete potuto notare, negli ultimi tempi, c’è stata una sorta di ritorno del metal più tradizionale, grazie anche al supporto di alcuni social media. In realtà, a ben vedere, un certo tipo di metal, che affonda le sue origini nel suono più puro e ottantiano, non ha mai smesso di vivere, complice una fan-base assidua e totalmente fedele. Giovani band un po’ da tutto il globo, hanno ridato smalto a qualcosa che, in realtà, non se n’era mai andato, ma era solo rimasto un attimo intorpidito dall’avvento dell’alternative e della musica “liquida”. Internet toglie, internet dà: in questo caso ha solo accorciato un po’ le distanze e ha fatto sì che gli appassionati del genere, in qualche modo, si “ritrovassero”, con l’apparenza di dare una seconda vita, ma soprattutto più visibilità, a questo movimento.
L’Italia, nel suo sottobosco, non è stata certo a guardare, dando alla luce diverse band e dischi di assoluto interesse. Questo “In The Best Tradition Festival” vol. 0 è un po’ la summa, made in Italy, di quello che sta accadendo (ormai da anni) in Europa e, in parte, anche in Nord America.
Motivi logistici non mi permettono purtroppo di arrivare in tempo per assistere all’esibizione del primo gruppo in cartellone, gli Sleazer. Fortunatamente abbiamo il commento dell’amico Livio Monti che ci dà il suo contributo descrivendo la loro esibizione.

SLEAZER

Gli Sleazer, che aprono il festival, propongono un ottimo esempio di quella che è l’attuale scena NWOTHM, suonando una scaletta abbastanza varia che mescola alla perfezione i due album finora pubblicati (Fall Into Disgrace e Deadlights). Il loro concerto ha goduto di ottimi suoni (un applauso ai fonici della serata), alternando pezzi Speed Metal ad altri meno veloci, ma con ottime melodie. Credo che i pezzi migliori siano stati quelli dell’ultimo album Deadlights del 2022, più vari e strutturati rispetto al pur valido esordio. Che altro dire se non della bella intesa tra i musicisti, della presenza di un bravo frontman, ma soprattutto di buone prospettive future? Da segnalare dei piccoli imprevisti, come qualche goccia di pioggia, o il fatto che, a causa della luce del giorno, non abbiano potuto sfruttare molto le luci di scena ma, in fondo, si tratta di piccoli dettagli.
 [Livio Monti]

Scaletta:
Sarnath
Speed Of Fright
Deadlights
Horror At Red Hook
Night Desire
Heroes Of Disgrace
Black Witch
Legion Of The Damned
Sky Turns Red
Of Storm And Steel
Sabbath Lord

STONEWALL

Gli Stonewall, dalla Puglia, si caratterizzano per un suono tipicamente anni ’80 con i brani che sono dei veri e propri inni metallici. La prima cosa che noto è l’assenza di una chitarra: infatti i Nostri si presentano sul palco in quattro (voce, chitarra, basso, batteria) mentre su album sono in cinque (con una chitarra in più, appunto). Non ci è dato di sapere se questa sia una scelta  definitiva, o dettata da esigenze temporali. Poco male, l’esibizione dei ragazzi pugliesi è compatta e potente, con l’esecuzione dei brani tratti dai loro due dischi Victims Of Evil (2011) e Never Fall (2018). L’immediatezza dei cori e la bravura dei musicisti fanno sì che il pubblico venga totalmente coinvolto, cantando i ritornelli di inni come “Walk On Fire”, “Victim Of Evil” o “Let It Rise”. C’è anche spazio per l’inedita “Call Of The Dark”, che andrà a finire sull’imminente, nuovo album. Ottima prova quindi per gli Stonewall, che scaldano a dovere il pubblico già discretamente numeroso.

Scaletta:
Call Of The Dark
Walk On Fire
Dark Revelations
Let It Rise
Victims Of Evil
Lethal Power
Tear Down the Walls
Cross The Line
Feel My Blade
Children Of The Earth

KONQUEST
Ero molto curioso di vedere l’esibizione dei Konquest che, di fatto, sono una one-man band nata dal volere di Alex Rossi e autrice di due ottimi album (“The Night Goes On” e “Time And Tyranny”) che hanno riscosso consensi positivi da parte di critica e pubblico.
La compagine toscana è ben rodata, avendo già suonato in giro per l’Italia e l’Europa, anche in grossi festival in Germania e in Grecia. L’esperienza accumulata si sente e, complice un ottimo suono dal vivo, i Nostri offrono una prestazione di assoluto valore, sciorinando i loro brani di puro metal, contaminato un po’ dal power à-la Heavy Load. Cavalcate maideniane, cori, chitarre classicamente metal e un basso roboante sono la base del combo toscano. Forse la loro presenza scenica è un po’ da migliorare, ma l’impatto sonoro è già notevole. Il pubblico presente è molto partecipe e carico. Esibizione quindi assolutamente positiva per il Konquest che salutano i presenti con l’inno “The Night Goes On”, brano tratto dal loro disco d’esordio.

Scaletta:
Time And Tyranny
Something In The Dark
Keep Me Alive
The Traveller
Warrior From A Future World
Theme Of The Konqueror
The Night Goes On

SIGN OF THE JACKAL

L’esibizione dei Sign Of The Jackal era molto attesa. Quando i musicisti salgono sul palco, il pubblico è decisamente più folto e bramante di heavy metal: immediatamente veniamo catapultati in un mondo fatto di Metal, che ci racconta le storie maledette dei cult horror cinematografici.
I Nostri ci sparano subito in faccia i loro inni come “Class Of 1999” o “Paura Nella Città Dei Morti Viventi”, autentiche rasoiate metalliche che non fanno prigionieri: i ragazzi sotto il palco sono in visibilio e parte anche un inaspettato pogo!
L’esibizione prosegue con i brani tratti dai loro album ed EP e non si può non notare la coesione e la bravura di questi ragazzi, capitanati dalla cantante Laura Coller. I roboanti solo di chitarra non fanno altro che gettare benzina sul fuoco, con un pubblico già “fuori controllo”. Anche in questo caso è bene segnalare un suono assolutamente bilanciato e potente, che ci dà modo di gustare in toto l’esibizione dei ragazzi altoatesini. “Heavy Rocker”, l’omonima “Sign Of The Jackal” e l’inno “Fight For Rock” suggellano un’esibizione cazzutissima e assolutamente coinvolgente. Bravi Sign Of The Jackal!

Scaletta:
H. M. Possession
Class Of 1999
Mark Of The Beast
Paura Nella Città Dei Morti Viventi
Hellhounds
Breaking The Spell
Incubo
Slaves Of Hell
Heavy Rocker
Night Of The Undead
(Heavy Metal) Demons
Night Curse
Sign Of The Jackal
Fight For Rock

WITCHUNTER
Non avevo ancora visto dal vivo i Witchunter in veste di headliner: in fondo sono i padroni di casa di questo “In The Best Tradition Festival” ed è giusto che abbiano concluso loro le danze di questo splendido evento.
Dopo l’intro di rito, i Nostri si presentano sul palco più cazzuti ed agguerriti che mai, sulle note di “Metal Dream”, brano con un tiro micidiale che dà il titolo alla loro ultima fatica (uscita nel 2022). Si nota da subito la presenza scenica di questi ragazzi, rodati ormai da decine di concerti su e giù per l’Europa. Il pubblico è da subito in fomento, sostenendo con calore i propri beniamini. L’intensità dell’esibizione non cala nemmeno con l’esecuzione di “Black Horror”, brano malefico ma più cadenzato. “Metal Dream” è il disco più saccheggiato per la scaletta di questa sera, con il frontman Steve Di Leo che si appresta ad interpretare i brani con oggetti e costumi di scena, donando una dimensione più teatrale allo show.
Le bordate metalliche si susseguono, tra l’heavy più classico che va a sconfinare nello speed, con un’audience definitivamente scatenata! Con l’esecuzione di “Hold Back The Flame” sembra che i Witchunter vogliano terminare la serata ma, a sorpresa, Steve invita a salire sul palco K.K. Warlust, frontman degli australiani Destroyer 666: insieme viene suonato il classico dei Motorhead, “Iron Fist”, che chiude definitivamente il concerto, con il pubblico in visibilio!

Scaletta:
Pr(Hell)ude
Metal Dream
Black Horror
Witchunter
Legion
Restless
Lucifer’s Blade
Hell For Leather
Hold Back The Flame
Iron Fist (cover dei Motorhead con K.K. Warlust dei Destroyer 666)

I gruppi che si sono esibiti hanno dimostrato che il metal più puro e tradizionale gode ancora di un’ottima salute. Dal canto nostro, c’è la speranza, quasi certezza, che questo “volume zero” sia solo il punto di partenza per ulteriori eventi che propongano del sano e vecchio heavy metal…nella migliore tradizione!

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