RIAN – Wings

Titolo: Wings
Autore: Rian
Nazione: Svezia
Genere: AOR
Anno: 2023
Etichetta: Frontiers Records

Formazione:

Richard Andermyr: voce e chitarra
Jan Johansson: batteria
Jonas Melin: basso
Tobias Jakobsson: chitarra solista
Eric Ragno: tastiera


Tracce:

01. Carry My Wings
02. We Ride
03. Don’t Wait For The Fire
04. Dance The Night Away
05. War Is Over
06. Look At The Stars
07. One In A Million
08. On The Wind
09. When You’re Gone
10. The Silence Of Our Dreams
11. Eternity


Voto del redattore HMW: 7,5/10
Voto dei lettori: 8.0/10
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In senso musicale amo gli svedesi Rian già dai tempi dell’ascolto del loro secondo album in studio, Twenty-Three, prodotto due anni fa dal connazionale e polistrumentista Daniel Flores, che permise al combo scandinavo di mettersi in luce nel rock melodico, come una delle promesse migliori in campo europeo. Il nuovo Wings, rimane fedele alle classiche radici hard rock melodiche e ottantiane del gruppo svedese ed è arricchito da parecchie venature AOR ma questa volta con il supporto di una moderna produzione affidata all’americano Dennis Ward (Pink Cream 69, Magnum, Khymera) e dall’egregio lavoro alle tastiere di Eric Ragno dei Khymera. La band è comunque sempre composta dal chitarrista e cantante Richard Andermyr, dal chitarrista Tobias Jakobsson (Netherbird, Riket), dal batterista Jan Johansson e dal bassista Jonas Melin.

La straordinaria maestria chitarristica di Tobias Jakobsson, le melodiose armonie vocali di Richard Andermyr e le raffinate tastiere di Ragno sono già in primo piano con l’apripista e up-tempo “Carry My Wings”, song travolgente di hard rock melodico dallo stile un po’ teutonico che mostra uno scoppiettante lavoro di chitarra elettrica e un orecchiabile ritornello. Sulla stessa scia anche l’altro singolo dal suono simile ai connazionali Treat,  “We Ride”, brano robusto caratterizzato da giganteschi riff e assoli di chitarra magistralmente supportati dalla magica e atmosferica tastiera di Ragno. Il tutto raggiungere l’apice in un leggero e convincente ritornello grazie anche alla bella e pulita ugola del singer scandinavo.

I tocchi di campana di una chiesa introducono poi degli accordi più ambientali e un refrain dalle venature AOR in “Don’t Wait For The Fire”, pezzo arricchito da bei ritornelli corali anni ’80, dallo stile molto americano e da un pazzesco assolo di chitarra. Il bello della canzone è che cresce minuto dopo minuto irrobustendosi nel sound per via di un’efficace e precisa sezione ritmica. Nel prosieguo i vichinghi dimostrano di avere un’anima ancora più romantica nella semi ballata “Dance The Night Away”, che alterna momenti più leggeri ad altri più duri ma sempre con un refrain armonico e un ritornello super orecchiabile dove la voce passionale di Richard fa venire la pelle d’oca. Con “War Is Over” gli svedesi provano la carta del moderno hard rock riuscendo nell’impresa di proporre un sound più forte ma sempre impreziosito da una buona melodia guidata da una possente sezione ritmica e da taglienti chitarre elettriche.

La successiva “Look At The Stars” è molto carina per via di un super orecchiabile ritornello e un magnifico coro che fa sprofondare nel puro AOR dei mitici eighties. I Rian sono anche bravi nel creare rilassanti e nostalgici lenti, come nel caso di “One In A Million” e della penultima “The Silence Of Our Dreams”. Purtroppo, le due ballate non lasciano il segno in termini di epicità ma in compenso toccano le corde giuste, soprattutto nella seconda per via del pianoforte di Ragno e delle solite, piacevoli e acutissime corde vocali dell’ottimo Andermyr. I momenti migliori dell’album sono quindi quelli in cui il quintetto nordico ingrana la marcia alternando la parte più dura dell’hard rock a quella melodica dell’AOR; connubio tanto caro nella seconda metà degli anni ’80 a band come Dokken e Winger. Questo è il caso della cadenzata “On The Wind”, che introduce un veloce tocco metal sostenuto dalle ruvide e distorte chitarre elettriche capeggiate dal virtuoso e talentuoso Jakobsson.

Nella terzultima in scaletta, “When You’re Gone”, il quintetto punta sempre su un refrain armonioso sostenuto da un possente muro chitarristico e da una battente sezione ritmica in cui il vocalist inasprisce le sue potenti tonalità vocali circondate da grandi cori. Infine, con “Eternity”, i musicisti chiudono con una grande canzone di rock melodico dallo stile attuale e tipicamente scandinavo molto vicina al suono dei cugini finlandesi One Desire. Il supporto momentaneo del tastierista Eric Ragno dà brillantezza soprattutto in quelle canzoni di puro AOR, facendo fare un salto di qualità a tutta la band. Il leader è sempre e comunque Tobias Jakobsson con la sua coinvolgente sei corde elettrica, ma con un frontman di prim’ordine come Richard Andermyr, un solido bassista come Jonas Melin e un massiccio batterista come Jan Johansson la strada per i Rian è sicuramente tutta in discesa. Wings alza l’asticella di un combo che è riuscito a mettere più determinazione e personalità in un genere difficile da suonare perché saturo di idee e spunti memorabili. La concorrenza è tanta ma i Rian pare abbiamo spiccato il volo nella giusta direzione.

 

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