Visualizzazioni post:530
Non è un mistero che i metallari, una volta usciti dalla fase di conoscenza e apprezzamento iniziale del genere, tendano ad esplorare il vasto mondo della musica estrema spingendosi inesorabilmente verso i suoi poli attrattivi più magnetici: L’estremismo oltranzista e l’esoticità della proposta.
I Quasarborn, grazie al terzo disco “Novo Oružje Protiv Bola”, ci indirizzano nella direzione del secondo polo sopra definito; difatti, questo quartetto dedito ad un intenso quanto variegato Progressive/Technical Thrash Metal decide, dopo le due buone opere “The Odyssey to Room 101“ e “A Pill Hard to Swallow” del 2018 e del 2020, di staccarsi dalla tradizione che vede l’inglese come lingua prediletta per esprimersi e imbracciare l’artiglieria della propria lingua madre, il serbo.
Il risultato è decisamente buono nonché particolarmente piacevole all’orecchio dell’ascoltatore laddove i testi spesso vengono espressi con un approccio pulito e molto melodico, soprattutto nei bei ritornelli che caratterizzano le canzoni del disco. Per spingermi a fare un confronto chiamerò in causa i lavori degli Avenged Sevenfold, in grado di unire melodia e potenza tra voce e strumenti. Le strumentali rientrano in un contesto sì di elevatissima statura tecnica e esecutiva ma non sfociano mai in raffazzonate sbrodolature di note o pattern cervellotici di dubbia efficacia e senso, consentendo anzi all’ascoltatore di godersi una prova di gran classe e gusto.
Tra solismi splendidi, dinamiche talvolta schizoidi e talvolta lineari e la già omaggiata voce di Luka Matković, questo terzo episodio discografico dei Quasarborn è un album da ascoltare almeno una volta per approcciare una piccola perla di originalità portatrice di aria fresca.