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Heaven Comes Down: è questo il titolo della nuova fatica discografica del quartetto americano Dokken, a ben 11 anni dal precedente Broken Bones. Con questo nuovo disco la band capitanata da Don Dokken raggiunge quota 12 (il primo con Chris McCarvill al basso) per quanto riguarda gli album in studio.
Per nessuna ragione specifica, non ho mai seguito molto questo gruppo: certo, ci sono pezzi che si “devono” conoscere perché parte della storia dell’heavy rock, e qualche altro ascolto occasionale mirato, più per la curiosità di una nuova uscita che per vero interesse per la formazione statunitense.
Devo dire, in tutta onestà, che questo album mi ha soddisfatto. Intendiamoci, niente di nuovo sotto al sole, e qualcuno potrebbe interpretare negativamente questo commento; non è così, anzi, probabilmente è questo il bello di questo lavoro. Il disco mantiene un buon tiro (rallenta sensibilmente solo con “I’ll Never Give Up” e “I Remember”, una canzone con chiare potenzialità di avere una ottima resa dal vivo) e un songwriting più che discreto per tutta la sua durata. Mi ha lasciato forse un pochino “perplesso” la conclusiva “Santa Fe”, bellina eh, ma che forse risulta un pochino fuori dalle corde rispetto agli altri brani.
Questo disco, diciamocelo, offre ciò che uno si può aspettare da un gruppo di questo calibro: pezzi e riff diretti e spesso piacioni (“Is It Me Or You?”, “Just Like A Rose” o “Saving Grace”, quest’ultima dal sapore molto seventies), parti solistiche di tutto rispetto (fra tutte segnalo la iniziale “Fugitive” così come “Lost In You”), con una sezione ritmica senza fronzoli, cori facili da ricordare e soprattutto la prova di un ormai settantenne Don Dokken, prova di tutto rispetto, pur non essendo ovviamente il Dokken di 40 anni fa, come da lui stesso serenamente ammesso.
Le mie canzoni preferite? Sicuramente “Gipsy” e “Over The Mountain”, oltre alla già citata “I Remember”.
A tutto ciò aggiungiamoci una buona produzione “genuina”, passatemi il termine, che, cosa non scontata oggigiorno, non suona “di plastica” e che dal mio punto di vista impreziosisce questo disco (anche se, ad essere totalmente onesto, non mi sono goduto al 100% i suoni delle chitarre).
Concludendo: consiglio serenamente questo Heaven Comes Down a tutti. Merita di essere ascoltato, e cantato!
Bentornati e speriamo non passino ancora tutti questi anni per un loro nuovo album.