NITRATE – Feel The Heat

Titolo: Feel The Heat
Autore: Nitrate
Nazione: Gran Bretagna
Genere: AOR
Anno: 2023
Etichetta: Frontiers Records

Formazione:

Nick Hogg: basso
Alexander Strandell: voce
Tom Martin: chitarra
James Martin: tastiera
Alex Cooper: batteria
Richard Jacques: chitarra


Tracce:

01. Feel The Heat
02. All The Right Moves
03. Wild In The City
04. Needs A Little Love
05. One Kiss (To Save My Heart) (featuring Issa)
06. Live Fast, Die Young
07. Haven’t Got Time For Heartache
08. Satellite
09. Strike Like A Hurricane
10. Big Time
11. Stay


Voto del redattore HMW: 7,5/10
Voto dei lettori: 6.0/10
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Negli ultimi tempi l’Inghilterra ha perso parecchio terreno nel genere AOR, soprattutto rispetto ai paesi scandinavi che vantano parecchie band di altissimo livello. I Nitrate sono, insieme ai connazionali Vega, una delle nuove e giovani band anglosassoni capaci di emergere di recente oltre la Manica, e dopo quest’ultimo quarto disco, FeeL The Heat, proiettati anche ad avere un futuro roseo. Per fortuna, i britannici dopo il discreto Renegade del 2021 riescono ad alzare l’asticella con undici composizioni degne di nota e molto gradevoli da ascoltare. Questa maturazione coincide con l’ingresso del combo in casa Frontiers Records che li reputa ormai maturi e capaci di sfondare in un genere inflazionato e difficile come quello del melodic rock. Il bassista e cantautore principale Nick Hogg, ha avuto il merito di credere negli innesti di James Martin alla tastiera e di Tom Martin alla chitarra; due ex componenti dei Vega, prima citati, che fanno adesso parte dello stesso roster dei Nitrate. A questo si aggiunge l’ingresso, due anni fa, del nuovo cantante Alexander Strandell (Art Nation, Crowne) dietro al microfono e quest’anno delle new entries Richard Jacques alla chitarra e Alex Cooper (Devilfire, Corvus) alla batteria. Insomma, una rivoluzione che sembra far vedere i primi grandi risultati per un hard rock melodico ispirato all’AOR e direttamente uscito dagli anni Ottanta. Le influenze sono quelle e in parte ancora marcate, dei Def Leppard, dei Journey e dei Bon Jovi dei tempi d’oro ma un pizzico di originalità comincia a sentirsi grazie anche all’ottima produzione dei fratelli Martin che hanno anche prodotto l’album precedente.

“Non vediamo l’ora che tutti ascoltino il nuovo album”, spiega il bassista/fondatore Nick Hogg. “C’è un vero fermento di entusiasmo all’interno dei Nitrate come mai prima d’ora! Non vediamo l’ora che l’album arrivi finalmente nei negozi. Questo è sinceramente il miglior album che abbiamo scritto e registrato, e Tom e James hanno dedicato ogni momento di veglia nell’ultimo anno per rendere la produzione la migliore possibile”.

Un’altra piacevole sorpresa del platter è il duetto vocale della norvegese Issa con lo svedese Strandell in “One Kiss (To Save My Heart)”; una grande e angelica ballata che fa sognare ad occhi aperti. Già dalle prime battute le note sono raffinate e i tocchi di tastiera molto ambientali, culminando così in un efficace e simpatico ritornello sostenuto dall’ottima esibizione di questi due grandi interpreti. L’apertura è comunque affidata, nei primi secondi, a delle sirene di polizia e al ritmo di un allegro e ripetitivo sintetizzatore. La song in questione è la title track, “FeeL The Heat, sontuoso omaggio alla scena hair metal degli anni ’80 per via di un sound di classic rock ultra-melodico, reso eccitante da un invadente e pulita keyboard, capace di accompagnare divinamente la splendida e trascinante ugola del frontman. Álex. Jacques e Tom Martin con le loro sei corde elettriche, insieme alla sezione ritmica, martellano armonicamente i timpani dell’estasiato ascoltatore, curioso di sentire il proseguo. In effetti la successiva “All The Right Moves”, nella struttura di base, continua sulla stessa falsa riga del pezzo di prima ed è semplicemente una delle migliori canzoni della set list grazie ad un ritornello super orecchiabile, caratterizzato da grandi cori e dalla voce acutissima di Strandell che si esibisce sotto i colpi marcati della batteria di Cooper. Se “Wild In The City” ricorda i primi Bon Jovi, sempre per via della elegante e armonica tastiera di James ma dove comunque l’electric guitar e il basso pulsante di Hogg sonno messi prepotentemente in primo piano; la consecutiva e soave, “Needs A Little Love”, propone le solite tastiere atmosferiche e un fantastico ritornello alla Def Leppard per intenderci, dove il sestetto inglese conferma tutta la sua evoluzione musicale. Si ode un’armonia orientata più verso il puro AOR che verso l’hard rock degli inizi grazie al contributo preciso e maniacale di tutti i componenti in sala di registrazione. La formula di scrittura di Hogg è vincente perché utilizza potenti fiumi di melodia, dinamici riff di chitarra e ben congeniati arrangiamenti vocali, come nella sdolcinata e cadenzata, “Live Fast, Die Young”, dall’orecchiabile ritornello che sembra una fotocopia di ciò che si è sentito nelle prime tracce. “Satellite” è invece una semi ballata riflessiva arricchita da rilassanti synt e dalle sentimentali e passionali corde vocali del singer scandinavo che trascina in un armonioso e indovinato refrain. Il semplice e deludente hard rock di “Haven’t Got Time For Heartache” è il brano più robusto del disco ma nonostante abbia un buon ritmo non esalta più di tanto, eccetto il superlativo lavoro chitarristico nei riff e nel buon e breve assolo. Ci si rifà un po’ con l’altrettanto massiccia “Strike Like a Hurricane”, un’altra traccia di hard rock melodico dalle venature AOR che propone un carino ritornello e i consueti grandi cori di cui i Nitrate non possono più farne a meno. La chiusura di questa fatica discografica è affidata alla Leppardiana, “Big Time”, dai ruggenti riff chitarristici e un ritornello facilmente canticchiabile e poi dalla conclusiva “Stay”, un romanticissimo e strappalacrime lento guidato dalla tastiera di James Martin e dove il camaleontico Alexander Strandell mostra un altro lato della sua versatile voce, cantando in modo ancora più sottile e pulito, quasi a non riconoscerlo. La produzione e il mixaggio di FeeL The Heat sono giganteschi, contribuendo enormemente alla riuscita creativa ed esecutiva di questi undici vivaci e appassionati brani di classico rock melodico. Grande passo in aventi per i Nitrate ormai prossimi a competere con i grandi nomi internazionali dell’AOR mondiale. Consigliato!

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