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Li sentite anche voi? Il fracasso della trasgressione, il marchio a fuoco della censura, l’odore dirompente della carne e della libertà – il sibilo dell’intellighenzia? Risuonino i tamburi di guerra! I Deviate Damaen son tornati! Possiedono ancora quella brillantezza che solo le pietre rare accarezzate da mani esperte possono aspirare ad ottenere. La purezza passiva di quanto non lordato della massa. Una segretezza religiosa….
Soqquadro Tanz è un altro prezioso affresco di questi artisti meravigliosi messi al servizio della vita e della bellezza, un tùrbine di stupore e vigore. Inurbani ma mai sgradevolmente patetici come sedicenti comici le cui parolacce sono unico innesco del riso del volgo. Eccessivi ma mai pacchiani come adolescenti all’avida caccia di pubblico. I Deviate Damaen sono quasi tutto ciò che non si riesce ad afferrare.
Bisogna esser dei genî per far convivere con disinvoltura brani che isolano ed accorpano una tale varietà di generi – senza collisioni. Così, con radici sempre madide del loro humus elettivo, fluiscono disinvoltamente la techno, il tradizional-popolare (“Taranta & Scagazza“, eseguita sopra la musica originale di un disco del 1936), heavy metal (“Proudly Boomer” e “Soya Blackster“), la disco dance, un conturbante folk apocalittico imbevuto di neo-classica, l’electro (“If You Don’t Like It (In Your Mouth)“, “Don’t Just Use The Music, Possess It!“), la letteratura, l’industrial-rumorista; il vento dell’avanguardia.
La conturbante bellezza di “Battaglione Sacro – Difendere Amando, Amare Combattendo“, la poetica di “Danza Di Lava” e de “L’Infinito Sussurro Di Foglie Cadenti – movv. I/II/III“, musicazione de « L’Infinito » di Leopardi unita ad un componimento originale e ad una breve ripresa a cappella di “Never Ending Story” (per i più distratti, la canzone cantata da Limahl e scritta da Keith Forsey e Giorgio Moroder per il film « Die Unendliche Geschichte » / « La Storia Infinita », del 1984), e il rifacimento della propria “Shadow Of Night (My Aphrodia)“ (il nastro era Crown Of Darkness, pubblicato nel 1992 dai Deviate Ladies [poi vi spiego]) sono balsamo per l’anima che pretende ben di più della squallida fuffa da bar. Altro gancio con l’incarnazione originaria è una versione Dubstep Reload di “Mirror My Love” (stavolta la cassetta era Immorality’s Colostrum, dell’anno seguente).
Con sarcasmo, enigmaticità, denuncia, ironia e mordacità, i Deviate Damaen citano (il giro di “Rigira La Visiera, Dai!” e o non è già parte di “Blue Monday” dei New Order?), auto-citano, campionano, pescano dal passato e dalla propria creatività: Seth Putnam annuirebbe benevolmente alle invettive dei romani – a proposito, l’italiano riesce loro decisamente meglio dell’inglese raffazzonato cui si lasciano altrimenti andare. « […] mugugni ai tuoi; / la scuola è un passatempo, / mai buono è l’argomento. […] ovunque sei uguale, / la “sagra del normale”, / Sai solo digitare e pure male […] Non c’è passo di tango / a farti meno orango / Nessuna traccia di poesia ».
Nati per essere detestati ed adorati. Puro oltraggio metasociologico. Chi non si adegua è spacciato. Chi non si adegua è solo. Ed è una solitudine che può comprendere solo chi non si adegua.