Pillole d’Acciaio #10-2023

Tracce:

SATIN – SATIN

OBSCURUS REX – STAND UP AND BE COUNTED

MAN MACHINE INDUSTRY – ESCHATON II, JUDGEMENT DAY

CROWDEAD – TEARING YOUR SOUL APART


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Premessa: negli ultimi anni sono aumentate in modo esagerato le pubblicazioni musicali (in ogni settore). Solo nel genere heavy, che include una miriade di sottogeneri ed un quantità esagerata di gruppi underground, sono decine di migliaia i demo, gli EP, gli album… Impossibile seguire tutto? Certo, soprattutto se ci si allontana dai gruppi TOP e si scende verso l’oscurità. Ci sono artisti validi che passano in secondo piano e potevamo noi forse dimenticarli? NO!

Da qui la necessità di creare una serie di articoli/pubblicazioni oltre la classica recensione, che prevede ascolti e tempi di realizzazione più lunghi. Una sorta di breve presentazione di artisti ed uscite, come una volta si poteva trovare sulle riviste di settore.

Ricordatevi di ascoltare il nostro Dottore. Benvenuti a Pillole D’Acciaio!!!

 

 

 

SATIN – SATIN (Art Of Melody Music)

Dopo aver dato alle stampe il terzo disco del musicista Satin, la Art Of Melody Music/Burning Minds Music Group torna alla carica riproponendo al suo pubblico i primi due dischi del polistrumentista norvegese. Satin è un disco di AOR cristallino, pieno zeppo di canzoni ammalianti: la versione di questa ristampa contiene anche le bonus track precedente uscite per il mercato giapponese, a sottolineare la perizia certosina della label italiana nel proprio lavoro. Satin, in questo debutto, getta tantissima carne al fuoco, deliziando l’ascoltatore con ritornelli magnetici ed arrangiamenti sontuosi, in grado di compiacere anche i palati più fini. Ritengo quindi azzeccatissima la mossa di ristampare questi due lavori del musicista nordico, e vi rinnovo l’appuntamento sulle nostre pagine per leggere due righe anche sul successore di Satin. Per ora vi lascio e torno ad ascoltare questo bel pezzo da 90…(Fabio Rancati)

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OBSCURUS REX – STAND UP AND BE COUNTED (Autoprodotto)

Dal prolifero underground greco andiamo a pescare gli Obscurus Rex, quartetto originario di Atene, che si guadagnano un posto tra le nostre Pillole d’Acciaio in virtù di “Stand Up And Be Counted”, EP autoprodotto con cui i Nostri compiono il loro debutto discografico. Nati nel 2021, gli Obscurus Rex sono animati da musicisti tutt’altro che di primo pelo – esperienze maturate in seno a band come Alphastate, Black Sun, The Silent Rage ed Heathendome, per citarne alcune – e sono autori di un heavy metal che cerca di essere piuttosto particolare: i quattro brani dell’EP poggiano saldamente su basi tradizionali a cui il gruppo aggiunge dosi di prog e pure un po’ di datato hard rock. Il risultato ottenuto corrisponde ad un heavy metal strutturato, con brani abbastanza variegati e melodici che si sviluppano su una certa durata (solo il pezzo d’apertura “IT” sfiora i cinque minuti, due brani superano i sei e la conclusiva “Red” arriva quasi a nove), complessivamente di piacevole ascolto e pure ben suonati: in particolare, mi è piaciuto il lavoro del basso di Panos Karabelas e l’apporto di Manos Xanthakis, la cui versatile vocalità – in cui ritrovo qualche colore di stampo Dickinsoniano – va a nozze con i diversi umori contenuti nei brani. Di contro, forse la lunghezza dei pezzi ne rappresenta un limite, con qualche lungaggine su cui ho perso attenzione all’ascolto; inoltre, penso che si debba lavorare in studio per definire meglio i suoni, poichè ho avuto la sensazione che l’unica chitarra avesse poco mordente. Tenendo conto che si tratta pur sempre di un esordio, Stand Up And Be Counted non è affatto male: gli Obscurus Rex possono sicuramente compiere dei passi avanti, li aspetto con una nuova uscita! (Luca Avalon)

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MAN MACHINE INDUSTRY – ESCHATON II, JUDGEMENT DAY (GMR Music Group)
A distanza di un anno dal precedente Eschaton I. The Reckoning, prima parte di una trilogia di mini – album ambientati in una nazione distopica e governata da un crudele regnante, ecco ritornare i Man Machine Industry con il nuovo capitolo Eschaton II. Judgement Day. La creatura del prolifico artista J. Bergman ci consegna 6 nuove tracce, delle quali due recitate (“March Of Judgment” – “Judgment Day”) poste da introduzione e chiusura, all’insegna di Thrash Metal che non disdegna di scivolare anche nel campo di un roccioso Heavy Metal più tradizionale, come nel caso di “The Sniper”. Quella che a conti fatti è una One-man Band offre uno spaccato di thrash divertente e ben congegnato, improntato su raffiche di riff fioccanti che ricordano per attitudine certi Megadeth della prima era, soprattutto se si prende in carico l’ascolto di “R.I.P”, brano che ospita David White degli storici Heathen al microfono. La durata fulminea del prodotto lo rende di facile fruizione e sposta in avanti un arco narrativo che si concluderà con il prossimo album del quale rimaniamo in attesa. (Vittorio Manzone)

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CROWDEAD – TEARING YOUR SOUL APART (Autoprodotto)
Come una deflagrazione a base di tritolo, arrivano da Mantova i Crowdead a piallarci la faccia con il secondo album della propria discografia che dal titolo è tutto un programma. Tearing Your Soul Apart (tradotto alla rozza come “strappandoti via l’anima”) è un manifesto di rabbia alimentata da una battaglia personale contro il mondo che non può essere vinta, perché il mondo ha già avuto la meglio su tutti noi. I 4 lombardi ci bombardano le orecchie a suon di riff pesantissimi e carichi di un nervosismo ben rappresentato dalle dissonanze che non di rado compaiono a conferire un estremo senso di convulsione, come nel breakdown di “Paralyzed” per dirne una, ispirandosi ma evitando con cura di scopiazzare, a band estreme come Lamb of God, Pantera e Machine Head, fondamentali per lo sviluppo di quel sottogenere che risponde al nome di Groove Metal. Per l’ascoltatore più attento non sarà difficile godere di qualche deriva contemporanea che pesca dal mare magno del Metalcore più imbestialito. Mancano fasi soliste ben definite ma non è questo che ricerchiamo in un’opera di siffatta fattura, anzi, la ricerca del riff cavalcante o piuttosto cadenzato e demolitore è il motivo per il quale imbarcarsi in tal viaggio. Grazie ad una prova di grande livello, anche in termini di produzione, i Crowdead si conseganano al piccolo olimpo italico del Groove Metal. (Vittorio Manzone)

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1 commento su “Pillole d’Acciaio #10-2023”

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