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I Kings Crown sono l’ennesimo (e per fortuna) interessante progetto, targato Frontiers Records, formato dallo svedese Martin Kronlund (Gypsy Rose, Phenomena e Dogface), Lee Small (Phenomena) alla voce, Pontus Engborg alla batteria (Glenn Hughes), Bas Berra Holmgren al basso e Anders Skoog alla tastiera. Il chitarrista scandinavo ha messo su con l’aiuto dell’etichetta italiana una band dallo spirito tipico degli anni ’70 ma con una produzione moderna e al passo con i tempi. Closer To The Truth e’, quindi, un ritorno al passato, alle fondamenta del metal dove tutto è cominciato e dove ancora molti musicisti sentono il bisogno di omaggiare quel particolare periodo musicale.
“Ero seduto fuori dalla nostra casa in Spagna e pensavo a cosa fare dopo”, spiega il chitarrista Martin Kronlund. “Mi è venuta l’idea di tornare indietro nel tempo e fare un album nello stile degli anni ’70 ma con una produzione moderna. La prima persona che ho contattato è stata Lee Small. Avevamo lavorato insieme nei Phenomena e lui ha accettato. Lo stesso è stato con Anders Skoog. Avevamo suonato insieme nei Dogface e lui è un fantastico suonatore di Hammond e un ottimo cantautore. Poi, Pontus Engborg si è unito a noi alla batteria e ci ha suggerito BasBerra Holmgren al basso. Sono nati così i Kings Crown”.
La forza della neonata band è quello di richiamare elementi diversi che si mischiano tra loro: dal rock all’heavy, al blues e alla psichedelica arricchita dall’organo Hammond, completando il tutto con una voce calda e passionale. Il britannico Lee Small è infatti un grandissimo cantante e lo si sente subito nell’apripista “It’s Too Late”, dove la sua potente e melodica ugola trascina gli intermittenti riff di chitarra e una superlativa tastiera arricchita da tocchi allucinogeni. Se l’inizio è spumeggiante e vintage, il continuo lo è di meno con la successiva “Servant”, pezzo raffinato, corale e sdolcinato ma anche molto moderno e malinconico nell’armonico ritornello. Il metal di “Still Alive”, fa ripiombare nel bel mezzo degli anni ’70 con un possente e ritmato groove, arricchito dagli assoli tastieristici dell’ottimo Skoog. I Kings Crown hanno pure un’anima romantica e sensibile che offrono nella ballata, “Standing On My Own”, una delle più belle tracce del platter. Qui il singer inglese trascina l’ascoltatore sentimentalmente nel super melodioso refrain del brano grazie alle sue formidabili corde vocali, sostenute in particolare dal solito hammond e da un’incisiva chitarra elettrica.
In tutta la raccolta spiccano la tastiera, gli effetti di chitarra e una precisissima sezione ritmica come nella possente “Stranger” che sembra uscita da un disco degli sfortunati anglosassoni Lionheart proprio di Lee Small o dei mitici Rainbow. L’affidabile classico hard rock europeo del combo prosegue con la radiofonica “Down Below”, brano che segna solo una breve parentesi perché Kronlund e soci mostrano ancora il loro volto rock and blues nell’avvolgente, “Stay The Night”, dal sound tipicamente californiano alla Whitesnake della fine anni ’70 e inizi anni ’80. Spiccano gli efficaci e i prolungati assoli della sei corde elettrica che si alternano all’ hammond ma soprattutto alla pacata timbrica e alla grande estensione vocale del frontman. In “Closer To The Truth”, la formazione omaggia sinceramente gli Uriah Heep con una grande atmosfera di sottofondo guidata da un ripetuto organo e da una spavalda e graffiante electric guitar, capace di irrobustire un brano ritmato e melodioso quanto basta per essere apprezzato al primo ascolto.
L’ambientale “I Will Remember” piace per i suoi cori e per i riff vigorosi che la sostengono in uno stile molto vicino agli scozzesi Nazareth dei tempi d’oro. In “Don’t Hide”, a parte i bei cori, Lee canta diversamente in modo più pulito e melodioso ma sempre dal profondo del cuore e su un sound settantiano alla Rainbow. Closer To The Truth è un buon disco di hard rock in cui i musicisti si sforzano di mettere un po’ di personalità nelle dieci tracce della raccolta dimostrando comunque di essere un vero e proprio gruppo rock e non un effimero e passeggero progetto. Certo, il sound complessivo del disco sa di già sentito ed utilizzato da formazioni rock importanti e fondamentali per il genere ma nonostante tutto si ode da parte del quartetto una grande passione per questa musica e una grande onestà compositiva. Quindi, se volete udire qualcosa di già sentito e collaudato da veterani ed esperti musicisti, allora riuscirete a gustarvi piacevolmente la sincera qualità della loro proposta.