DÈCEMBRE NOIR – Your Sunset | My Sunrise

Titolo: Your Sunset | My Sunrise
Autore: Décembre Noir
Nazione: Germania
Genere: Death Doom
Anno: 2023
Etichetta: Lifeforce Records

Formazione:

Martin – chitarra
Lars – voce
Sebastian – chitarra
Stephan – basso
Fab – batteria


Tracce:

1. Dead End
2. Against the Daylight
3. Your Sunset
4. Sentimental Giants
5. Sleepwalker – In Yesterday’s Smoke
6. Trivial Heart


Voto del redattore HMW: 7/10
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La sottile linea tra il rimanere soddisfatti o delusi da un disco dipende molto da chi lo ascolta e dai suoi gusti e background.
Ed è una linea sottile anche quella che divide il doom dal death metal.

Almeno per quanto concerne questa commistione di generi.

I Décembre Noir mossero i passi di inizio carriera in questo territorio, salvo poi arrivare a perdersi nei meandri delle loro stesse composizioni, producendo un lavoro dilatato al punto da non essere a fuoco come in Autumn Kings.

Dopo un periodo di rifasamento che ha portato a The Renaissance of Hope, con questo Your Sunset / My Sunrise, i nostri convergono ad un’idea più definita del loro processo e delle loro “corde” compositive.

Partiamo subito col dire che questo lavoro pende decisamente di più per un death metal cadenzato e riflessivo, con sicuramente inserti doom, ma che spesso rischiano di sfociare nel gothic piuttosto che nei riferimenti che abbiamo in testa.
L’influenza più palpabile ascoltando il disco sono sicuramente i Paradise Lost, intesi nella loro versione evoluta, più radiofonica se vogliamo. Sono diversi i momenti dove aperture melodiche e melanconiche prendono il sopravvento e l’attenzione dell’ascoltatore.

Diverse anche le parti più cattive ed esplosive, dove quasi sembra che i nostri si trovino quasi più a loro agio che in altri lidi.
Non mancano per questo i passaggi più puramente doom o pachidermici, ma sono centellinati ed utilizzati nei momenti più opportuni.

Ne risulta un lavoro complessivamente convincente e ispirato, ma che, a parere di chi scrive, soffre ancora di un certo disequilibrio tra le venature che le composizioni prendono.
L’impressione è che la componente death metal sia quasi prevalente (il singolo “Sleepwalkers” è un esempio evidente), e che sia effettivamente il loro terreno più consono di caccia. C’è però anche la sensazione che questa venga tenuta ancora briglia corta, con il risultato di penalizzare un po’ ciò che invece dovrebbe essere l’ingrediente caratterizzante di un album death doom : la malinconia e la disperazione.

In ogni caso un lavoro ben prodotto, ispirato e con canzoni che, pur non spiccando in maniera evidente una più dell’altra, riescono comunque a centrare il bersaglio.

Quindi qui il giudizio sul disco si potrebbe dividere.
Probabile che rimaniate (almeno parzialmente) delusi se eravate in cerca di un disco toccante e struggente o che cercaste un po’ di sano death melodico.
Ma, come detto la linea è molto sottile.

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