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La No Remorse Records sta mettendo a dura prova il portafogli di chi, come me, è solito acquistare i CD che pubblica: tra vecchi e nuovi, sono diversi i gruppi interessanti di cui l’etichetta ellenica ha immesso sul mercato i lavori e non fanno eccezione i March To Die, giunti al disco d’esordio con i nove brani contenuti in “Tears Of The Gorgon”.
Di stanza tra Cipro e Grecia, i March To Die non sono affatto dei novellini: il quartetto è composto da musicisti militanti nelle fila di Solitary Sabred, Mirror, Satan’s Wrath e Friends Of Hell – per citarne alcuni – e l’esperienza maturata in anni di militanza è messa al servizio di un heavy metal epico e muscolare, a volte piuttosto spigoloso, ed in cui trovano spazio, a seconda del brano, anche atmosfere solenni e/o tenebrose.
Incorniciato da una produzione dal sapore attuale che ben evidenzia gli umori delle composizioni, “Tears Of The Gorgon” guarda al passato racchiudendo le influenze battagliere dei Manowar e quelle dei Bathory evocativi del periodo viking, e va ad affiancarsi a quanto forgiato in tempi più recenti da gruppi d’impronta epica come Visigoth, Vanquisher o Eternal Champion. I pezzi, legati da una certa tensione emotiva di fondo, risultano piacevoli e trascinanti e, pur non mancando episodi più diretti come “Helmetsmasher” e “Decapitation”, sono quelli più lunghi e cadenzati come “Son Of The Old Gods”, “Stand And Be Counted” e “Tears Of The Gorgon” con le loro suggestioni evocative a farsi apprezzare particolarmente dal sottoscritto: a mio parere, è su queste composizioni più elaborate che i March To Die esplicano al meglio la loro proposta, senza perdersi in eccessive lungaggini e senza cadere in noiose ripetizioni.
Come avrete intuito, il quartetto compie un solido debutto che, onestamente, trovo sia di qualità buona ma non ottima: nel complesso i brani funzionano, ma non mi sono entusiasmato. Sarà perchè, per quanto abbia cercato di resettarmi, “Tears Of The Gorgon” è arrivato nel mio stereo dopo lo splendido “Dark Parade” a firma Cirith Ungol? Forse si.. tuttavia, è bene ribadire che i March To Die hanno realizzato un buonissimo disco!