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Quello dei Don’t Drop The Sword è un nome che, di tanto in tanto, ritorna sulle nostre pagine digitali: la prima volta fu nel 2017, prima con i cinque pezzi dell’EP “Into The Fire” e poi con il debut album “Path To Eternity”, mentre il penultimo passaggio è avvenuto all’interno delle nostre Pillole d’Acciaio #6-2022 grazie a “Prelude To The Age Of Heroes”, gustoso EP con cui i Nostri avevano, ancora una volta, stuzzicato il mio interesse in vista del loro nuovo e secondo album.
Una curiosità che ho dovuto tenere a bada fino ad ora, poichè il nuovo “Age Of Heroes” è fresco d’uscita, ma che viene ampiamente ripagata dai nove brani che il gruppo tedesco vi ha incluso: come da titolo, il precedente EP è stato propedeutico all’ascolto di questo album, in cui ricorrono tutti gli elementi sonori (forse anche un paio in più!) apprezzati lo scorso anno.
La lingua musicale parlata – molto bene – dai Don’t Drop The Sword è quella di un potente heavy metal dai tratti evocativi, dai cori solenni e stracolmo di melodia, in cui trova la sua collocazione anche una certa componente speed: gli ascendenti esercitati dai loro connazionali Blind Guardian, Running Wild e Wizard, e quello scandinavo di Hammerfall e vecchi Nocturnal Rites sono qui da sentire, ma trovo altrettanto evidente la volontà del gruppo bavarese di far emergere la propria personalità, variegando occasionalmente la propria proposta con l’utilizzo di elementi come growl, blast beat e parti di più ampio respiro melodico, oltre all’uso della fisarmonica e di atmosfere dal flavour arcaico, spesso generate dalla chitarra acustica.
Un ottimo esempio di varietà lo si trova, a mio parere, a metà album con la lunga e multiforme “A Murder Of Ravens”: apertura avvolgente e delicata con il contributo della voce di Liv Kristine, una carezza in netto contrasto con una sfuriata dai toni estremi, il tutto contenuto in un brano sullo stile heavy / power tipico della band. In realtà è “Age Of Heroes” nella sua interezza a mostrarsi di ascolto piacevolmente differenziato, tra brani come la veloce “Of Love And Loss”, l’incisiva opener “Demon Divine”, “King Of Thieves” dal sapore antico e quasi folk, la cadenzata e manowariana “Where The Old Gods Dwell” (trovate il video qui sotto, in cui si intrecciano heavy metal e wrestling), l’evocativa “Echoes Of The Past” con i suoi cori maestosi e la cavalcata “Sharpe’s Song”.
Avendo scritto in altre rece di quanto le vocals di Anti abbiano diversi punti di contatto con quelle di Hansi Kürsch, in questo spazio vorrei sottolinearne la versatilità: il bravo Anti dimostra di avere a disposizione diverse frecce al suo arco vocale e di saperle usare a dovere, muovendosi a suo agio sia sulle parti pulite che su quelle più aggressive.
Ben autoprodotto, con suoni puliti quanto basta e contenuto in un bel CD digipack, “Age Of Heroes” è davvero un bel disco e merita tutte le nostre attenzioni: ai Don’t Drop The Sword passione e capacità non mancano certo, ora tocca a noi supportarli acquistandone l’ottima musica!