CIRITH UNGOL – Robert Garven


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CIRITH UNGOL – Il suono dell’Apocalisse

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Ve lo abbiamo mai detto che su HMW amiamo i Cirith Ungol?? Come dite?? Ah, ve lo abbiamo detto e scritto quasi fino allo sfinimento.. eh già, avete ragione!

Che volete farci, siamo dei vecchi entusiasti che si emozionano come bambini quando c’è la possibilità di parlarvi di una delle band che adoriamo letteralmente: a partire dalla fanzine a loro dedicata, passando per le recensioni ed un’intervista successiva all’uscita di “Forever Black”, negli ultimi anni il gruppo californiano è passato piuttosto frequentemente sulle nostre pagine ed oggi, a seguito dell’ottimo album in studio “Dark Parade”, non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione di realizzare una nuova intervista con Robert Garven, batterista della band!

Le domande dell’intervista sono state preparate da Fabio Perf, Luca Avalon e Pol.

Ciao Robert, bentornato sulle nostre pagine! Come stai?

Rob: Tutto bene. Il nostro ultimo album “Dark Parade” è uscito e non vediamo l’ora di fare il nostro ultimo tour l’anno prossimo e di suonare in grandi eventi e festival!

Prima di iniziare a parlare del vostro nuovo album, puoi farci un bilancio del periodo successivo alla pubblicazione di “Forever Black”? Siete soddisfatti del responso Forever Blackche avete avuto?

Rob: Risulta piuttosto ironico che un album così oscuro, inquietante, proclamante la fine del mondo come “Forever Black” sia stato pubblicato quasi esattamente nella stessa data in cui il mondo si è fermato per la pandemia. L’unica buona notizia legata alla chiusura globale è stata che molte persone, dovendo rimanere forzatamente a casa, hanno avuto la possibilità di ascoltare più musica. Più di una manciata di siti web e riviste lo hanno scelto come album heavy metal numero uno del 2020, incluso un sito in Italia! Abbiamo pensato che quell’album fosse una delle nostre migliori fatiche, e riteniamo che “Dark Parade” sia “un’immersione in un agitato vortice di caos metallico” ancora migliore del precedente (l’abbiamo già scritto, difficile rendere nella nostra lingua madre l’espressione che usa Rob, ovvero “A Churning Maelstrom of Metal Chaos Descending!”)!

 

E, per quanto riguarda il nuovo “Dark Parade”, quali feed back state raccogliendo? Ci sembra che le recensioni ed i commenti siano tutti estremamente positivi!

Rob: È solo un mese che l’album è stato pubblicato, ma tutte le recensioni sono molto positive e l’edizione limitata deluxe è quasi esaurita. Che la nostra musica attraversi i decenni è qualcosa di straordinario, e l’uscita di qualsiasi nuovo album dei Cirith Ungol un evento raro che dovrebbe essere celebrato. Abbiamo sempre creato il nostro marchio unico di heavy metal per compiacere in primis noi stessi, non le masse, e continueremo a farlo ignorando le mode o le tendenze attuali nella scena musicale. Molte persone non capiranno mai cosa stiamo cercando di fare, e va bene così perché per i pochi selezionati e più esigenti “metallurgisti”, i Cirith Ungol offriranno sempre musica pronta a sfidare le vostre aspettative!

 

Poco dopo l’uscita di “Forever Black” avete iniziato a lavorare ai brani di “Dark Parade”. Quanto ha influito, sulla stesura dei nuovi brani, la rabbia e la paura generate dalla pandemia?

Rob: Penso davvero che non ci abbia influenzato più degli altri tragici attuali eventi che stanno agitando il mondo intero: guerre, il cambiamento climatico, la sovrappopolazione, l’aumento di regimi autoritari, ecc. Negli ultimi album, la nostra musica ha virato radicalmente verso una visione profetica del lato oscuro dell’umanità, e questo album è un diretto riflesso di quella realtà.

 

“Dark Parade” gode di produzione ottima che permette di gustare tutte le sfaccettature emotive della vostra musica: dove e come si sono svolte le varie fasi di lavorazioni del disco?

Rob: “Dark Parade” è stato prodotto presso i “The Captains Quarters” di Armand John Anthony, lo stesso studio in cui abbiamo registrato tutto ciò che abbiamo pubblicato da quando la band si è riunita nel 2016. L’abbiamo registrato con le stesse modalità con le quali abbiamo realizzato tutti i nostri album dall’inizio dei tempi, usando la stessa ricetta segreta dei “Cirith Ungol”! Per ogni uscita abbiamo lavorato per migliorare il nostro suono, e questo è stato possibile con l’aiuto di Armand.

 

“Dark Parade” trasmette la costante sensazione di un’oscurità ancor più opprimente ed inquietante rispetto al disco che lo ha preceduto. Trovi che questa affermazione sia corretta? In questo momento, pensi che i brani dell’album rappresentino l’apice della musica dei Cirith Ungol?

Rob: Ci siamo sforzati di migliorare costantemente con ogni album, cercando di renderlo più pesante del precedente, e con quest’ultima pubblicazione ci siamo certamente mossi ancor più in questa direzione. Nondimeno ritengo che ci sia ancora molto lavoro da fare! Ormai sapete che sono un grande fan di tutto ciò che è italiano, soprattutto dei capolavori automobilistici che l’Italia produce. Una volta fu chiesto ad Enzo Ferrari quale fosse la macchina migliore e lui rispose “La migliore sarà la prossima che costruirò”. La vedo allo stesso modo riguardo ai nostri album.

 

Su HeavyMetalWebzine.it amiamo i Cirith Ungol, tanto da dedicare ben tre recensioni (firmate da tre redattori) al nuovo album: in una di queste, affermiamo che se “H.P. Lovecraft è stato lo scrittore che meglio di tutti ha saputo trasmettere terrore e sensazione di pericolo incombente attraverso le parole, i Cirith Ungol hanno saputo renderle vivide e palpabili grazie alle loro canzoni”. Che ne pensi di questo accostamento?

Rob: Probabilmente sono il principale fan di H.P. Lovecraft nella band e concordo circa la marcata sensazione di oscurità che attraversa tutto questo album, onnicomprensiva e pervasiva. Penso che sia un enorme complimento.

 

Tra i nostri brani preferiti c’è sicuramente “Sailor On The Seas Of Fate”. Come nasce e si sviluppa un brano così elaborato e ricco di suggestioni?

Rob: Dal momento in cui abbiamo iniziato a scrivere “Sailor On The Seas Of Fate”, ho immaginato la scena del film Ben Hur del 1959, dove Charlton Heston è incatenato ai remi di una galea romana. Seduto di fronte agli schiavi c’è un soldato romano che scandisce il tempo delle vogate, con due pesanti martelli di legno che batte ritmicamente su un ceppo ricoperto di cuoio. Le velocità sono diverse e distinte per battaglia, attacco e speronamento. Ho anche fatto una parte di batteria sovraincisa, operazione molto rara per il sottoscritto, per rendere la stessa sensazione. Questa canzone ha dei riff davvero epici ed uno straordinario effetto d’organo ottenuto da Greg usando un pedale per chitarra, così come un assolo finale davvero emozionante. È uno dei miei brani preferiti dell’album, a garanzia del fatto che possiamo parlare di altri argomenti che non siano destino e distruzione!

Poco prima dell’uscita ufficiale del nuovo album avete annunciato il termine delle attività dal vivo. Puoi dirci come è maturata questa scelta, visto che stavate raccogliendo ottimi responsi in sede live, e puoi confermarci che la vostra attività da studio proseguirà?

Rob: Quando abbiamo rimesso in piedi la formazione, non eravamo sicuri di quanto sarebbe durata e ci aspettavamo di suonare solo qualche concerto, ma come una palla di neve che aumenta man mano che rotola giù per la collina, abbiamo iniziato a prendere velocità, pubblicando nuovo materiale e suonando alcuni concerti fantastici. Entro la fine del prossimo 2024, saranno nove anni dalla rinascita dei Cirith Ungol, quasi la metà degli anni trascorsi prima dello scioglimento avvenuto nel 1991! Amiamo suonare dal vivo e non abbiamo preso questa decisione alla leggera. Non siamo andati in tour come molte band per diverse ragioni, ovvero la nostra età ed una carriera a tempo pieno al di fuori della band di alcuni dei membri. I viaggi internazionali possono essere estenuanti anche per le band più giovani, come non esserlo per degli anziani “statisti” Metal! Abbiamo dedicato un bel po’ di tempo alla band e, ad un certo punto, riteniamo ce ne serva altro per rilassarsi e godersi la vita. Abbiamo pensato che sarebbe stato meglio uscire di scena col botto, iniziando con l’“Up The Hammers” in Grecia! In questo mondo non vi sono certezze, ma il mio obiettivo resta continuare a produrre musica metal, la più pesante conosciuta dall’uomo!

 

Sempre a ridosso dell’uscita di “Dark Parade”, avete annunciato la separazione dallo storico chitarrista Jim Barraza. Non vogliamo entrare nel merito della separazione, ma vorremmo chiederti se annuncerete un nuovo chitarrista per le nuove date dal vivo (o proseguirete con Armand John Anthony dei Night Demon, come già avvenuto in passato)!

Rob: È sempre difficile perdere un membro della band, ma fortunatamente per noi l’unica persona che probabilmente sarebbe potuta intervenire è già al nostro capezzale, Armand John Anthony. Conosce intimamente la nostra musica, avendo registrato tutti i nostri ultimi progetti, era già sulla piazza quando siamo tornati insieme e ha viaggiato con noi ad ogni spettacolo. Siamo grati che ci accompagnerà per gli spettacoli rimanenti. Ha una carriera impegnativa, compreso il suo studio e l’essere 1/3 dei Night Demon, eppure si è unito alla legione! Il suo primo battesimo del fuoco è stato alla festa per l’uscita del nostro album al Roxy e la sua performance è stata impressionante.

 

In pieno periodo covid è stata annunciata una data in Italia, poi rimandata e successivamente cancellata. Pensi che riuscirete a recuperarla in qualche modo?

Rob: Non è stato ancora annunciato, ma passeremo anche dall’Italia (incrociamo le dita)! Visitare il vostro paese è sempre stato il sogno della mia vita, cosa che non è mai accaduta. Poter suonare lì è un sogno che diventa realtà, e sono sicuro che bacerò la terra una volta arrivato! Sono nato lo stesso giorno in cui morì Dino Ferrari nel 1956. I miei primi ricordi sono tutti legati alla Ferrari. Ho scritto a Enzo Ferrari quando avevo 13 anni e lui mi ha risposto mandandomi nel corso degli anni diverse cartoline e foto autografate. Ho conosciuto Piero mentre era in California per il 60esimo anniversario della Ferrari. Il sogno di una vita era visitare l’Italia, recarmi allo stabilimento ed al Gran Premio di Monza!

 

Da quando i Cirith Ungol sono tornati sulle scene, il mercato musicale è parecchio cambiato, con l’avvento dello streaming gratuito (o quasi). Fortunatamente avete continuato a proporre la vostra musica in diversi formati fisici. Che rapporto hai con lo streaming? Pensi che sarà davvero l’ultima frontiera della musica, anche per il metal?

Rob: Spero di no, tutti vogliono poter tenere qualcosa di tangibile in mano, e sento che per la musica il discorso non cambia. Ecco perché ritengo sia così importante creare un packaging straordinario come quello con cui Metal Blade Records, per tutte le nostre uscite, veste la nostra musica! L’edizione limitata di questo nuovo album è davvero fantastica, c’è una custodia stampata a caldo, la prima per la band, e due poster, un’immagine della copertina dell’album incorniciabile ed una borsa! In tutti gli album è incluso anche un codice affinché si possa scaricare l’album gratuitamente. C’è inoltre una stampa dell’incredibile opera d’arte di Michael Whelan intitolata “Elric and the Sinking City” nella sua interezza ad impreziosire questo album.

Non ho rapporti con lo streaming e la maggior parte della musica che posseggo viene acquistata fisicamente per supportare le band. Ho però una storia divertente per i vostri lettori; dopo che il nostro terzo album “One Foot in Hell” venne pubblicato nel 1986, ricordo che la casa discografica ci disse: “Smetteremo di stampare vinili e produrremo solo CD”, mentre recentemente ho sentito qualcuno dire l’esatto contrario! Il mondo è in continua evoluzione, ma a volte il cerchio si chiude!

 

Voi siete dei veterani ma in questi ultimi anni c’è stato un proliferare di giovani band devote a un sound più tradizionalista che, in parte, prende spunto anche da band come i Cirith Ungol. Segui la scena metal attuale? Conosci e consigli qualche band nuova (a parte i Night Demon, ah ah ah!)? Com’è, secondo te, lo stato di salute del metal oggi?

Rob: Hai ragione, e ci sono molte band che rivestono il ruolo di difensori di ciò che consideriamo vero metal; con molte di loro abbiamo avuto la fortuna di condividere il palco. Penso che l’heavy metal sia ancora forte, ma il mondo sta cambiando e chissà cosa ci riserva il futuro. Ci sarà sempre un gruppo illuminato di appassionati di musica che desiderano e supportano il vero metal!

 

In questi anni vi siete esibiti in molte Nazioni. Quali sono le maggiori differenze che avete notato nel modo di vivere la vostra musica tra i fan, non solo tra America ed Europa, ma anche più in piccolo, come ad esempio in Germania, Grecia, ecc.

Rob: I fan dei Cirith Ungol sono i migliori, non importa dove si trovino, e per molti spettacoli una parte di essi si è spostata da altri paesi e nazioni per assistere al concerto! Certo, i fan greci impazziscono, ma non abbiamo ancora suonato in Italia! Il nostro pubblico più numeroso si colloca in Europa e penso che la scena metal sia più adatta al nostro stile. Abbiamo molti fan negli Stati Uniti, ma sono sparsi su una vasta area, quindi è più difficile metterli insieme.

 

Bene, chiudiamo questa intervista ringraziandoti per la disponibilità e lasciandoti come sempre carta bianca. Ci teniamo solo a segnalarti che HeavyMetalWebzine.it ama i Cirith Ungol, a tal punto da avergli dedicato una fanzine (redatta in italiano) che puoi trovare sul nostro sito e che racconta la storia della band fino a “Forever Black”. Speriamo nel prossimo futuro di potertene consegnare di persona una copia!

Rob: Ragazzi, vi ringrazio per aver dedicato del tempo ai Cirith Ungol ed a “Dark Parade”, ricambio l’affetto di Heavy Metal Webzine, e non vedo l’ora di incontrarvi e ricevere la fanzine! Vorrei anche ringraziare tutti i vostri lettori, e spero di vedervi tutti personalmente ad uno dei nostri ultimi concerti il prossimo anno.

You never lost hope, you never have strayed
Arise now my children, arise from the grave
We lead not the weak, they won’t answer the call
As chaos descends, false metal will fall

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Twitter: https://twitter.com/CirithU

Bandcamp: https://cirithungol.bandcamp.com

Rob Garven, Ventura, California

rgarven@gmail.com

November 25, 2023

2 commenti su “CIRITH UNGOL – Robert Garven”

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