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Dopo gli EP Electrified del 2011, prodotto dal produttore Travis Wyrick (10 Years, P.O.D.), Ascension del 2022 e il singolo “Resist”, anch’esso del 2022, gli statunitensi Ignescent, pescati dalla nostrana Frontiers, debuttano con il loro primo album proponendo un dinamico hard rock intriso di elementi pop, sinfonici e di alternative metal. Il gruppo è capeggiato dall’affascinante e brava cantante/cantautrice Jennifer Benson attorniata da Max Carrillo alla chitarra, da Joel Seidlitz al basso e da Dusty Winterrowd alla batteria.
Sulle tematiche dell’album, Jennifer Benson afferma: “Alla fine usciremo più forti dal dolore con i nostri cuori infiammati. Non fermerò mai la lotta dentro di me.”
La presenza femminile di Jennifer dietro al microfono è fondamentale per il gruppo in quanto la ragazza canta bene confezionando pure per il grande pubblico dei simpatici brani, che strizzano l’occhio al commerciale e in particolare al pop. Basti ascoltare l’aspra e super melodica “Monster You Made” o la successiva e ruffiana “Unholy” in cui la vocalist sciorina tutte le sue qualità vocali guidando acutamente il pezzo insieme alle tirate e intermittenti chitarre elettriche dei suoi compagni. Certo, poi la bellezza della musicista fa il resto attirando sicuramente l’attenzione anche dei più scettici ma come si dice: spesso l’abito non fa il monaco e la Benson dimostra di essere non solo bella ma anche brava avendo delle ottime e melodiche corde vocali. Se le prime due sono canzoni radiofoniche, lo stesso non si può dire per la tellurica “Fight In Me”, traccia infarcita di energici campionatori che proiettano il combo americano su interessanti territori di metal alternativo e di metalcore. Rimane però il forte sospetto che il quartetto ancora non sappia esattamente dove voler far evolvere il proprio suono. Idem per la metalcore “Under Attack” dal ritmo esplosivo e martellante, sempre basato da un massiccio uso di sintetizzatori e dell’imponente sei corde elettrica.
Qui di diverso c’è un’armoniosissimo ritornello che si stampa subito in mente e l’aggiunta di un diabolico cantato gutturale che da quel tocco in più alla traccia. In tutta l’opera i punti di riferimento e le influenze che si odono sono quelle che provengono da formazioni affermate, come i connazionali Evanescent e i Flyleaf, per citare alcune importanti band del momento. Se l’originalità al momento latita, occorre però dire che alcune canzoni sono veramente riuscite, come la ballata “You’re Not Alone” e l’ultima in scaletta, “Not Today”, dove la Benson duetta con Keven Young (Disciple). La prima vede in primo piano, per i primi tre minuti l’ugola romantica e melodiosa di Jennifer e in sottofondo un soave pianoforte per poi aumentare di intensità con l’aggiunta di una battente sezione ritmica e della portentosa electric guitar di Carrillo. La seconda è cadenzata, allegra e accompagnata da un potentissimo refrain armonico sostenuto dagli immancabili sintetizzatori, superati solo dalle due acutissime voci della Benson e di Young. Se la ritmata “Triple Threat”, piace e prosegue con un ritornello orecchiabile e dalle venature AOR, le successive tracce alternano parti lente ad altre più heavy ma sempre con l’obiettivo di arrivare a tutti i costi ad una melodia che faccia effetto.
Non sempre questo avviene come nel caso della moderna e corale, “Shadows” o nel caso della drammatica “Carries Me”, caratterizzata dai suoni distorti della chitarra elettrica, che si esibisce in prolungati assoli e della solita tastiera alternata a tocchi di pianoforte. Purtroppo, nonostante ci siano delle melodie carine e dei brani sicuramente validi, Fight In Me, risulta troppo prevedibile e con pochi sussulti emozionali. Occorre però perseverare e provare a fare qualcosa di diverso, magari orientandosi su un solo genere perché le potenzialità del gruppo americano sono evidenti e ancora in gran parte inespresse. Gli Ignescent possono e devono fare di più!