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La voce femminile nel thrash metal non è di certo una novità e l’abbiamo sdoganata già negli anni ottanta con Sabine Classen e i suoi Holy Moses, ormai giunti a fine della loro carriera con un disco musicalmente più moderno e progressivo, dovuto sicuramente ai gusti dei musicisti. Ho riscontrato la stessa modernità con gli Hyperia. Canadesi di patria e giunti alla loro terza fatica, la coppia (letteralmente dato che sono sposati) Colin e Marlee Ryley rinnovano completamente la formazione (quando si dice tra moglie e marito…) con tre membri nuovi di zecca.
Il thrash metal che ritroviamo in The Serpent’s Cycle è distante dalle sonorità grezze e immediate di quei nomi che hanno fatto la storia degli anni ottanta, nonostante la produzione non sia ancora così patinata. Forse il bello o il brutto di non essere parte di un’etichetta che potrebbe alzare il budget finanziario, ma la registrazione gode comunque di un’ottima qualità (negli ottanta se la sarebbero sognata una produzione del genere). Le grida di Marlee sono comunque molto distanti dalla pioniera Sabine Classen e si avvicinano invece molto di più alla conterranea Vicky Psarakis dei The Agonist, sciolti da poco. Anche musicalmente questo disco gode di una certa melodia e di riff particolarmente giocosi e forse meno immediati.
Siamo di fronte dunque ad un’evoluzione del thrash metal? Forse. Perchè no! Mi è oscuro il motivo del fatto che un gruppo con queste qualità sia sprovvisto di etichetta, ma questo non è sempre un male. Vogliamo anche criticare e parlare di difetti? Naturalmente. Gli undici brani sono dannatamente lunghi e potrebbero, nell’ascolto, annoiare un po’. Sono sicuro che la resa dal vivo di un gruppo del genere potrebbe lasciare a bocca aperta. Assoli inebrianti, voce aggressiva, tecnica ineccepibile. Però l’immediatezza dei brani, a casa, con il nostro supporto fisico (o anche la più moderna musica liquida in macchina), potrebbe distrarci dall’ascolto in più di un’occasione.
Siamo giunti alla conclusione. Pollice alto o basso!? Salviamo gli Hyperia con un voto discreto, che potrebbe anche migliorare. La cover “Crazy On You” degli Heart non cambia le sorti del giudizio anche se devo ammettere che è divertente e curiosa! Come sempre, a tutti voi il giudizio con le nostre stelline per aiutarci a valutare i gruppi che vi proponiamo!