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Recensione scritta da Fabio Perf.
Tornano i Solitary Sabred con il loro quarto studio album Temple Of The Serpent!
Per chi non conoscesse questo gruppo cipriota, i Nostri sono attivi dai primi anni 2000 e fautori di un Heavy Metal classico, ruvido, totalmente devoto alla purezza e alla tradizione del genere che, talvolta, sconfina nel power americano. Come per i precedenti dischi i Solitary Sabred ci propongono un disco a tema, nello specifico, una storia dalle tematiche dark-fantasy.
Fin dalla prima traccia, l’incipit “Echoes From The Tomb”, veniamo catapultati nel concept di questo Temple Of The Serpent: l’attacco frontale di “The Skeleton King” ci porta in un mondo oscuro, decantato dal metal veloce e spietato dei Solitary Sabred. Anche il singolo “Spectral Domain” rimane su queste coordinate, col suo coro ossessivo e ipnotico. Ottimi i fraseggi di chitarra, atti a creare un tappeto sonoro notevole in cui si staglia la voce aggressiva del cantante Petros “Asgardlord” Leptos, dotato di una buona vocalità, di cui possiamo apprezzare il lato più duro e ruvido, alternato ad acuti potentissimi. Ne è un perfetto esempio la successiva traccia “Bound By The Lich”, introdotta da un riff al vetriolo e caratterizzata dalla convincente prova del cantante cipriota che, in certi frangenti, sembra voler fare il verso al Re Diamante.
Il resto del disco si snoda più o meno sulle coordinate ivi descritte: non c’è spazio per ritornelli ruffiani o melodie facili, l’heavy metal senza compromessi dei Solitary Sabred regna sovrano. Nonostante i pezzi siano tutti piuttosto diretti, con una ritmica martellante, riusciamo comunque ad apprezzare cambi di tempo e umore, grazie a un ottimo lavoro dei due chitarristi Demetris “Spartacus” Demetriou e Nikolas “Sprits” Moutafis, davvero convincenti con le loro armonizzazioni e oltremodo efficaci in fase solista.
Il finale del disco, che coincide col finale del racconto, è davvero ben concepito, con accelerazioni che si alternano a parti narrate più evocative e a repentine ripartenze. “Reaper Of Kur” è un metal cadenzato, che richiama da vicino gli americani Helstar, con un ritornello battagliero. La chiusura del disco, “Gates Of Namtar”, non fa altro che ribadire il concetto di metal epico e aggressivo dei Ciprioti.
In definitiva, se amate il metal più puro e intransigente, scevro di inutili fronzoli e melodie ammiccanti, questo Temple Of The Serpent potrebbe fare al caso vostro, grazie anche alla convincente prestazione dei Solitary Sabred.
Thanks for the support brothers!