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Insomnium + In Mourning + Kvaen
EVENTO: Insomnium European Tour 2023
LUOGO: Legend Club, Milano
DATA: 25-11-2023
Un sabato sera imperdibile quello dello scorso 25 novembre che ha visto esibirsi i campioni del melodic death scandinavo Insomnium in un’affollatissimo Legend Club di Milano, troppo piccolo per un nome che sta cavalcando l’onda del successo ormai da anni. Sold out prevedibile per questo concerto, ma che abbiamo accolto con piacere e di cui è stato sicuramente complice anche lo squisito abbinamento con i gruppi di supporto In Mourning e Kvaen. Purtroppo a causa di alcuni problemi tecnici tra un ritardo a lavoro, la difficoltà di trovare un parcheggio e altri sono giunta a destinazione troppo tardi per assistere all’esibizione del primo artista. Niente paura però, perché sul posto c’era già il nostro Daniel, che ci racconta com’è andata.
Aprono la danza macabra gli svedesi Kvaen, band formata in studio dall’unico membro Jacob Björnfot, chitarrista cantante. Da subito il black metal del quartetto colpisce il pubblico che pian piano si ingrosserà fino a riempire il locale completamente. I suoni non sono potentissimi, ma si distingue bene tutto, soprattutto la batteria
di Fredrik Andersson (che non è l’omonimo che suonava nei Marduk, NdR). “Sulphur Fire” e “The Great Below”, tratte dall’omonimo ottimo album, lasciano intendere che le abilità compositive e tecniche di Björnfot trascendono il canonico black metal scandinavo, sfociando nel death più tecnico e nello swdish death, abbellendo le canzoni con assoli e parti più armoniche mai banali. Seguono “In Silence” e “The Funeral Pyre”, quest’ultima tratta dal primo lavoro omonimo del 2020. Ottimo il rapporto con il pubblico che viene continuamente incitato dal frontman e che risponde con apprezzamenti e corna al cielo. È evidente come la band si stia divertendo a intrattenere il pubblico italiano. Segue “Ensamvarg” tratto da “The Great Below”, che suona un po’ Moonsorrow ma che rilancia la parte più Pagan Metal dei Kvaen. La chiusura è affidata a “Revenge By Fire” che fa ritornare sui binari del black metal scandinavo più classico, mantenendo intatto l’approccio dei Kvaen. La resa è ottima anche in questo frangente e Jacob Björnfot e soci lasciano il palco sapendo di aver fatto un grande centro sul suolo del Nord Italia. Promossi a pieni voti.
(Daniel)
Scaletta Kvaen:
Sulphur Fire
The Great Below
In Silence
The Funeral Pyre
Ensamvarg
Revenge by Fire
Finalmente io riesco ad entrare nello stipatissimo locale e ritagliarmi un posticino in sala, giusto in tempo per scambiare qualche saluto prima che lo spettacolo ricominci. Gli svedesi In Mourning portano sul palco un melodic death dai toni foschi e inquieti fuso con del turbinoso progressive dal gusto moderno, una proposta non certo facilmente digeribile da tutti. Alla batteria Joakim Strandberg-Nilsson non perde un colpo accompagnando i ben tre chitarristi sul palco, tra cui Tobias Netzell e Björn Petterson che si dividono anche le parti vocali tra growl e pulito, passando da melodie orecchiabili a momenti più aggressivi, arricchendo ogni tanto con dei passaggi che ricordano le voci metalcore. Il gruppo riesce a presentare cinque lunghi brani che dobbiamo ammettere stupiscono per la loro eterogeneità di atmosfere, ritmi e sinfonie, differenze che si assaporano sia tra un brano e l’altro che all’interno degli stessi pezzi. Il risultato è che il pubblico è attento all’ascolto e anche se i musicisti sono molto concentrati sull’esecuzione e limitano al minimo l’interazione con i presenti, riescono ad attirare dei discreti applausi di approvazione, in particolare i brani “The Smoke” e “Colossus”. Per chi ama i contrasti e le montagne russe tra potenza e musicalità valgono la pena di qualche ascolto.
Scaletta In Mourning:
Thornwalker
The Broken Orbit
The Smoke
Sovereign
Colossus
L’atmosfera a questo punto è trepidante e nonostante il poco spazio rimasto a disposizione tutti i presenti si riversano di nuovo all’interno del locale principale in grande attesa. Devo confessare di essere di parte e ammettere che è entusiasmante vedere che gli Insomnium hanno richiamato un folto numero di spettatori sinceramente appassionati, dopo averli seguiti per anni e averli visti suonare (sempre al Legend) di fronte a molte meno persone; del resto i più di 25 anni di carriera del gruppo finlandese non sono stati pochi per essere arrivati dove sono oggi, ma la conseguenza positiva di questa loro crescita costante è stata quella di essersi guadagnati nel tempo una solida base di fedelissimi seguaci, che a quanto pare è ancora in crescita. E’ ora di spegnere le luci: le note acustiche del brano di apertura “1696” accolgono sul palco gli attesi musicisti. Assente dalle scene di questo tour è purtroppo il tanto amato dal pubblico Jani Liimatainen, che a causa di una sovrapposizione professionale presta al momento la sua chitarra al servizio degli Stratovarius, ma niente paura perché a sostituirlo c’è il talentuoso Nick Cordle (che ha già militato in band quali Arch Enemy, Omnium Gatherum e altri). I brani che gli Insomnium hanno deciso di offrire sul palco italiano sono senza dubbio una scelta non scontata, ma ci sembrano comunque una buona miscela di vecchie glorie come “Ephemeral”, “Change of Hearts” e “Mortal Share” e pezzi più recenti tra cui spiccano le esibizioni
della potente “White Christ”, assolutamente perfetto per la sede live, “Lilian” e “The Rapids”. Il bassista e cantante Niilo Sevänen, nonostante l’impegno allo strumento e al ruolo di frontman, non manca di carisma e interazione con il pubblico, capacità che ha largamente migliorato con gli anni e che gli permettono di coinvolgere facilmente i presenti che lo seguono volentieri. Un momento di plauso lo dobbiamo però al fantastico chitarrista Markus Vanhala che regge tutto il concerto con grande energia e maestria, deliziando le nostre orecchie con le melodie che scaturiscono dalle sue sei corde, sincere e disinvolte. Non è sicuramente facile racchiudere in pochi brani l’essenza di un gruppo come gli Insomnium che specialmente con gli ultimi due lavori in studio ha ampliato le proprie sonorità e quindi accontentare tutti è difficile, ma quando dopo una brevissima pausa la band torna sul palco e attacca “The Primeval Dark” l’emozione è tangibile, perché tutti sanno che stiamo arrivando al fiore all’occhiello della band ovvero la splendida “While We Sleep”, cantata in coro da tutti. Chiusura particolare affidata a “Weighed Down With Sorrow” e i nostri cari Insomnium ci salutano, lasciandoci un po’ malinconici ma soddisfatti. Personalmente penso che la complessa stratificazione di diversi brani di questo gruppo trovi nell’esibizione dal vivo qualche piccolo ostacolo nella gestione dei suoni, che alle volte mi sembra un po’ calante specialmente nelle parti melodiche, risultando in un’esecuzione non priva di sbavature; fortunatamente però la grande esperienza accumulata dai componenti degli Insomnium spazza via qualsiasi imperfezione e ne conferma ancora una volta la posizione all’interno del panorama melodic death.
Scaletta Insomnium:
1696
Ephemeral
White Christ
Pale Morning Star
Only One Who Waits
Change of Heart
And Bells They Toll
Lilian
The Rapids
The Gale
Mortal Share
Song of the Dusk
The Primeval Dark
While We Sleep
Weighed Down With Sorrow