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Recensione scritta da René Urkus
Ma come si può non amare una band che lancia l’hashtag “#FightingForFantasyMetal”?
I finlandesi Chamelion sono una vera manna dal cielo per chi ascoltava power al passaggio di millennio, quando il genere godeva della massima popolarità, e riescono (che lo facciano naturalmente o per una scelta ragionata non saprei dirlo) a suonare come se fossimo nel 2001! Lontani, lontanissimi (tranne in un caso, come vedremo) da quello che ora sembra essere diventato il power, ovvero un carrozzone sguaiato e ridicolo di pirati, cosplayer e discotecari, i nostri propongono il più classico dei concept fantasy, ma lo fanno con un songwriting eccellente e un occhio quasi esclusivo al miglior passato del genere.
Dopo l’introduzione “The Conquest”, che fa subito ben sperare, “Hero’s Tale” conferma le ottime impressioni: un brano squillante, con un ritornello molto epico e orecchiabile, davvero nella scia del sound e delle scelte melodiche di inizio anni 2000 (le quali, credo possano esserci pochi dubbi, sono diverse da quelle di oggi). Il brano più rhapsodyano (ma stiamo parlando proprio dell’atmosfera di “Legendary Tales”, eh!) è “The Shadowleader”, con le sue trame di clavicembalo, un vaghissimo flavour progressive, e quel tocco magniloquente che fa tanto fantasy. Più alla Sabaton, la cadenzatissima “Faith And Steel”, che si conclude con un affascinante fading del coro portante; folk metal di squisita fattura, ancora guidato dal clavicembalo, per la sognante “The Quest”.
“The Demonic Creatures Of The Night” ha un titolo forse ingenuo, ma si rivela un brano di sostanza, che rimanda ai Dreamtale e – ma solo per il gusto degli assoli – agli Stratovarius di fine anni ’90. Va peraltro segnalato che il cantante Tomi Viiltola ha militato per un breve periodo proprio nei Dreamtale. Medieval ballad ancora in stile primissimi Rhapsody per “The Valley Of The Kings”; immancabile la suite conclusiva, che mi sembra rimandare ancora al secondo “Symphony Of Enchanted Lands”, sia per la ricercatezza delle trame sonore, sia proprio per la scelta degli strumenti e dei suoni – il fan attentissimo noterà diverse vicinanze con canzoni storiche come “The Dark Tower Of Abyss” o “Beyond The Gates Of Infinity”.
Operazione nostalgia? Forse. Ma non vedo perché non si possa fare con il power metal ciò che già da diversi anni si fa con l’heavy metal classico: riproporre con attenzione e attitudine le sonorità degli anni migliori, per continuare la tradizione e portarla, pressoché intatta, alle nuove generazioni. I Chamelion lo fanno alla grande. Viva il fantasy metal!