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Recensione scritta da René Urkus
Sono passati addirittura nove anni fra l’esordio (2014) e “Vol. II” dei romani Whisperz: un tempo lunghissimo, di cui è in parte responsabile, come è facile immaginare, anche la pandemia degli ultimi anni. I Nostri tornano però sul mercato con un ottimo prodotto, sempre caratterizzato da un sound heavy metal classico eppure non retrò: nelle otto canzoni al vetriolo di questo secondogenito si riconoscono infatti anche altre influenze, dal thrash a quello che si chiama, a volte impropriamente, groove metal. Dunque un impianto sonoro forse americano più che europeo, solido, convincente, con strutture talora molto complesse, che punta più sulla sostanza che sulla velocità. D’altronde, la band ha dichiarato in più contesti di aver voluto lavorare senza fretta e con la giusta attenzione per il dettaglio… e i risultati sicuramente si vedono!
Si inizia con gli influssi Metallica di “Innocent’s Fury”, brano incalzante, ottimamente cantato dal singer Flavio Falsone e forte di un assolo molto particolare. Coinvolgente l’energia di “No Brakes”, mentre “Bucket Of Blood”, nonostante il testo disturbante, porta un tocco in più di melodia che non guasta. In “Underdog’s Revenge” Flavio si esibisce in passaggi che sembrano decisamente complicati; “Prayer” è un brano dalla doppia anima, aperto da una intro acustica molto cupa (peraltro cantata dal bassista Marco Di Ianni), ma che si sviluppa poi come una nervosa cavalcata. Thrash quasi puro, incalzante e inquieto, per “Away From Here”; si chiude in un coinvolgente crescendo “Unusual Awakening (Metamorphosis)”, mentre l’atmosfera si fa cupa, con toni a tratti doomeggianti e alcuni rallentamenti alla Nevermore, con “My Ancient Sin”.
“Vol. II” è un ottimo disco, sia per i ‘defenders’ vecchio stile, che non avranno problemi a identificare le influenze più ‘datate’, sia per le nuove leve che cercano un metal più dinamico e variegato.