NEAL MORSE – The Restoration, Joseph: Part Two

Titolo: The Restoration, Joseph: Part Two
Autore: Neal Morse
Nazione: Stati Uniti D'America
Genere: Prog Rock
Anno: 2024
Etichetta: Frontiers Records

Formazione:

Nick D’Virgilio
Eric Gillette
Gabe Klein
Neal Morse
Sam Hunter
Gideon Klein
Alan Morse
Mark Leniger
Bill Hubauer

Cast:
Neal Morse
Ted Leonard
Matt Smith
Nick D’Virgilio
Ross Jennings
Alan Morse
Jake Livgren
Mark Pogue
Talon David
Wil Morse

 


Tracce:

01. Cosmic Mess
02. My Dream
03. Dreamer in the Jailhouse
04. All Hail
05. The Argument
06. Make Like a Breeze
07. Overture Reprise
08. I Hate My Brothers
09. Guilty as Charged
10. Reckoning
11. Bring Ben
12. Freedom Road
13. The Brothers Repent / Joseph Revealed
The Restoration
Everlasting
Dawning of a New Day (God Uses Everything for Good)


Voto del redattore HMW: 8/10
Voto dei lettori: 9.0/10
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Il musicista e compositore, Neal Morse (Neal Morse Band, ex Spock’s Beard), come promesso ai suoi affezionati supporters, chiude con quest’ultimo disco la seconda parte della famosa storia del personaggio biblico Giuseppe (Genesi 37-50). Solo pochi mesi fa, con The Dreamer, Joseph: Part One, Neal raccontava le disavventure del povero Giuseppe, odiato dai suoi fratelli, che lo portano ad essere schiavo e prigioniero in Egitto. Adesso, nell’iniziale e ritmata, “Cosmic Mess”, un veloce e greve pianoforte introduce il resto della storia e cioè: The Restoration – Joseph: Part Two. Questa song immette subito nel caratteristico rock progressivo e melodico di Morse con la gradita sorpresa, che vede l’artista statunitense come cantante principale dell’intera opera, assistito poi da tanti amici: Nick D’Virgilio (Spock’s Beard), Ted Leonard (Spock’s Beard, Pattern Seeking Animals), Matt Smith (Theocracy), Ross Jennings (Haken), Jake Livgren (ProtoKaw, Kansas) e Alan Morse (Spock’s Beard).

Commentando il nuovo singolo, “Cosmic Mess”, Neal dichiara quanto segue:
Non sembra, ma Cosmic Mess è stata scritta al pianoforte. Credo che fosse verso la fine del processo di scrittura di Joseph, e pensavo che sarebbe stato bello avere un’altra canzone tipo prologo. Uno dei miei principali insegnamenti della storia di Giuseppe è che è stato necessario che tutte le cose terribili accadessero a Giuseppe per metterlo alla destra del faraone, in modo che potesse nutrire/salvare il mondo intero e riunirsi alla sua famiglia. È di questo che canto nel ritornello… L’oscurità deve arrivare perché la luce si manifesti pienamente. Comunque, ho suonato tutti gli strumenti, compresa la batteria, e mi sono molto divertito”.

Il racconto di Giuseppe prosegue con il dono dell’interpretazione dei sogni che Dio gli ha concesso e che gli permettono di uscire di prigione aiutando il Faraone e l’intero Egitto a resistere per sette lunghissimi anni di dura carestia. Grazie a questa esatta previsione e soprattutto alla saggezza e alla sua intelligenza Giuseppe diventa viceré d’Egitto cambiando così radicalmente la sua vita.  Nonostante il male subito dalla sua famiglia riesce a salvare i suoi parenti dalla fame, facendoli venire da lui. La successiva, “My Dream”, è un omaggio alle sottili e mielose armonie dei leggendari Kansas. Qui la voce dirompente e acuta di Ted Leonard e i cori alternati accompagnano tutti gli strumenti, con Morse abile a sfornare un refrain melodico combinato a linee strumentali più dure. Questa formula continua in “Dreamer In the Jailhouse”, anche grazie ad imponenti e moderni sintetizzatori che uniscono il brano precedente a questo; sfornando sempre un melodico e sottile ritornello ben bilanciato da linee strumentali più pesanti. Questa è proprio la “Restaurazione” che Neal mette in evidenza e che non si realizza facilmente per via di attriti e rancori ancora freschi. L’amore verso il padre Giacobbe e la misericordia che Dio mette nel suo cuore permettono di perdonare chi ha fatto del male e che fino a poco tempo fa si odiava. L’hard and blues di, “I Hate My Brothers”, è proprio il momento in cui emergono dissapori e rabbia, evidenziate da distorsioni di chitarra elettrica e da una battente sezione ritmica. La voce si fa più scura e sofferente, il ritmo cadenzato e il ritornello orecchiabile, accompagnato dai cori, riflettono alla perfezione l’agitazione dell’animo ferito di Giuseppe. La ciliegina sulla torta sono poi gli alternati cori e il refrain melodico che portano, alla fine del pezzo, ad un momento più tranquillo e rilassante, dove la ragione e il perdono prevalgono su tutto quello che è avvenuto in passato. La resa dei conti sembra vicina in “Reckoning”, song ritmata e dai tanti cambi di tempo che fanno emergere i suoni spigolosi della sei corde elettrica e l’ugola vendicativa di Morse ma l’ira di Joseph non si abbatte sugli increduli fratelli, anche dopo la morte del buon padre Giacobbe; unico collettore tra tutta la famiglia e mitigatore della giustificata collera del figlio.

Dopo la sua dipartita Giuseppe è inconsolabile ma anche qui la “Restaurazione” del suo cuore continua avendo pietà dei suoi malfattori. Lo si evince nel tranquillo brano, “Bring Ben”, con un intro vocale cantato a cappella da tutti i musicisti e guidato poi da un soave e intermittente pianoforte. La splendida e rasserenata ugola del frontman è qui immersa in un contesto molto melodico che abbraccia il prog rock e il puro AOR di stampo tipicamente a stelle e strisce. La malinconica ed eccezionale, “Guilty As Charged”, mette in evidenza la teatralità della musica di Neal sostenuta da momenti orchestrali e soprattutto da un pianoforte dalle note tormentate e addolorate che portano dritte dentro la testa del protagonista facendo rivivere all’ascoltatore, soprattutto con dei sopraffini archi, il suo agitato stato d’animo. Colpisce pure in positivo la maestosa ballata, “Freedom Road”, con un’armonia trascinante e commovente sviluppata da un magico piano e da un superlativo coro gospel. Qui Morse offre al suo pubblico sincere e divine emozioni da far venire i brividi in tutto il corpo. Ormai siamo all’apice della “Restaurazione” spirituale di Joseph che si può sentire nelle conclusive tracce del platter: “Restoration”, “Everlasting”, e nell’epica e crescente, “Dawning Of A New Day (God Uses Everything For Good)”, dai fenomenali arrangiamenti vocali. Musica spettacolare che merita di essere vissuta più dal vivo magari in un musical che evidenzi ancora di più l’intrigante e fervida creatività da parte di un maestro capace di unire facilmente e senza particolari sforzi la spiritualità religiosa a quella ribelle e dannata del rock in un connubio esplosivo e celestiale. In poche parole, un altro grandissimo e riuscitissimo album di prog rock melodico, dalle venature blues e AOR, piacevole e ricco di un sincero sentimento che non deluderà i fans e gli amanti del progressive.

“Il secondo capitolo della storia di Joseph mi ha scioccato! Vorrei che potessi sentire lo sviluppo… da dove è iniziato a dove è finito! Davvero pazzesco, come tutto si sia sviluppato in gran parte con l’aiuto di altri artisti. Non entrerò nello specifico perché dovrei nominarli tutti, ma amici e fratelli (letteralmente!) hanno davvero contribuito molto a questo e sono assolutamente entusiasta di come è venuto fuori The Restoration. Spero che vi piaccia per quanto mi sia piaciuto realizzarlo!”, afferma Neal Morse.

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