MYRATH – Karma

Titolo: Karma
Autore: Myrath
Nazione: Tunisia
Genere: Melodic progressive metal
Anno: 2024
Etichetta: earMusic

Formazione:

Zaher Zorgati – Voce
Malek Ben Arbia – Chitarra
Anis Jouini – Basso
Kévin Codfert – Tastiera
Morgan Berthet – Batteria


Tracce:

1. To the Stars
2. Into the Light
3. Candles Cry
4. Let It Go
5. Words Are Failing
6. The Wheel of Time
7. Temple Walls
8. Child of Prophecy
9. The Empire
10. Heroes
11. Carry on


Voto del redattore HMW: 8/10
Voto dei lettori: 8.1/10
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Chi segue i Myrath dagli albori dell’ormai lontano 2007 sa bene che se c’è una cosa che non li spaventa è il cambiamento. Mentre i loro primi lavori erano prettamente progressive metal e di forte ispirazione ai Sympyhony X, con il tempo il gruppo si è sempre più allontanato dalla zona di comfort dell’imitazione e del “già sentito” per assumere una propria forma originale e inimitabile. Il tempo e la ricerca musicale hanno premiato la band, che ci presenta così Karma, il loro disco più diversificato ad oggi. 

Ci tengo a chiarire subito una cosa: personalmente credo che non sia stata la mossa migliore selezionare proprio il penultimo brano del disco “Heroes” come singolo per rappresentarlo, dato che si tratta di un pezzo abbastanza sobrio. Sicuramente il suo punto di forza è il testo, che racchiude al suo interno anche la spiegazione del titolo scelto, ovvero un invito a non voltare le spalle a chi è in difficoltà, a cercare dentro sé stessi la volontà di reagire e come dei veri eroi aiutare chi soffre, augurandosi che il karma colpisca i criminali che li opprimono. Certamente è azzeccatissimo per il periodo storico in cui ci troviamo e il ritornello è orecchiabile, ma in generale non è un pezzo impattante e che non ha nessuna peculiarità esaltante, se comparato al resto delle tracce.

Ascoltando “Karma” dall’inizio infatti si respira un’atmosfera completamente diversa e subito energica. Il primo pezzo “To The Stars” ne è una buona introduzione, supportato dalla voce robusta di Zaher Zorgati (che troviamo molto migliorato tecnicamente), da linee melodiche arabeggianti e da cori che catturano subito l’attenzione dell’ascoltatore, senza dimenticare però l’aspetto più tecnico di una buona base ritmica e un assolo di chitarra efficace. Non starò infatti a specificarlo per ciascun brano, ma anche se la componente originaria progressive metal del gruppo non è più preponderante, non abbandona comunque mai la scena, visto che la si continua a respirare in tutte le tracce e insieme agli elementi folk tunisini costruisce la spina dorsale dello stile tipico dei Myrath che li ha resi famosi.

Ampio spazio alle melodie ancora più sinfoniche con “Into The Light” che racchiude un intermezzo complesso e cinematografico, così come le più vintage “Let It Go” e “Words Are Falling”, che intreccia suoni più contemporanei e chitarre decise e intriganti. Permettetemi il paragone, ma il ritornello di “Candles Cry” mi ha ricordato lo stile dei Disturbed (ascoltare per credere), che insieme a “The Wheel Of Time” e  “Child Of Prophecy” rappresentano dei momenti leggermente più rock. Diverse sono “Temple Walls” e “The Empire” dai ritmi più lenti ma elaborati, studiate nella stratificazione dei suoni e degli strumenti, che strizzano l’occhio alla musica tradizionale creando un effetto teatrale e coinvolgente. In chiusura una vera perla inaspettata: “Carry On” presenta una performance vocale stupenda, seguendo una melodia variabile e a tratti quasi distorta dal carattere peculiare, che lo rende un brano morbido ma estremamente sentito. 

Il miglior aspetto di Karma è decisamente la varietà ed è quindi consigliato agli ascoltatori più curiosi che apprezzano del symphonic metal sperimentale e che accettano di buon grado anche influenze più pop. Definire questa proposta in un’unico genere è impossibile, il che è una cosa positiva, perchè potrebbe sorprendervi con le sue sonorità particolari. Nel frattempo aspettiamo il prossimo arrivo dei Myrath in Italia il 19 luglio, sul palco del Luppolo in Rock alle Colonie Padane di Cremona. Da non perdere!

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