All Hell Breaks Loose: un tributo ai The Misfits e alla musica DIY di Copenhagen


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All Hell Breaks Loose

Giacca di pelle, ciuffo rockabilly stile anni ’60 e la passione per i film horror di serie B e la musica underground: quando Rune mi disse che stava producendo un album tributo ai Misfits, sapevo che sarebbe stata un’opportunità imperdibile.

A fine gennaio, Rune mi ha dato un’anteprima ascolto delle tracce: 15 gruppi della scena alternativa di Copenaghen a reinterpretare 15 canzoni dei The Misfits, tutti inediti preparati per questo disco. Questo album é ora disponibile in vinile, cassessetta e copia digitale (QUI) da Midnat Record su Bandcamp.

Original transcription in english HERE!

 

All Hell Breaks Loose unboxing, firme di Rune, Max, Kasper e i The Lost Loves

 

Il cassone dell’indifferziato é pieno di cover dei Misfits, ma questo lavoro è qualcosa di completamente diverso. Come per la precedente produzione di Rune, “This is Copenhagen: a punk rock manifesto“, ci immerge negli stili contemporanei del rock alternativo danese, raccontando questa subcultura.

I The Misfits forniscono il quadro per gli artisti; il dipinto è un ritratto della scena musicale alternativa di Copenaghen dal 2020 al 2024. La legacy dell’hardcore americano, la contaminazione senza limiti e lo spazio per il indie-pop e il disco glitter trovano il loro posto senza forzature. È una produzione libera ma curata, un progetto che potrebbe sembrare privo di senso nel 2024, ma che sorprende con freschezza e una fusione di stili che racconta la città in cui è stato concepito questo lavoro.

Non serve mettere voti e stelle per questo album. Andiamo al sodo e catturiamo la vera ricchezza di questo album attraverso le voci degli artisti che si sono riuniti per la festa di lancio.

 

L’antipasto é la nostra copertina in 5 minuti

 

La Festa di Lancio

Arrivo presto per installare il setup delle interviste su HeavyMetalWebzine.it. Mancano solo due ore all’inizio della serata, ma l’atmosfera in Beta2300 è già elettrizzante. Rune corre come un matto per i preparativi dell’evento. Alcuni artisti iniziano il sound-check nella sala accanto al bar.

Tra le facce conosciute, noto un volto familiare. Che ci fa l’enciclopedia musicale su due gambe al guardaroba?

 

Nicolaj: lo Scanner musicale

Nicolaj (a.k.a. Rockolaj), non c’è dubbio, l’incarnazione della tentazione musicale su supporto fisico.

Lavora a SoundStation, la Scilla e Cariddi del vinile a Copenhagen, dove chiunque entri viene stordito dalla migliore selezione di vinili, CD e cassette in città. C’è un’abbondanza di musica locale e di nicchia, e Nicolaj è come il coro delle sirene per il melomane spaesato di fronte a tanta opulenza. Chiunque gli chieda consigli viene risucchiato da questa biblioteca musicale biologica, finendo per aggiungere numerosi dischi alla propria lista dei desideri. All’esterno del negozio di Cose Preziose, Nicolaj sembra innocuo. Ne approfitto per sfruttare la sua vasta conoscenza della musica locale e darvi una breve introduzione.

In modo impulsivo, chiedo consigli. Il “Mindflyer” mi scannerizza, annusa un odore di metallaro sotto le mie vesti ingannevoli e mi consiglia a tradimento gli Halshug, la perla nera che devo ancora conquistare. Il loro suono è hardcore, caratterizzato da chitarre distorte in continui riff “chainsaws” e una voce che si incupisce, rendendo la loro musica facilmente associabile al metal.

Testo il rilevatore di Nicolaj con un bersaglio difficile: Ivan, il nostro editor-in-chief, a mille chilometri di distanza. Senza esitazione, Nicolaj gli accolla alla lista dei desideri il metal socio-distopico depressivo dei Solbrud e Afsky (aggiungiamo fuori dall’intervista il balck metal degli Helskov, e il loro eccellente LP Tørke, 2023). Ora aspettiamo la conferma da Ivan riguardo a questa previsione.

Rune: The Producer e voce dei Motorsav

Quasi scampato alla discussione con Nicolaj, afferro Rune per il collo e lo costringo a raccontarci del suo lavoro con “All Hell Breaks Loose”.

Rune è l’anima dell’etichetta Elektriske Plader, che ha prodotto alcuni gruppi locali interessanti, tra cui Pestigor, Big Mess e il suo stesso gruppo post-punk, Motorsav.

 

St. Digue: Kasper una continua scoperta

Approfitto di Kasper, non ancora in abiti di scena per una chiacchierata nella tranquillità prima del concerto. St.Digue offe una versione darkwave di Hatebreers. Una canzone inedita che spesso ha incluso nei suoi live e con la quale ha un legame speciale, argomento che approfondiremo nella nostra intervista.

 

 

The Lost Loves: Rosa, Blu e Nero

Mancano meno di mezz’ora all’inizio del concerto e intervistiamo i The Lost Loves, il gruppo che forse mi ha più sorpreso durante il pre-ascolto dell’album. Il loro suono è fortemente influenzato dal  indie-pop e punk, ma per questo album hanno deciso di rischiare, prendendo “Hybrid Moments”, una delle canzoni più famose e complesse dei Misfits, e facendone una versione indie disco-pop dal sapore vintage. La scommessa ha funzionato: la base spensierata fa da tappeto a una vocalità femminile che esalta il testo. Una canzone da radio con un tocco dark e sensuale che si insinua nelle orecchie e non se ne va più.

Molti potrebbero storcere il naso, ma questa interpretazione riflette appieno le tonalità rosa, blu e nero della grafica di questo album. Nella sua stranezza, racconta perfettamente la giocosa trasgressione di questa città.

 

 

Inizia il concerto

Beta, il locale è quasi pieno e lo staff sta lavorando a massima velocità. Ci sono state cancellazioni e la scaletta è stata modificata all’ultimo momento: Rebecca Lou non si esibirà stasera. I The Lost Loves saranno i primi a salire sul palco, seguiti dagli Archangel, uno dei gruppi più attesi della serata. Tra le esibizioni che non descriveremo, ma vogliamo riportare i Big Mess, Kold Front , Motorsav e Dust Bugs, invitiamo i piú curiosi a guardare le loro esibizioni sul canale youtube di Lasse. Di questi soprattutto i Big Mess ci hanno convinti con un ottima traccia registrata e un esibizione solida.

Dalla mia postazione, sento l’attacco di “Hybrid Moments” e corro in sala. Il groove del basso di Christian riempie bene lo spazio, ma quando la voce di Sarah entra nella canzone, qualcosa non funziona. È evidente fin da subito che le impostazioni audio non sono adeguate alla voce e alle backing vocals di questa canzone. Nonostante si percepisca la difficoltà del gruppo a suonare in queste condizioni, la traccia è comunque piacevole, anche se le voci soffocate dagli strumenti non conferiscono la giusta brillantezza a questa performance. I The Lost Loves non si perdono d’animo, e nella successiva traccia, “Medication”, il cantante sfodera un punk quasi gridato per superare queste limitazioni. Notiamo la partecipazione nella registrazione della traccia di Peter-Peter, chitarrista dei SODS e Sort Sol, due gruppi storici del Punk Danese.

 

Archangel: una garanzia

Il fonico selvaggio cerca di mietere una vittima illustre con gli Archangel di Søren Crawack, ma questi ragazzi sono già dei professionisti. Iniziano con “Sunslayer”, una canzone forte ed energica per testare il suono. Purtroppo, la voce di Søren viene sepolta sotto la batteria, ma lui non ci sta e fa alzare il microfono, di parecchio. “Horror Hotel” e “Total Dark Sublime” finalmente suonano come ci hanno abituati, regalando una performance di qualità nonostante i pochi minuti a disposizione.

 

La scelta di “Horror Hotel” (pubblicata come singolo e disponibile in streaming) è inaspettata per un gruppo con una vocazione dark e goth. Apprezzo come la band si sia adeguata bene, conservando le sonorità rock’n’roll del brano e il divertente tocco da festa di Halloween della traccia. Come per il loro LP di debutto (che abbiamo recensito QUI), sono impressionato dalla loro versatilità e dalla naturalezza con cui mescolano generi rock in modo organico e senza forzature. Non può mancare un’intervista con Søren.

 

 

Durante l’intervista, partiamo parlando dei Misfits e di Shamain, ma non resisto a fare commenti con loro sul loro disco e sulla prospettiva futura. Gli Archangel sono stati parte della line-up del mini-festival Copenhell-freezes over e presto saranno in tour con i Pectora. Quest’estate li vedremo anche a Metal Magic. Nel corso dell’intervista, facciamo anche riferimento agli artwork curati da All Things Rotten per questa band.

 

Imperial Shark: l’hardcore non ha bisogno di fronzoli

Amo ricredermi. Quando ho ascoltato la pre-listening degli Imperial Shark, ero perplesso: fare una cover di “Where The Eagles Dare” in chiave hardcore DIY mi sembrava di già sentito nella banda del liceo. Con il live, però, ho cambiato idea: neanche il fonico selvaggio ha scalfito la loro esibizione, una musica primitiva da parte di professionisti capaci di adattarsi a qualsiasi sala. Max e la sua band sono saliti sul palco senza tentennamenti, regalando una performance forte, sincera e ricca di energia. La pura essenza dell’hardcore: semplicità, energia e sfacciata sincerità.

Ascoltarli dal vivo ha modificato la mia percezione della versione registrata; la loro interpretazione si adatta perfettamente al loro stile, le modifiche apportate sono eleganti e non snaturano la melodia della canzone originale, ció nonostante notevole ingengno e creativitá emergono nei dettagli rilavorati per questa versione. Una prova considerevole per una band emergente.

 

Rendo loro omaggio riportando il video della performance.

 

Durante l’intervista, nel break, prendo Max e lo trascino davanti alla videocamera. Citiamo i Razor Blades, i precursori dell’hardcore in Danimarca e i Night Fever. Questi ultimi hanno appena lanciato il giorno prima il loro nuovo album “Dead End” (2024). Questo album ci ha conquistato al primo ascolto per la qualità delle tracce e per lo spazio finalmente lasciato alla voce di Salomon Segers (intervistato qui), che risulta incredibilmente melodica, come raramente l’abbiamo sentita nei lavori precedenti.

Gli Imperial Shark sono uno dei gruppi che dal vivo mi ha più convinto, e meriterebbero un posto in tanti eventi hardcore anche in Italia. Teneteli d’occhio!

 

 

Writhe: quando il live supera lo studio di registrazione

Ne approfitto per menzionare e riportare la performance dei Writhe, una band hardcore con sfumature dark e post-punk, che hanno offerto una versione devastante di “Return of The Fly”, perfettamente supportata da uno show sentito e fisico. Un’interpretazione dal vivo assolutamente fantastica che trascende la buona traccia registrata sul disco.

 

St.Digue parte II: Kasper e Sophie ci conquistano

Siamo alla fine, e manca solo il gran finale, che ci viene offerto da Kasper e Sophie .

Ora indossano i loro abiti da palco, e tutto cambia. Partono subito con il loro A-Game, il synth e la drum-machine scuotono la sala. Nella esibizione non si sentono i chainsaw metal riffs di Sophie, si corregge l’aberrazione sonora sparando in cielo il volume della chitarra. Ora siamo pronti per gustarci un ottima versione di “Hatebreeders” e “Countess of the Night“.

 

Kasper va a mille, il movimento del suo corpo aggiunge un elemento dinamico alla performance. Sophie, con la sua presenza fisicamente piú composta ma intensamente accativante, fornisce un contrasto bilanciato. Il fattore umano sul palco diventa l’elemento extra che ci coinvolge nella loro musica. I due artisti si impossessano della sala, concludendo con una performance ottima che, a nostro parere, si distingue come la più coinvolgente dell’intero evento.

Ero pronto a mettere via la videocamera, ma il nostro editore Davide, che ci ha raggiunto all’evento, è entusiasta. Dopo molti concerti insieme, conosco quella faccia. Non possiamo fare a meno di consegnare i St. Digue nelle grinfie di Davide per raccontare le emozioni di questa esibizione.

 

 

Facce da intervista: la Bro-mance con Kenneth degli Archangel

E così chiudiamo la serata, ma non senza il nostro momento stupido: gli amici del bar del metal con Kenneth.

Assistiamo alla nascita della bromance (una temporanea infatuazione amicale tipicamente maschile) a colpi di band trash tra cui la sua ex-band Impalers, Demolizer, Persecutor, e ci infiliamo anche la recente esperienza con gli Electric Guitars, culminando con una dichiarazione d’amore per Michael Bastholm, cantante degli Artillery. E ci piace così, la musica é anche amicizia ed essere stupidi e metal-nerds insieme.

 

 

La galleria fotografica dell’editore

le foto dell’evento e i crediti sono di Emil Nørgaard Munk

 

Archangel, credits: Emil Nørgaard Munk

 

Writhe, credits: Emil Nørgaard Munk

 

St.Digue – Kasper, credits:Emil Nørgaard Munk

 

St.Digue – Sophie, credits:Emil Nørgaard Munk

 

Motorsav – Rune, credits: Emil Nørgaard Munk

 

Kold Front, credits: Emil Nørgaard Munk

 

The Lost Loves, credits: Emil Nørgaard Munk
Dust Bugs, credits: Emil Nørgaard Munk

Ringraziamenti

Ringrazio Rune per aver organizzato la presenza di HeavyMetalWebZine.it all’evento, gli artisti per la loro disponibilità e Davide per averci raggiunto a questo evento. Mi scuso per le frequenti occhiate in camera, i rumori di sottofondo e i tagli. Essendo stato da solo, ho dovuto controllare e modulare di volta in volta i livelli audio e le inquadrature video. I video dei concerti so di Lasse Lund Elmer. le foto e i crediti sono di Emil Nørgaard Munk.

 

Link ai gruppi

Imperial Shark:
https://imperialshark.bandcamp.com/
Writhe:
https://writhecph.bandcamp.com/album/awaiting-a-tide
Motorsav:
https://motorsav.bandcamp.com/
The Lost Loves
https://thelostloves.bandcamp.com/album/daddy-issues
Dust Bugs:
https://thedustbugs.bandcamp.com/
Kold Front:
https://koldfront.bandcamp.com/
St. Digue
https://stdigue.bandcamp.com/track/hatebreeders
Archangel:
https://scarletrecords.bandcamp.com/album/total-dark-sublime
Big Mess:
https://bigmessdk.bandcamp.com/

Altri gruppi non all’evento ma che hanno contribuito all’album:

Earn Your Scars:
https://earnyourscars.bandcamp.com/album/this-time-is-mine
Troop Transport:
https://wearetrooptransport.bandcamp.com/album/troop-transport-s-t
Skind og Ben:
https://skindogben.bandcamp.com/album/s-t
Rebecca Lou: 
https://www.youtube.com/watch?v=drcMFbFQsX4

 

 

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